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Un inverno intero al luna park
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morefire



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MessaggioInviato: Lun Mar 13, 2017 11:43 pm    Oggetto: Un inverno intero al luna park Rispondi citando

Il grande giorno delle linee magiche_parte prima

Ricorderemo a lungo l’inverno 2017. Non perché ricco di neve, né freddo, ma per noi “appenninisti” è stato semplicemente fantastico. Un continuo susseguirsi di perturbazioni calde, portatrici di piogge fino a quote alte, con la poca neve bagnata rilegata alle vette appenniniche, spesso seguite da più o meno lunghi periodi più freddi e sereni, in cui tutto questo fradiciume è ghiacciato alla perfezione. Ne sono nate indimenticabili avventure su salite effimere, vie nuove e ripetizioni; abbiamo notato un via vai sui canali che non avevamo mai visto, tantissimi appassionati che si sono goduti un Appennino più bello che mai, una vera e propria “Appenninomania” che naturalmente ha contagiato anche noi Alpinisti del Lambrusco.
Con queste parole non voglio fare alcun bilancio di un inverno alpinistico che, per quanto ne dica il calendario, non è affatto finito, ma piuttosto introdurre il piccolo racconto di una grande giornata spesa su alcune delle linee più belle del Lago Santo; a dire la verità potrebbero introdurre tante giornate di questo bellissimo inverno, ma questa mi è sembrata particolarmente grande.
Grande innanzitutto perché è un mercoledì, e non lo avrei certo passato al freddo del Giovo se non avessi saputo di tutto quel ghiaccio, freddo e sole, un vero jolly giocato al meglio. Grande perché, nell'aria tersa delle mie montagne preferite, ho concretizzato alcuni sogni che da alcuni anni tenevo nel cassetto. Piccoli sogni, per carità, ma grandi o piccoli che siano, concretizzarli appieno è una roba che ti riempie il cuore. Grande anche per l’amicizia che, ben prima e ben oltre una corda, mi lega al mio compagno che non solo condivide sveglie nel cuore della notte e fatiche della scalata, ma quegli stessi sogni così forti da riempire i nostri pensieri.


Mercoledì 8 marzo 2017, il crepuscolo ci coglie oltre il Lago Baccio mentre stiamo già risalendo la conoide; davanti a noi una muraglia apparentemente inespugnabile, solcata da una sottile ma continua striscia bianca, in mezzo ad un piccolo anfiteatro di roccia. Ci siamo!

Impossibile non notare quella linea percorrendo la valle del Baccio. Si trova a metà strada tra la Grotta Rosa e l’Altaretto, dove la fascia rocciosa è più verticale e imponente, in un tratto alto quasi 150 metri di strapiombi con ben pochi punti deboli. Un canaletto sembra quasi fare un tentativo di solcare la parete, ma si ferma ben presto in un antro sempre più ripido e chiuso, perfino aggettante in alto. Nelle condizioni migliori, ad esempio di ritorno dall'apertura di Viva Rotari, abbiamo potuto osservare una piccola stalattite pendente verso il vuoto dalla sua sommità, continuando non senza interruzioni in un’effimera colatina. Non porta in vetta a un bel niente, ma è davvero una direttiva logica e attraente. Col passare degli inverni e negli innumerevoli passaggi da quelle parti ho sempre sbirciato quella linea, spesso completamente secca o appena sporca di un bianco di chissà che qualità, fantasticando una sua salita. Anche Edo, notando l’estetica e la logicità della linea, si è innamorato di quel sogno di ghiaccio. Sentivamo che quest’anno poteva essere quello buono: l’esperienza maturata sul terreno appenninico ci ha convinto e appena si sarebbero presentate le condizioni avremmo tentato quella che per noi ormai era semplicemente la “Magic Line”.
Alla primissima nevicata novembrina siamo accorsi Lago Santo per sbirciare la nostra linea da vicino, consapevoli che non sarebbe stato un serio tentativo, ma intanto lasciamo una sosta alla base; vediamo qualche candelotto in alto, ma dovremo pazientare ancora molto. I successivi sono mesi di attesa in cui, nonostante il freddo, il secco la fa da padrone. Finalmente a fine gennaio inizia questo inverno fantastico: con condizioni sempre migliori effettuiamo belle gite e più volte intravediamo la “Magic Line”, a volte sembra quasi fattibile e ben ghiacciata!
Non siamo però gli unici a notare la linea: una cordata di liguri in trasferta in Appennino, dopo aver risolto al primo colpo una direttissima alla nordest del Rondinaio, è subito contagiata dalla sottile colata che diventa un chiodo fisso anche per loro. Ritornano la domenica successiva e in qualche modo la salgono. Il caldo ha ormai cotto e scollato il poco ghiaccio e ai tre servirà grande determinazione, coraggio e bravura per salire sezioni di roccia pessima e verticale: la via è loro e la battezzano “Ghiaccio ad ogni costo”.

