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Un articolo divertente di scalate di un giovane

 
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Autore Messaggio
PAOPANZA



Registrato: 31/10/09 21:30
Messaggi: 315

MessaggioInviato: Mar Nov 17, 2009 5:37 pm    Oggetto: Un articolo divertente di scalate di un giovane Rispondi citando

CHE BELLE SCALATE

Quest'anno, il mio diciassettesimo, Robi, Fulvio e Tito mi portano su tre pareti di tre montagne che non ho mai visto.

Giuliana ha nel cassetto un sogno di calcare e papà le dice di organizzarsi quando vuole; nemmeno lui era salito di là e sarebbe andato molto volentieri.
E Giuliana agitatissima organizza; in quattro, con Robi ed io, partiamo un pomeriggio per le Lavaredo, mangiamo una pizza a Dobbiaco, dormiamo sotto le stelle al parcheggio ed il giorno dopo andiamo all'attacco della via. Vedo la Ovest...che strapiombo, la Grande... che verticalità, quanti sassi, che gialli, che mal di collo...che paura!
Subito il Fulmine Riccioluto ed io, che lo seguo, saliamo verticali sul giallo, ma girando a destra e sinistra troviamo anche del grigio ed alla fine di ogni tiro un terrazzo più o meno grande dove io mi accuccio, appeso come un salame, contro la parete, per fare sicura, guardando sempre in alto e senza mai guardare in basso, ma talvolta mi scappa una occhiata: che vuoto, nulla sotto, poi guardando coraggioso vedo persone sui sentieri, e papà che ride e quando mi raggiunge come suo solito mi provoca anche aggredendomi e dandomi delle spinte, come per buttarmi giù ed io, sciocco, mi arrabbio e gli dico parole proprio colorite.
E poi un grande frullare come di scarica di sassi, ma non può toccarci, strapiomba troppo, e poi ancora per ben tre volte; mi giro troppo curioso e vedo che sono tre base-jumpers che, folli, si buttano dalla cima e precipitevolissimevolmente pochi secondi prima di diventare poltiglia sul ghiaione aprono il paracadute. Per fortuna io salgo sulla roccia e salgo con le mie mani ed i miei piedi legato ad un compagno, non sono legato solo all'aria.
Poi saliamo un camino, tipo qui-si-possono-fare-i-fanghi-curativi-senza-spendere-soldi, ma la temperatura è freschina, forse hanno messo troppa acqua gelata; e poi uno strapiombetto bello scivoloso, seguito da una traversata proprio aerea.
Poi è la fine..., siamo arrivati alla cengia circolare, Giuliana è al settimo cielo, non capisce proprio più niente, e papà non stringe le mani perché bisogna ancora scendere, ma dice che le stringerà sul sentiero.
Girone attorno alla Grande, doppiette, due belle curvilinee slave salite per la Dibona, cengette, paretine, ma nulla di esposto o pericoloso e dopo due doppie nel vuoto vicino alla Ovest, scendiamo a salti e “slissate” per un ghiaione nevoso e raggiungiamo il sentiero autostrada che gira a sud delle Lavaredo, ma alle cinque non c'è più nessuno.
Auto, fontana gelida, pizza, casa: grandissimo Comici, grazie.

Partiamo una mattina presto Robi e Tito, Fulvio papà ed io per salire sul Becco di Valsoera; viaggia, viaggia, cammina, cammina, eccoci prima di mezzogiorno all'attacco di una via di granito proprio verticale, anzi un po' oltre, sembra proprio difficile.
Tito e Robi partono, noi seguiamo. Fulvio è proprio forte, passa sempre in libera, io no e nemmeno papà, lui mi dice che deve sempre aspettare che io passi e si "ghisa", ma io so che ormai è uno scoppiato e non si tiene più.
Che placche verticali fantastiche, che lame, che fessure, è tutto proprio difficile e che "strizza" perché qui è quasi tutto liscio, per fortuna ci sono gli spit anche se lontani, mi hanno detto che sono a prova di bomba...ma che paura attaccarsi e tirarli.
E poi lo strapiombo e su fino alla fine della via e poi giù in doppie storte fino all'attacco.
La discesa lungo le tracce di sentiero dopo un poco diventa misteriosa ed accendiamo le pile, ma sul pianoro non sappiamo dove andare e nemmeno dove è il sentiero; le mucche ci guidano, ma più sulle "bovasse" che sul sentiero.
Arriviamo al rifugio, scendiamo alla diga, montiamo la tenda, mangiamo e dormiamo perché domani vogliamo salire qualcosa in basso prima di andare a casa.
Grazie Motto, sei proprio uno che apparirà sempre Nel Corso Del Tempo.

