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Autore Messaggio
Albe



Registrato: 11/03/09 11:45
Messaggi: 155
Residenza: Bassano del Grappa

MessaggioInviato: Mar Set 15, 2009 9:56 am    Oggetto: 4 x 4000 Rispondi citando

Mi gioco qualche giorno di ferie con la fortuna di un tempo incredibile, che solo certe giornate di settembre possono regalare. Essendo solo cerco di scegliere obiettivi fattibili senza troppi patemi, ma partire con la sola compagnia dell’autoradio e l’incognita di montagne mai viste prima, se non da lontano, è sempre un bell’ingaggio. Sul Sempione alle 11 trovo 4 gradi e molto vento: aver portato via soprapantaloni e duvet non suona ora così assurdo! Dopo aver attraversato la celebre cartolina patinata della Gornergrat Bahn, lo spettacolo dei giganti del Rosa seduti sul loro trono lascia senza parole (vabè tanto con chi dovrei parlare, con uno dei tanti giapponesi???). Divoro il sentiero e le immagini che non saziano; non manca l’occhiata perplessa alle due cime di domani. Alla MonterosaHutte non c’è traccia di Italia. Si mangia discretamente, con bis a richiesta…ma qualcuno dovrebbe spiegargli che la pastasciutta NON E’ UN CONTORNO Evil or Very Mad ! Nota di demerito ai gestori che non sono informati sugli itinerari e le condizioni. Ma chissà, il nuovo rifugio è quasi pronto ed il vecchio piange già la demolizione; addio cessi con l’assicella e scalette scricchiolanti, arriva attico con champagne e moquette! Mah…Colazione alle 2; Parto con un gruppo di austriaci che tentano la Dufour per la normale cresta nord. Seguirli mi agevola attraverso il labirintico primo tratto di ghiacciaio al chiaro di luna. Si accendono le rosse candeline sulle punte svizzere, un falò sul Cervino: alba. Poi li supero e li aspetto poco sopra il plateau superiore (ober plattje), dove intravedo a tratti segni di una vecchia traccia verso la Silbersattle. Saluto e scendo qualche metro per iniziare a inoltrarmi nella completa candida solitudine. Dopo poco un po di neve fresca e poi ventata e freddo pungente. Mi aspetto una bella spettinata sulla sella…per fortuna parte della mia chioma è rimasta in Piazza Caduti! Sete, fame, stanchezza, freddo; finalmente bacio del sole. Ma le 2 bottiglie sono birilli di legno! Mi salva il duvet e le muffole. Sguardo a destra, vedo un canapone semisommerso dal ghiaccio nell’ombra. A sinistra, la bellissima cresta ghiacciata con una traccia ventata in rilievo, più fastidiosa che altro. E’ pure un po’ tardi. Sto ancora pensando cosa fare che ho gia percorso metà cresta. Vedo due persone sulla Dufour ma non sono gli austriaci. Continuo pian piano, a destra sud un tuffo mi plana sui praticelli e le mucche, ma arriverei sotto forma di boassa (…); a sinistra nord pattinaggio artistico…in velocità. Roccette, belle lame, basta non guardare sotto…fettuccia per eventuali calate. Ci sono, riparato dal vento e rilassato non so come mi addormento qualche infinito minuto sulla Nordend. Mi annullo. Poi riemergo, torno a separarmi dall’immobilità della montagna, e mi rimetto in moto. Ri-Cresta, ombra, canale, pikka, punta dei ramponi, mano sulla canapa quando vuole lasciarsi prendere, di nuovo sole, Dufour, di nuovo cima! I due di prima sono ora lontani puntini sulla Zumstein. Io sono un puntino arancione che esita sulla cresta nord. In breve decido di scendere dal canale per la via che conosco già. Sarà un ritorno interminabile, ma pacifico, splendente. L’ultima trappola del pomeriggio, l’infido ghiacciaio prima della morena, l’ho affrontato anticipandogli un mio dono ‘fisiologico’, così per essere più tranquillo e concentrato poi, nello scegliere con cura il giusto passaggio tra i mille. Al rifugio è andata giu solo una gran birra e una tomaten suppe. Qualche entusiastica parola con dei simpatici spagnoli, ai quali però ho omesso che temevo che il Rosa si fosse offeso per averlo un po’ tinto di marron Embarassed . Ma l’ho ricompensato riportando a valle un guanto e una bottiglia di chissà chi. Gli austriaci rinunciarono per troppo ghiaccio Cool .

