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IL GRAFFITO

 
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GAMBADELEGN



Registrato: 05/02/09 15:09
Messaggi: 156
Residenza: ovunque il mondo non sia piatto

MessaggioInviato: Gio Mag 06, 2010 6:09 pm    Oggetto: IL GRAFFITO Rispondi citando

IL GRAFFITO

Non saprei come chiamarlo, altrimenti, un disegno che si trascrive sulla roccia.
E che resterà indelebile, se gli eventi atmosferici saranno clementi e la cura dell’uomo saprà tramandarlo.

Così, è un graffito: un lavoro appassionato.

Ciò che un fuoco ancora ardente ha saputo incidere nella pietra: con vanità ed orgoglio.

Una piccola creatura stupefacente, che oggi si specchia nelle acque sottostanti.

La “vetrina” è quella prestigiosa, nel nome, del lago di Lugano.
E la “tela” su cui il quadro è stato dipinto, quello sperone roccioso che si intravede dalla statale che collega Mendrisio a Lugano e che chiameremo Capo San Martino.

È una storia triste: che non merita scanzonature ed ironia.
Che forse è troppo grande perché sia io a raccontarla, col rischio di scolorirla e comprometterla.

Ma è una storia vera: che non avrà echi se qualcuno non alza la voce a raccontarla.
E con il rischio che la mia voce sia stridula, mi levo io: a memoria di Claudio che non ho avuto la fortuna di conoscere se non indirettamente, tramite le parole di un amico.

Mi levo io: indegnamente, per ragioni di condivisione. Per la stessa passione che ci lega: quella dell’arrampicata.

Chissà dove nascono certe idee…
Non in generale: chissà dove nascono – mi chiedo – le idee degli arrampicatori. Di quella strana gente con una malattia incurabile che ne corrode libertà e raziocinio.

Quale che sia l’angolo recondito del cervello o del cuore, forse il pretesto in Claudio fu quello di essere rimasto abbagliato.

Oddio: non intendo in senso figurato! Intendo proprio abbagliato dal riflesso della roccia colpita dal sole, piantata strategicamente sopra lo specchio del lago.

Forse, passando un giorno in macchina da Lugano a Mendrisio o viceversa, con la testa in alto come sempre accade per gli arrampicatori che vivono guardano ciò che l’altra gente – quella normale – non guarda (affioramenti rocciosi non degni di esser detti belli, pareti e paretine poco interessanti anche per gli uccelli nidificatori…) … passando lungo quella strada, Claudio avrà visto quattro vergini formose.

E qui, invece, parlo figuratamente: non intendo quattro belle fighe che magari prendevano il sole in costume … intendo quattro rocce vergini: intonse e prominenti sopra la linea del bosco, poco sopra una piazzola di sosta.

Vergini: senza alcuna linea di salita già attrezzata.
E formose: piene di curve invitanti!

Magari, se dall’altra parte della strada ci fossero state veramente 4 gnocche in costume … magari l’attenzione non sarebbe caduta lì, su quella falesia. O magari non subito. E invece …

Invece Claudio, appassionatosi tardi all’arrampicata: ma travolto dall’arrampicata come da un treno in corsa, Claudio, dicevamo, ha posato la sua passione su quelle rocce di Capo San Martino.

È salito lungo una traccia di sentiero. Ha visto cosa c’era da fare.
Quanto lavoro ingrato lo aspettava.
Ma lui: che in pochissimi anni di falesia – grazie ad una forza fisica non comune e ad un istinto per il movimento degno d’invidia – … lui che già si confrontava con tiri di 8a, lui non era tipo da farsi spaventare dal lavoro!

Chissenefrega se non c’è un sentiero!
Si fa, il sentiero!
Chissenefrega se c’è da disgaggiare tonnellate di roccia a mano, col leverino ed il piccone!
Chissenefrega se c’è da lavorare dopo il lavoro: di sera e di notte, spendendo migliaia di franchi in materiale, senza essere pieni di soldi da buttare via!
Se c’è da portare su un generatore per non smettere di lavorare quando scende il buio!
Se ci sono da tracciare decine di tiri…

Dettagli.
Cose superabili.

