Descrizione |
Da Valbondione, seguire il sentiero n°301per il rif. Coca,che si sviluppa lungo l’erto pendio della val di Coca,e che in circa 2.30h, conduce al rifugio.
Dal simpatico edificio, risalire la diagonale segnata verso il laghetto di Coca; dal lago si dipartono i tre sentieri: uno per il rif. Brunone attraverso il passo del Simal(sentiero delle Orobie), uno verso il p.so di Coca e uno verso la bocchetta del Camoscio ed il pizzo Coca.
Si seguono i segnavia, a tratti sbiaditi, che portano a costeggiare il laghetto sulla destra e poi guidano ad attraversare l'ampio pianoro della Conca dei Giganti, disseminato di grossi massi erratici! Il sentiero, poco visibile e distinguibile, porta nei pressi di un masso con lapide cementata, poi devia brevemente a destra puntando deciso all'inizio del ghiaione discendente dal passo del Coca.
Giunti al piede del canale, il sentiero e i segnavia si perdono per un tratto causa frane continue; seguendo un nevaio sempre presente si risale x sfasciumi o neve fino a incocciare di nuovo nei segnavia CAI, d' ora in poi ben evidenti e continui.
Risalito tutto il ghiaione, assai faticoso ma redditizio, si giunge in alto, oramai meno di cento metri sotto il passo. Qua il ghiaione cessa e si restringe a guisa di canalino; risalendo le rocce rotte a destra (segnavia) si tocca il passo (2694-madonnina). Dal valico scendere tramite un canaletto sul ghiacciaio del Lupo, e percorrerlo con un semicerchio puntando al bivacco Corti (attenzione ai crepacci sotto la parete Orientale della cima di Caronno a fine stagione).
Poco prima di raggiungere l’edificio, sulla sinistra si avvistano i bolli rossi (sbiaditi)che portano allo scarico del canale che discende dall’intaglio denominato ‘passaggio di Caronno’; con percorso molto faticoso su sfasciumi e rocce instabili, facendo attenzione alla neve residua (ramponi ad inizio stagione) e ai massi traballanti che ingombrano il canale, risalire interamente lo scarico, sempre più stretto, sino a culminare (con un breve passo in roccia, I grado) allo stretto ed esposto valico roccioso.
Dall’intaglio attaccare la cresta per il suo primo breve torrione, sfasciumato e un po’ esposto, da superare con attenzione; al culmine proseguire per il crinale senza molte difficoltà (II/III- grado), ma su terreno esposto, sino a giungere presso la base dell’alta torre appuntita che caratterizza la cresta: la Torre di Scotes. Passare sul lato sinistro (Sud) traversando su un pendio ripido di sfasciume, solcato di quando in quando da cengette e cornici rocciose un po’ più solide, per mezzo di cui si obliqua in direzione dell’intaglio oltre la torre, che raggiungiamo tramite un canalino friabile ma breve (II+ grado).
Aggirato così l’ imponente gendarme proseguiamo sul filo, seguendo tutte le asperità direttamente (II/III grado) e appoggiando sulle cenge laterali (attenzione!) ove il crinale si fa troppo affilato ed esposto. Dopo questo lungo tratto esposto e di roccia pessima (la roccia si sfoglia addirittura in certi tratti) si tocca la sommità di un’ elevazione poco pronunciata, dalla quale si scende agevolmente all’intaglio sottostante, dinnanzi alla piramide terminale (II grado); ora si continua sempre sul filo, più largo e comodo, salendo regolarmente e senza difficoltà sino ad un colletto ove sbuca da sinistra (Sud) la ‘via Bonomi, Tinivella’ per il canale Sud Ovest (vd. It. precedente). Continuare sul filo, con qualche difficoltà (II grado) sino ad un ultima torretta friabile, che si gira sulla sinistra (Sud) e si raggiunge infine la vetta, risalendo direttamente l’ultimo facile tratto tramite un canalino sfasciumato (I/II grado).
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