Rjukan, una settimana nella Gola

[nikkor]

Dopo una pausa per far decantare sensazioni, muscoli, botte e fatiche eccoci al momento del post.

Per prima cosa ci terrei a sottolineare la perfetta organizzazione logistica alla tedesca senza la benche' minima sbavatura
Secondariamente vorrei complimentarmi con tutti per le salite strappate a condizioni sfavorevoli e per l'armonia generale che c'e' stata nel gruppo, a parte ovviamente l'evento sfortunato del povero Franco.

Detto cio', che mi pare un incipit un po' rigido, da consuntivo aziendale, passo al raconto dei fatti.

Una settimana in ascesa.

Partenza mesta, notizie tremende da Rjukan: sono due giorni che Franz dice che piove, che loro rinunciano all'ultima giornata di scalata per le pessime condizioni meteo/ghiaccio.
Io medito di avvisare tutti il giorno prima, ma poi piu' che un calcolo mi frena la voglia di andare a metterci il naso, a vedere com'e' questa Norvegia.

E si parte. Ecco all'areoporto c'e' gia' Santino, arriva Gabriele, poi la Betti con Dario e Franco, poi un po' tutti alla spicciolata. L'ultimo sara' l'orso Ale, solitario come sempre che ci aspetta gia' al bar interno per la colazione.
La scenetta sympa l'aspettavamo al check-in dove abbiamo sdoganato due pacchi di alimenti come attrezzatura sportiva grazie alla corda del Bosio legata attorno ai salami e ad una mia Pulsar che sdraiata tra i pelati desta qualche preoccupazione al
controllo radiografico, dove sembra un parabellum ...cmq alla magica parola Norvegia+cascate il controllore cede con un sonoro AHHHHHHHH!



Il viaggio e' tranquillo, l'aereo angusto ma l'aria liscia

Il meteo di Oslo-Torp pessimo. Ma pessimo davero: piove, e' grigio, fa caldo. L'immagine e' un arruffamento di bagagli a lato di un gruppetto di noi che mangiano un panino. Dario scuote la testa, la Betti la bottiglietta della coca per sgasarla facendo danni...
La carta di credito di Santino viene magnata dal bancomat. Niente altro?





Prendiamo le auto e via, 180km di pioggia, nebbia, lingue di ghiaccio in disfacimento che serpeggiano fra i campi.
Altra immagine: si piscia in massa a lato della strada, sotto l'acqua ( ma non ho la foto:P).






Dopo poco nevica, poi smette, poi ripiove a Rjukan.

Vabbe' siamo qua.
Le casette sono belle, ma le compagnie di rampegatori presenti, tutte italiane, riportano disfatta. Ma ecco il Franzo: prontamente inietta energia, al suo solito: le cascate ci sono, bisogna cercarle ma loro ne hanno salite molte, e ce le relaziona una a una puntiglisamente.



Qualcuno da' sfoggio di se boluderizzando la scala, altri ci provano...



Prima sera, briscolone. Si capisce subito lo scenario: il tavolo il nostro, i punti di Dario, mattatore tanto del ghiaccio quanto del panno verde




Giorno due: si scala

Scendiamo nella Gorge, sezione Upper. La percorriamo tracciando nella neve intonsa (50cm a occhio) sotto una nevicata copiosa, nella nebbia, finche' non siamo interrotti da un salto antipatico. Ci giriamo e dividiamo:
Gabrie e lo Zorro su Nieder Swingfoss, un tiro di 4 con una mega crepa longitudinale e un'uscita ravanosa.
Io e Luca invece, seguiti dalla Betti e Stefano, attacchiamo Vermorkfossen Ost, canale di neve al posto del primo tiro, candela di ghiaccio spugnoso che Luca raddrizza e collega ad un altro muretto. Sosta su tre chiodi da relax mentale e tiro facile per me, tra neve e muretti rimbombanti
L'uscita e' iperravanosa, che tracciamo a due mani nel nulla. Parte Luca assicurato alla ringhera della centrale in esplorazione, pio provo io dalla parte opposta, con piu' fortuna: saliamo nel bosco, scaviamo un sottopasso sotto i tubi delle condotte e scendiamo scalette da intuire sotto la neve.
Alla strada si chude la giornata. Qualcosa si e' fatto.













A casa comincia il rito delle nostr giornate. Spuntino (lauto), chi sauna chi doccia, poi cena, briscolone. A nanna.





Sveglia alle 7, guardo fuori dalla porta, il caffe' bolle, Gabriele governa la corda, tutti si preparano.



Ieri gli altri sono andati a Krokan, una mega falesia di ghiaccio dove le condizioni sono buone si va' la'.
E passa la giornata tra vari tiri, per qualcuno duri per altri piu' alla portata, chi addirittura misto.








A fine giornata Franco, accanto a me scivola prima di mettere il primo chiodo, sento un tonfo. Scalate finite per lui, ma per fortuna i danni sono limitati, anche se ancora non sappiamo quanto: sotto al tiro c'era un bel cumulo di neve e ne risente solo la caviglia.

Il giorno siamo acnora noi, ancora nella Gorge. In fondo stavolta, anche se parcheggiamo ancora al ponte di Vermork. Siamo io la Betti e Stefano, a provare Trapfoss. Ma e' piu' bello l'ambiente che la cascata, da lontano sembra un no secco, comperta di neve. Da vicino, dopo il bel canale con neve durissima dove mi diverto salendolo a perdifiato, sembra meglio:
il capo-Betti decide che si va. Pianto un chiodo, la tengo mentre sale ancora un tiro di ghiaccio trasformatosi in goulotte nevosa. Porcona un po' poi sosta sempre su tre chiodi, una costante con sto ghiacciaccio.
Dalla sosta la visione e' pessima: il muro sotto cui ci troviamo, che dovrebbe essere quello bello, che da il senso alla cascata, e' di spunga bianca e sopra sono solo muretti da pulire dalla neve: deisistiamo. Alla nostra destra una calata ci attrae e la Betti ha il suo bel da fare per raggiungerla traversando: ghiaccio sottile su placche di roccia...
Doppia, Gorge.