Lì, c’è una falesia che deve nascere: un lavoro da fare.
Che si deve fare: che la natura chiama. La passione brucia. Il desiderio non si contiene. Il tempo stringe. “Sono già in ritardo, a pensarci”.

E allora Claudio inizia a pagare il suo debito.
Un debito d’onore alla propria passione.
Un debito di riconoscenza verso un amico ispiratore: Bruno Tassi, detto Camos.
La falesia di Capo San Martino, nascerà con una dedica: ma non sto parlando figuratamente.
Parlo di lettere incise sulla roccia. Di pensieri che sembrano una poesia e che raccontano una storia breve e intensa.
Che sono lì: se volete andare a leggerli.
Lì, a parlare di Camos “che ci guarda dal cielo”.
Lì a raccontare una gratitudine e che sembrano incomplete adesso.

Claudio fa cose che noi – quasi tutti noi – non avremmo avuto la costanza e la temerarietà di fare.
Spesso da solo.

Ha un progetto arduo: sconfortante per la debole indole di una persona normale.

Azzardato e pindarico.
Eccessivo.
Forse non meritevole.
Forse esagerato: insomma … non si tratta di una nuova via sul Badile.
Di una temeraria linea sul Cervino in stile Bramasse & son …
Non si tratta certo di una cosa di cui parleranno le generazioni future.

Alla fine è una falesietta.
Quattro rocce malmesse dalla Natura in un momento di sfogo.

Ma per chi che come voi capisce: quattro rocce sporche e senza una cima, possono racchiudere in sé la poesia di “quattro pagine” di carta intitolate “I fiori del male” … o di un pezzo di vinile con stampato sopra “The dark side of the moon”.

È poesia, appunto. Solo pura poesia.

E per la poesia, ogni sacrificio è lecito.
Per la passione in quello in cui si crede, non c’è croce che sappia incutere timore: che sappia essere deterrente.

Claudio all’opera trasforma una vaga traccia tra i rovi in un sentiero sbancato: con i gradini di legna, tagliati e messi in ordine.
Con passamanerie e ringhiere tutte costruite da sé.
Un sentiero lungo forse 7/800 metri nel bosco.
Un sentiero che non esisteva e che adesso c’è.
Già una prodezza.

Claudio pulisce quelle quattro rocce.
Dalla vegetazione.
Taglia alberi vecchi che ostacolerebbero la chiodatura.
Rimuove tutto con ordine e pulizia.
Fissa catene, allarga passaggi, crea terrapieni.
Mette sicurezze.
Porta su una griglia: per fare le costine! Costruisce un focolare di pietra ed una panchina per chi volesse ammirare il lago e festeggiare, dopo 4 tiri in compagnia.

Costruisce perfino dei servizi igienici.
Mette cartelli e indicazioni dipinti con cura.
Chioda: con ardimento. Senza l’esperienza di un veterano ma con la passione di un bambino davanti ad un giocattolo nuovo.

Mette lì la doverosa sicurezza.
Chioda tutto il chiodabile Claudio.
Tiri dal IV all’8a.

Ne tira fuori decine.
Alcuni bellissimi.
Alcuni riservati a gente esperta: che forse neanche l’esperienza saprebbe salvare dall’impaccio e dalle difficoltà.

Alla faccia di questo principiante!

Claudio realizza la sua opera.
La battezza anche con un amico: con l’amico comune che mi ha portato a conoscere questi luoghi magici e che mi ha raccontato la storia.
L’amico che qualche volta è andato su a dare una mano a sistemare, a preparare.
Claudio ha costruito la sua falesia: la Sua, falesia.
Il suo gioiello.

E guai a rubarlo, questo gioiello!
A insultarlo: a sporcarlo di critiche.
Guai: a chi dirà che “quel IV lì, a me sembra una 6a!” … Che “io su un tiro di 7a ci avrei messo due spit in più”. Che “quel tiro di 6b con dietro il roccione a me sembra pericoloso”. Che “magari si sarebbe potuto pulire un po’ di più quel tiro di 6a nel diedro”…

Guai a voi: che con lo snobbismo di chi si trova la pappa pronta, potreste avere la tentazione di criticare il lavoro di Claudio.
Che ci ha messo il cuore: il cuore che è arrivato laddove non sono arrivate l’esperienza, la perizia e la tecnica.