Mi sposto in quel di SassGrund. Finalmente lo vedo ‘sto vallese! E come lo vedo! La WeissmiesHutte è bella perché in sala pranzo c’è un allocco 1:1. Spero però che per farlo non abbiano denudato un gufo vero! I gestori sono tipici rudi montanari a cui è impossibile strappare un sorriso; la figlia parla già un’altra lingua; comunque manco qui l’Italia s’è mai vista. Colazione 4.30, ma veramente io dov…non si accettano commenti. Tocca partire al buio. Qualcuno doveva andarci sul Lagginhorn, altri al Fletchorn…nonostante la pigrizia e la calma mi trovo solo sotto la luna. Lontani lumini frontali qua e la si accendono e spengono come lucciole ansiose. Infilo una morena. Non è quella giusta. Scendo ne infilo una seconda: non è manco questa ma va bene lo stesso vedo l’inizio della cresta bassa, e la prendo da qui. Intanto si fa chiaro e si spengono i lampioni a SassFee. Raggiungo l’innesto con la via normale e trovo pure dei bolli rossi. L’ammasso di massi che sembran messi per non essere mossi (bella questa definizione per il Lagginhorn!) è un po’ monotono. La temibile placca non si distingue dal resto della cozzaglia. In alto un po di verglass; per diversivo metto volentieri i ramponi sull’ultimo nevaietto a 40° circa, evitabile stando a destra. Sulla cima incontro con sorpresa i lumini ansiosi…che abbiano smarrito la retta via pure loro? Sembra di si, visto che tengono ancora la pila accesa sul casco! Me la godo un po’ al sole tiepido di questo decrepito 4000, che infondo fa la tenerezza di un vecchio orgoglioso, che si difende col suo vecchio bastone, e intimorisce quelle povere anime dantesche che espulse dall’ozio del rifugio cercano vane glorie o salvezza celestiale. Con calma e milioni di balzi tra pietre rosse, ritorno alla morena, questa volta dalla via ortodossa. Qui una famigliola di stambecchi mi guarda con aria di commiserazione: loro si sono alzati da poco e ora gli va di fare colazione…natura docet.

Il giorno seguente tocca a lei. La Weissmies l’ho studiata scendendo dal vecchio pietroso e ho pensato di sfruttare le ore mattutine di ombra della parete ghiacciata per chiuderne la salita e la discesa. Benvenga stavolta il tè delle 4.30. Non bado alle anime in pena e volo verso il cielo. Lascio del peso in più sotto un masso prima del ghiacciaio, mi infilo i ramponi e un po’ col fiato sospeso mi svincolo da tenebrose voragini tra roccia e ghiaccio. Alle prime luci sono al sicuro sui primi pendii. Taglio qualche curva, sbuco sulla schiena terminale. Due formiche mi seguono a distanza. E’ incredibile come fino all’ultimo metro la vista a sud sia preclusa. Poi prima arriva la benedizione del sole in fronte. Poi al cuore, e in quel momento gli occhi decollano fino al Po’, e i piedi lievitano sopra un infinito soffice mare di nuvole. Quarto 4000 in 4 giorni. Barretta, cioccolata, idraulico liquido (ccola), il cui gas tenta di irrompere proprio mentre saluto i due inglesi formica appena giunti in cima. Con loro concordo il motto Fast And Safe! Ma mi prendono in parola e interrompono la gogliardia del momento precipitandosi nella discesa. Io me la godo non poco e scatto come se fossi in un affresco di Michelangelo a fotografare i santi. Poi in lontananza vedo processioni in arrivo percui spengo l’aureola conquistata e vedo di ritornare sulla terra. Raggiungo il Fast and Safe team alla fine dei pericoli: il sole ci tocca mentre ci togliamo i ramponi. Good Job!
Penso che ora ho bisogno di manutenzione domestica: prima però mi concedo una sguazzata nel torrente tra i prati e il fiuto vigile di una marmotta in guardia. Infine mi congeda con simpatico squillo. Buon letargoooo!

vedi report

qualche foto:
http://www.dimensionemontagna.it/modules.php?name=Fotoalbum&file=display&diralbum=92_&pagina=1&count=1
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Matu'87



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MessaggioInviato: Mar Set 15, 2009 11:41 am    Oggetto: Rispondi citando

COMPLIMENTI! alla faccia!