Tito vuole andare al Bianco a bere un cappuccino. Che gigante è il Bianco, ma per fortuna c'è la funivia che porta tutti fin oltre i 3000 metri.
E che turisti eleganti vediamo lassù, al colle, sul ghiacciaio, fra i crepacci ad abbronzarsi, anche due ragazzotte molto procaci in microgonne ondeggianti al venticello e noi, rozzi, zainati e imbardati, dobbiamo spostarci dalla traccia; ci osservano: è la gloria fra i mortali.
Piantiamo la tenda al piano-bar del Cappuccino e la mattina dopo partiamo: ancora granito, un granito multicolore fantastico, una arrampicata splendida, "spalma tu che spalmo anche io", ma ci eravamo fatti un poco i piedi in Piantonetto.
Tito davanti, io e papà seguiamo. Sono un poco meno pauroso, forse solo timoroso, ma che roba, che intuito, che scalare, non l'avevo mai fatto, difficilissimo: su dieci tiri difficili e tre molto più facili troviamo sette spit e forse una dozzina di chiodi.
Tito è bravissimo ad integrare con nuts, micronuts e friends, ma che libera e il traversino di partenza e la placca di 15 metri nuda, il tettino in equilibrio senza mani, le tre fessure da fare un poco qui, là ed ancor più in là e poi ancora qui e poi giù e su, e , e ... una sequenza incredibile di sorprese, come quando a Natale si festeggia bene.
A sinistra vi sono tante cordate sulla via degli svizzeri, ma anche a destra e poi nel pomeriggio cominciano a girare gli elicotteri per “mettere in salvo” e le cordate scendono in doppia e così facciamo due chiacchiere alle soste a spit; sulla nostra destra “salvano” qualcuno...che traffico, che baccano fino a sera, se chiudo gli occhi mi sembra di essere in Grignetta.
Tito quasi in vetta dice che la somma delle età di noi due più quelle dei due francesi che ci precedono non fanno l'età di papà, al che papà ribatte che è più giovane e che noi non sappiamo contare, perché vi sono ben vent'anni di differenza, bisogna scartare quello che ormai è il più vecchio: Tito.
Negli ultimi due tiri difficili ci attacchiamo a tutto, siamo scoppiati dopo otto tiri a questo livello di difficoltà, forse dopo sette, comunque in quello della lama svasa del volo nel film della Destivelle ho tirato ben bene, ma arriviamo contenti sulla cima e scendiamo in doppia fin quasi alla tenda a mangiare e dormire.
Grazie Piolà, il tuo Viaggio secondo Gulliver è proprio una favola.

Un mio professore diceva sempre: pochi ma buoni.
Ora ho ripreso a studiare, il mio dovere.....ma ci torno.
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leopardina



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MessaggioInviato: Mar Nov 17, 2009 9:17 pm    Oggetto: Ciao papà Rispondi citando

Ciao papà che bello leggere l'articolo ...sembra quasi finto, sembra un sogno .
Rileggere il mio nome è strano , ma io ero li ......, Su quella cengia, quando tutto era finito .....che EMOZIONE!!!!!
Ma adesso ho un'altro sogno nel cassetto ...Chissa se si aprirà
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Non � mai quello che vedi o senti, la verit� ha mille facce
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airborne



Registrato: 07/08/08 19:43
Messaggi: 1370
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MessaggioInviato: Mer Nov 18, 2009 10:33 am    Oggetto: Rispondi citando

uhm, ma io 'sto diciassettene lo conosco.. Wink

e che non studi troppo! che aveva promesso di insegnarmi ad arrampicare Very Happy
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Audaces fortuna iuvat

Kiss! (Keep It Simple, Stupid!)
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