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   Piz Gro, versante S, via Bonomi-Messa
Zona  Lombardia - Orobie
Partenza  Fiumenero
Quota partenza  795 m
Quota arrivo  2653 m
Dislivello  1900 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  bivacco Frattini o rif.Baroni(piuttosto lontano però)
Attrezzatura consigliata  da escursioni
Orario indicativo ore 5.30/6 sola salita
Periodo consigliato estate
Descrizione La partenza è dal cimitero di Fiumenero, sul medesimo sentiero 227 x il rifugio Baroni al Brunone, che passa per un bel bosco sulla sponda sinistra del fiume Nero fino alla radura detta ‘Campiol’, ove sbocca la ripida Valsecca. Poi passa sulla sponda destra tramite ponticello in legno e alternando salite a lunghi mezzacosta, conduce in 1.30 ore all’inizio della caratteristica verdeggiante spianata detta ‘Campo del Salto’, da dove lo sguardo può finalmente spaziare sul crinale che dal Poris corre fino al Gro, passando per la triangolare biancastra parete Est del Daivolo di Tenda. Si abbandona il sentiero CAI per inoltrarsi a sinistra nel bacino di Campo puntando ad un grande masso sotto cui sono site, da epoche molto antiche, le Baite del Campo, sovente occupate, nei mesi estivi di Luglio e Agosto, dai pastori che caricano Tenda.
Raggiunte le Baite, ormai costituenti un corpo unico detto Cascina Campo, oltrepassarle e puntare all’imbocco della retrostante vallata del Salto; poco dopo si individuano dei bolli rossi ed arancio, da seguire, che conducono con andamento abbastanza disagevole, al fondo della valle, sovente occupato anche in tarda stagione da nevai. Il sentiero segue per un buon tratto il fondo della valle del Salto, che tuttavia si fa presto impraticabile a causa della caratteristica profonda forra che alla valle ha dato il nome.
Infatti attraversato il torrente Salto, la tracciarola risale con serpentine la sponda a sinistra suprando un tratto di sottobosco ed uscendo infine presso una panoramicissima sella erbosa, con grandiosa vista sul gruppo Redorta-Scais e, a tergo, sull’elegante muraglia rocciosa del Diavolo di Tenda.
Seguitando sulla traccia, con ultima risalita si arriva ad un piccolo edificio in muratura, presso il luogo detto Tenda. Qua la traccia si divide, ma ci si tenga sui bolli rossi che portano a effettuare un lungo traverso verso destra (N), toccando prima la caratteristica presa ENEL di Tenda e poi, dopo alcuni saliscendi, la suggestiva gola del Salto, all’interno della quale è visibile la scrosciante cascata e l’omonima presa ENEL. Seguendo sempre il tracciato, entrare nella gola ed attraversarla, risalendo poi la costa opposta (catene e cavi, di affidabilità comunque piuttosto dubbia); usciti dal fondo della valle la traccia procede in piano verso la visibile casupola detta Alpe Gro (e poi, dopo lungo mezzacosta, a ricongiungersi al sentiero 227), ma noi l’abbandoniamo, piegando nettamente a sinistra a risalire alla buona il ripido pendio erbosos soprastante, che in breve si raccorda al sentiero delle Orobie, in località Salto (spesso occupata da grandi nevai).
Preso il comodo e ben tracciato sentiero, seguirlo verso destra (E); in breve, risalito un tratto ripido, il tracciato si spiana ed inizia un lungo mezzacosta, dominato a sinistra da un ripido pendio erbo-ghiaioso, culminante con i pilastri della parete Sud del piz Gro. Circa a metà di questo traverso occorre lasciare il sentierino CAI diretto alla Baroni, infilando direttamente il ripido pendio di sinistra, che con grande fatica (data anche l'’sposizione sfavorevole, che non concede ombra), porta ai ghiaioni sommitali sotto le rocce.Quando si è quasi al punto di toccare le rocce della parete Sud, difesa da compatte piodesse, occorre traversare verso destra, puntando al canale roccioso ed erboso compreso tra il piz Gro vero e proprio e la massiccia antecima Orientale (chiamata un tempo ‘Piccolo Gro’), che da qua si presenta a guisa di elegante torrione. Con faticoso procedere si arriva finalmente alle rocce basali zona abitata da grandi maschi di stambecco); tramite cengia erbosa si raggiunge il piede del canalino, che va risalito interamente (preferibile il ramo di sinistra) e che con bella e facile arrampicata conduce ad una stretta forcella, sita tra le piodesse dell’antecima Orientale (caratterizzata in modo inequivocabile da una visibile ‘geometrica’ spaccatura, della larghezza di un metro circa, che la taglia in modo netto) e il massiccio della cima, della quale è gia visibile l’ometto di vetta. Dalla forcella, tramite comoda cengia erbosa, spostarsi verso sinistra fino ad un altro canalino di roccia, da risalire tenendo la sinistra, arrivando così ad avere accesso alla parte alta della montagna, dal suggestivo aspetto ‘lunare’, che fu devastata anni af da una tremenda frana [che comportò la caduta del torrione gemello della vetta che conferiva al piz Gro la caratteristica sommità bifida. Tale torrione, cadendo, pare abbia tappato una terribile spaccatura, profonda dagli 80 ai 100 metri e parzialmente riempita di macigni, che divideva in due la cima].
Scendere alcuni metri su massi traballanti, con attenzione, per poi portarsi verso destra alla cresta di confine, che oltrepassata con qualche facile passaggino, consente di scendere brevemente sul piu facile versante N della montagna. Procedere ora in diagonalesul detritico versante, lungamente, fino ad aggirare il torrione della vetta riuscendo così sulla cresta opposta (proveniente dal passo del Salto), proprio ai piedi del monolito finale. La vetta (assai aerea), a portata di mano, si raggiunge tramite facile spaccatura dirocce solidissime ed appigliate.
La discesa avviene x il medesimo itinerario.

NB: è possibile restare sul versante Sud senza passare a quello Valtellinese, con percorso però piu disagevole e poco consigliabile, pur se davvero impressionante per gli enormi massi sospesi.
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento  bella salita, dal sapore avventuroso ed esplorativo, che raggiunge una montagna fuori mano e pochissimo salita e conosciuta.
Il nome 'Gro', secondo lo studioso Dante Olivieri, pare voglia significare 'terra sterile, arida'...e direi è alquanto appropriato.

FOTO 1: l'itinerario (il tratteggiato indica i pezzi non visibili).
2: la cima, così come appare dalla sommità del secondo canaletto (dopo la cengia orizzontale)
Itinerario visto  7580 volte
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