Come è l' accesso alla Dofour da li? è piuttosto fattibile o sbaglio? come tempistica rifugio-vetta? 2.000m nn son affatto pochi....

Grande ancora!
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leo



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MessaggioInviato: Mar Set 15, 2009 12:11 pm    Oggetto: Rispondi citando

Bel racconto ma spero che il buon letargo sia solo per la marmotta Cool Laughing
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“quello che facciamo non viene mai compreso, ma sempre e soltanto apprezzato o disprezzato.”
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Franz
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MessaggioInviato: Mar Set 15, 2009 12:44 pm    Oggetto: Rispondi citando

In solitaria su quel ghiacciaio!!!???

Un bel pelo...di marmotta!!!!

Franz
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-Per me i fotoreports di Franz sono come i giornalini pornografici: non leggo il testo, guardo solo le foto. Quindi Franz, continua a postare i tuoi reports che altrimenti mi tocca riabbonarmi a "Le Ore" (un forumista di OTT)
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Eva K



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MessaggioInviato: Mar Set 15, 2009 1:31 pm    Oggetto: Rispondi citando

Complimenti per questo bellissimo racconto, da cui traspare benissimo il senso di questi 4 giorni, la passione, la solitudine, o meglio, il dialogo con la montagna.
Per gli aspetti tecnici quoto il Franz... che pelo!
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[...] strade che si sgretolano sui "deserti dell'irrazionale", balzano nella dimensione dell'instinto, si polverizzano nell'infinito deserto della creazione. (I. Guerini)

il mio blog: http://evak.altervista.org
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Matu'87



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MessaggioInviato: Mar Set 15, 2009 2:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

Tutto ciò da solo??? azz!!! che mica voglia.... bello sicuramente ma la sicurezza??
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Albe



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MessaggioInviato: Mar Set 15, 2009 3:32 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sono d’accordo, sul fatto di andare soli ci sta un punto di domanda Rolling Eyes . Non che non me lo sia posto; a volte è una scelta, ma se diventa opprimente la abbandono. Cambia la dimensione e la prospettiva, aumentano i pericoli soggettivi, ma anche la consapevolezza. Molte situazioni (non tutte!!) si possono affrontare in discreta sicurezza anche soli; per altre convengo sia una roulette russa. Confesso comunque che vedo spesso “cordate” Shocked a cui mai e poi mai oserei legarmi, sia pure per salire al Colle del Felik. Ben inteso non vorrei innescare nessuna polemica, so che forse qui ci si ficca in un ginepraio…
Per la salita dal MRosa Hutte confermo che è una bella sgroppata, contando dislivello, quote e sviluppo. Il tutto aumenta accoppiando le due cime, ma visto che si è li…Certo il canalino alla Dufour non è molto elegante, ma sicuramente veloce e sicuro anche come via di fuga/discesa. Se uno non lo vuole fare alla tarzan con una buona pikka si diverte di sicuro (utile comunque visto che io il canapone non l’ho potuto sempre considerare causa ghiaccio). In uscita a destra si vede la croce di vetta, che si raggiunge con un ‘passo del gatto’ un po esposto a est.
Circa 6,00 ore alla Silbersattel, anche se ho pestato neve fresca per un buon tratto; per la cresta Nordend 1,30 ore...usato molta cautela causa ghiaccio Embarassed
Ah, ovviamente tutta la mia invidia alla morbida marmotta che a tutto tondo si prepara alla grande dormita, mentre noi… Very Happy
Very Happy
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fabiomaz



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MessaggioInviato: Mar Set 15, 2009 3:51 pm    Oggetto: Re: 4 x 4000 Rispondi citando

Chi ancora usa la parola 'duvet'?
Solo a leggerla mi si materializzano davanti le immagini di Terray e Desmaison in gelidi bivacchi invernali.

Complimenti, per il racconto, per la solitudine, per l'ironia.
E anche per il 4x4 ovviamente.
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DURACELL



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MessaggioInviato: Mar Set 15, 2009 8:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

Questa séé voja de 4000... Wink Wink !

Complimenti toso! Very Happy

Ocio .... Rolling Eyes Rolling Eyes
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