La risaliamo, per fare un giro che dia un senso alla giornata, fino all'anfiteatro finale di Rjuaknfosses, la cascata fumante, che da il nome al paese. Ora e' parzialmente gihacciata, con fessure e una fenditura longitudinale dove salta l'acuqa.
Ma il posto e' bellissimo e Lipton, anche se non formata completamente fa la sua gran figura nell'antro a sinistra.





Usciamo dall'anfiteatro e risaliamo il canalino fatto ieri dagli altri, descritto come bruttino: a me ciappa
E io mi ridiverto a risalire la neve dura, dare un apio di spicozzate nella strettoia con ghiaccio uscire in mezzo agli alberi, sono ancora il vecchio sporcaccione anche qui in mezzo ai ghiacciatori!





Merenda, cena, briscolone. E' questa la cena col cotechino? Chi si ricorda... Diciamo di si dai. Si riuniscono el tre casette nella sala da pranzo di Dario & c. Lui cucina alla grandi il cotechino casalino del Bosio, io e la Betti facciamo una mega pignatta di lenticchie in umido e si cena: un piattazzo rugapanza di lenticchie a testa e una fetta di cotechino!

Il giorno dopo, emergiamo dai gas della notte sparpagliandoci: La Betti e Luca si legano con Carletto per andare a fare la cascata simbolo dell'uscita, Juskervalja, mentre io e il Bosio ci leghiamo rispettivamente con Santino e Giorgio e ci dirigiamo verso la piuì bella cascata che io abbia fatto: Sabotorfossen. Placca facile per me in partenza (io in partenza non sono molto sciolto e ho bisgono di un calcio in culo da Santino per staccarmi da terra ),
bel tiro su candela, placca e diedro per Giorgio e Santino, mega diedro per un grande Bosio e a seguire per me ma con chiodi gia' in loco e candelone finale per i due maestri, una cattedrale di meraviglise candelette da agganciare (grazie a Franco per quark, qui le pulsar mi avrebbero dato il colpo di grazia alle dita).









Si scende a si risale su un'altra cascata sotto il ponte di Vermork, caposaldo delle nostre scorribande. Primo tiro su muretto per me e il Bosio, tirone su spigolo per Giorgio e diedro per Sante con uscita sulla strada e sosta sul guard-rail





ù



Arriaviamo alle macchine assieme alla Betti Luca e Carlo, gran giornata per tutti!

Merenda, cena, briscolone con divertimento per tutti un'altra sera.

Ultimo giorno, io sono un pochino demotivato, ho gia' ghiacciato molto, sono un po' stanco e ho due indici viola. Accetto di buon grado la proposta di Santino di fare un tiro sotto il solito ponte. Mentre facciamo sosta assieme a Davide, Carlo e Stefano arriva Giorgio dall'eslporazione per valutare la fattibilità di Lipton: e' negativa, ma per poco e lo scorno e' forte. Si unisce a noi.



Fuori da questa Giorgio e Santino attrezzano l'altra cascata sotto il ponte, Vermork Est (credo) che ha un'uscita di misto senza ghiaccio. Va Giorgio per un successo scontato e poi Santino. Ora sotto ai giovani: va Carlo che esce un po' titubante, poi Stefano che fatica la salita su ghiaccio per poi risolvere agilmente il tratto di misto: bravo!







Le scalate sono finite, questa volta ci concediamo la merenda direttamente sul cofano dell'auto al parcheggio del ponte!
Poi si parte per una visita alle terre circostanti, dopo una settimana nella forra! Di civiltà non se ne vede, in compenso facciamo scorta di paesaggi innevati, un paio di laghi gelati di cui uno gigantesco: io voglio proprio immergermi in questo paesaggio di neve e ghiaccio e cammino fino in mezzo assieme a Betti. E' troppo bello, soli in mezzo al vento freddo e neve dappertutto.





Cena. Briscolone.

Stavolta la sveglia e' per l'aereoporto, alle 7 si parte con le auto in fila indiana tra le casette colorate, ormai famigliari.
I 180km ora sono piu' vari, regalano paesaggi di laghi e abeti, laghi e betulle e sullo sfondo verso nord la catena montuosa imbiancata, non altissima ma vasta quel che basta per occupare tutto l'orizzonte.



Il check-in, l'aereo, i bagagli e di novo da Orio come si e' venuti si va, alla spicciolata.
_________________
N

---

http://www.cornodicavento.com/FORUM2

[Luca Bono]

cazzo mi sembra più bella la cascata della Val Boazzo

però lì la sauna non c'è
_________________
"Andare a fare scialpisnismo allo Stelvio è come andare a puttane"
R.Scotti

[Franz]

[giò]

bravi a tutti, ma...
la betti come caz... ha fatto a sopportarvi per una settimana????????

[brozio]

bravi...che bei posti e che bel ghiaccio!
_________________
se guardi bene c'è tutto!!!

infondo una cascata o l'altra...ol gias l'è sempre gias!!!

[LorenzOrobico]

Bel resoconto nikkor... Rjukan è di casa ormai...
_________________
Ascolta e dimentica, vedi e ricorda, fai e capisci.
Visita il mio blog