FREEZER
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Inviato: Sab Apr 17, 2010 11:23 pm Oggetto: VAJO NORD CATENA TRE CROCI PREALPI VICENTINE |
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Una settimana fa, il dieci aprile, a causa della neve che non permetteva di proseguire agevolmente (si sprofondava ad ogni passo), rinunciammo quasi subito a portarci in prossimità del Vajo Nord, ripiegando sul più avvicinabile vajo Ruga del Zalica (come altri vaj, è facilmente intercettabile alla base grazie ad una vecchia strada militare che funge da sentiero).
Ma il Vajo Nord era rimasto sullo stomaco: si doveva perlomeno tentare di digerirlo.
Fu così che giovedì si decise per partire alla volta di questo vajo, classificato tra i più impegnativi di tutto il gruppo delle Tre Croci.
Partiti come sempre ad un orario innominabile, già con i ramponi ai piedi dal momento della "vestizione" siamo giunti in prossimità dell'imbocco del vajo verso le otto e venti del mattino, dopo aver fatto un po' di percorso in eccesso, per fortuna in salita, che ci ha costretti a ritornare quasi sui nostri passi.
Non appena imboccata la base del vajo, la neve dura ha permesso una rapida risalita fino al salto iniziale, alla base del quale ci siamo preparati.
Da sottolineare che, anche in virtù della tipologia di roccia, sono presenti leggere ma piuttosto frequenti scariche di neve e sassolini (e qualcuno lì rideva felice di ciò, il che fa dubitare della salute mentale di questo soggetto hock: ).
Superato senza nessuna difficoltà il salto iniziale, ad eccezion fatta per alcuni piccoli punti caratterizzati da neve instabile depositatasi, ci si ritrova dentro un magnifico canalone, con neve portante (a tratti crostosa in superficie), dove le piccozze affondano che è una meraviglia. Ad eccezione del salto iniziale, alla cui sommità ci sono due chiodi ed una fettuccia, si procede poi mettendo friends e dadi all'occorrenza: benché la progressione non sia particolarmente difficoltosa, è meglio cautelarsi da eventuali pericoli oggettivi, che, soggetti alla legge della gravità, possono scendere ad elevata velocità dal pendìo.
Procedendo, si passerà agevolmente per la zona più stretta di tutto il vajo, caratterizzata sia da roccia a tratti ricoperta da un sottile strato di neve/ghiaccio, sia da neve particolarmente dura e compatta, scalfibile unicamente con i ramponi.
Da lì in avanti, si arriverà allo sbocco del ripido scivolo (per fare una media ad occhio, si può dire che siano sessanta gradi continui di pendenza), ed una volta giuntivi, per il ritorno si prospettano due varianti: o la diretta, che prevede passaggi in arrammpicata, o l'uscita sulla sinistra, che abbiamo scelto.
Procedendo alla sommità del pendìo erboso ricoperto di neve, tanto ripido quanto breve verso la gola sottostante, con a fianco una parete dalla roccia molto instabile (presenti numerosi sassi staccatisi di recente), girando sulla destra si procede in salita. Di lì a pochi metri si trova uno sbarramento con cornice di neve alta circa due/tre metri, con pendenza della medesima a tratti prossima ai novanta gradi, su neve (ieri) abbastanza consistente. Secondo lo scrivente (Tzy), questo è stato il tratto più pericoloso di tutto il percorso... La discesa è avvenuta poi dal retro di Cima Tre Croci.
A meno che le recentissime spolverate di neve non abbiano levigato eventuali tracce, il vajo in questi giorni non risultava esser stato percorso da altri.
Dato l'inevitabile innalzamento delle temperature, si presume però che il vajo rimanga percorribile ancora per un po' (presumo per almeno tutto il mese di aprile!!!!!!!!) Se in prossimità del rif. Battisti, alle ore sei del mattino, la temperatura si aggira attoro ai sei/sette gradi, possiamo stare tranquilli: unica preoccupazione, come dicevo, quella specie di corniciona di neve da superare quando sarà più caldo.
Consigliato!
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