Voi potete gustare. Apprezzare. Perfezionare. Perfino continuare l’opera.
Di sicuro lodare.

A noi il compito di mantenere vivi questi luoghi.
Di respingere la protervia delle piante che ricresceranno e l’arroganza di quella polvere, di quei muschi che vorranno tornare sui tiri di roccia a toglierli al popolo verticale.

A noi il dovere di riconoscere i mesi di lavoro “matto e disperatissimo” di Claudio.

Al buio ed al freddo: in inverno.
Al caldo cocente in estate.
Alla luce delle fotoelettriche (con il generatore tirato su fin lì, con chissà quale coraggio e con chissà quale fatica)… appeso a qualunque cosa: prendendosi rischi grandi come chi forse – non si sa come – intuisce di avere fretta.

Che il tempo prima o poi finisce.

Che si deve mettere una targa, là.
Che si devono scrivere delle parole: inciderle sulla roccia per ricordare l’amico e ispiratore, Bruno.

Le stesse parole che adesso servono a ricordare le mani che le hanno incise.

A ricordare Claudio: caduto nella sua falesia, durante l’ultimo lavoro di ritocco. Dopo avere ormai finito.


(Dedicato a Claudio Bianchi, caduto terminando la falesia di Capo San Martino, maggio 2009 – anniversario della scomparsa)



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vaquerito



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MessaggioInviato: Gio Mag 06, 2010 8:31 pm    Oggetto: Rispondi citando

Bel ricordo
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superpjimmy



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MessaggioInviato: Gio Mag 06, 2010 8:34 pm    Oggetto: Rispondi citando

E' sparito perchè pensandoci non mi sembrava giusto aprire qui una polemica sul posto...adesso apro un topic a parte...Qui è giusto ricordare una persona con una passione immensa!
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MessaggioInviato: Gio Mag 06, 2010 11:33 pm    Oggetto: Rispondi citando

superpjimmy ha scritto:
....una persona con una passione immensa![/b]
Ho avuto la fortuna di conoscerlo di sfuggita , mi ha dato proprio questa impressione.
Tantissima passione .
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GAMBADELEGN



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MessaggioInviato: Ven Mag 07, 2010 6:16 pm    Oggetto: Rispondi citando

superpjimmy ha scritto:
E' sparito perchè pensandoci non mi sembrava giusto aprire qui una polemica sul posto...adesso apro un topic a parte...Qui è giusto ricordare una persona con una passione immensa!
Jimmy Smile


Grazie per il tuo intervento qui e nell'altra pagina.

Concordo. magari valorizzarla sarebbe correggere quella chiodatura...

p.s.: se l'MP lo hai mandato a me, non l'ho ricevuto. Ciao
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superpjimmy



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MessaggioInviato: Ven Mag 07, 2010 7:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

La penso anche io così!
Secondo me sarebbe un bellissimo modo per ricordare Claudio non far perdere il suo lavoro...
Sai l'entusiasmo non sempre arriva dove arriva l'esperienza.
Se vuoi e ci tieni, se mi dai una mano, perchè il mio tempo libero è quello che è, potremmo prenderci l'onere e la responsabilità di sistemare quello che c'è da sistemare...
Per gli spit non ti preoccupare...Se ci prendiamo questo compito in prima persona, il gruppo Scoiattoli dei Denti della Vecchia( di cui faccio parte) ci sosterrà sicuramente.
Io da solo non ne ho le forze nè il tempo...
Jimmy Smile
P.s
Si, il MP l'avevo mandato proprio a te...Ti avevo mandato tutti i miei recapiti!
Ti ricontatto!
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dademaz



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MessaggioInviato: Gio Mag 20, 2010 1:43 pm    Oggetto: Rispondi citando

bel ricordo, bravo!

anche io non l'ho conosciuto, ma ne ho apprezzato un po' di volte il grande lavoro fatto. secondo me da ricordare, assolutamente!

Davide
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