La nostra grande giornata è appena cominciata: montiamo i ramponi ci avviciniamo alla colata, così in forma non l’avevamo mai vista. Eravamo concordi che per noi non dovesse affatto essere “ad ogni costo”, ma ora sembra tutto talmente perfetto che ogni dubbio si dissolve. Armati fino ai denti, montiamo una sosta un po’ più in alto, alla base di un risalto verticale. Parto io per il primo tiro mentre il primo sole infuoca la parete; il ghiaccio è perfetto, alternato a neve compatta e durissima, la progressione è sicura anche se faticosa per la verticalità. Percorro 40 metri su pendenze mai inferiori ai 75°, protetto soltanto da un warthog e un buon chiodo; arrivato alla nicchia sosto su due friend e recupero Edo. La goduria in queste condizioni è al massimo e assaporiamo a fondo ogni metro della salita.
Ora tocca al giovane Edo superare il passo chiave con il secondo tiro. Con agilità si destreggia oltre alcuni pendagli di ghiaccio sulla colata leggermente strapiombante. Superati questi pochi metri scompare alla mia vista, poi la corda scorre più veloce, segno che le pendenze sono diminuite, fino ad arrestarsi a fine corda. Smontando la sosta mi do un’ultima occhiata intorno, immerso in questa verticalità ghiacciata; in basso la valle inizia a popolarsi di qualche sciatore diretto al Rondinaio. Un attimo dopo mi ritrovo appeso alle picche, cercando di sbrigarmi per non cuocermi del tutto le braccia, e in pochi passaggi sono di nuovo su terreno appoggiato, ancora su ottimo ghiaccio, e poi in cresta a stringere la mano a Edo. Siamo euforici e su di giri, come se avessimo aperto una nuova via! Sono forse stati i metri più duri, belli e sognati che abbiamo mai percorso in Appennino, pienamente all'altezza delle aspettative, tutto grazie a queste super condizioni!

Come solito quando troviamo simili condizioni non perdiamo tempo in festeggiamenti, facciamo su la corda e ci lanciamo verso nuovi obiettivi: la giornata è ancora lunga!











Altre foto su http://www.alpinistidellambrusco.org/2017/03/il-grande-giorno-delle-linee-magiche.html

Continua....
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LorenzOrobico



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MessaggioInviato: Mar Mar 14, 2017 1:20 am    Oggetto: Rispondi citando

Mamma mia che spettacolo !!! Cool
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Ascolta e dimentica, vedi e ricorda, fai e capisci.
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Fabrizio Righetti



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MessaggioInviato: Mar Mar 14, 2017 11:27 am    Oggetto: Rispondi citando

Veramente bello e suggestivo!
Fabrizio
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Franz
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MessaggioInviato: Mar Mar 14, 2017 4:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

Marooooooooooo!
Bravo Edo! Chapeau a voi!

Quest'anno purtroppo, per una cosa o per l'altra mi son lasciato sfuggire la trasferta dalle vostre parti (e in Apuane che paiono pure al top) da tanto programmata, sia il raduno Scanalando, che ora le condizioni superlative, che avete trovato tu, Gianpi o Pelle...al Giovo, al Rondinaio, al Succiso...
.. paradossalmente più si va a sud...vedi Terminillo...Meta... e più le condizioni sono da sogno...

Vabbhe, spero tornino presto (quest'anno ormai per me è andato)... intanto mi piglio il vostro libro...e per ora godiamoci i vostri report...e la voglia incrementa solo Wink !!! Verrà il giorno! Intanto grazie!
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Domonice
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MessaggioInviato: Mar Mar 14, 2017 5:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

Porcapupazza che roba!!! Ve la state proprio spassando quest'anno. Quasi mi dispiace sia arrivata sto po' di neve sulle Alpi a distogliermi dagli obbiettivi apuano-appenninici di inizio anno!!! Confused
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BiancoAtlas



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MessaggioInviato: Mar Mar 14, 2017 8:50 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ma .... come... sti.... ecco bravo cosi dopo you porn mia moglie terrà d'occhio anche le visualizzazioni appenniniche Laughing Laughing SPETTACOLOOOOOO Exclamation
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Andare in montagna con il g.p.s. è come fare sesso con una bambola gonfiabile
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morefire



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MessaggioInviato: Mar Mar 14, 2017 9:59 pm    Oggetto: Rispondi citando

Bello eh!?
Beh, questo è solo un assaggio. Siamo rimasti un po' indietro con i fotoracconti quest'inverno, ci siamo concentrati sull'azione! Recupereremo..

Franz ha scritto:
.. paradossalmente più si va a sud...vedi Terminillo...Meta... e più le condizioni sono da sogno...

Dalle nostre parti, da quello che ho notato negli ultimi 8 anni, gli inverni sono sempre più bizzarri, ma non per questo meno interessanti per l'alpinismo, anzi. Ormai le nevicate copiose e i grossi accumuli sono solo un ricordo, persino le vette faticano sempre di più a restare bianche tutto l'inverno. Spero si arresti questa tendenza, perchè a me la neve piace ma soprattutto perchè la sua assenza non è normale!
Comunque, sono convinto che purtroppo/per fortuna vedremo sempre più spesso di queste condizioni in Appennino.
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Alpe



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MessaggioInviato: Mar Mar 14, 2017 10:12 pm    Oggetto: Rispondi citando

morefire RE dell'appennino!
ormai chi ci sta più dietro a questi...anche io mi accontento di vedere le foto..

...e che foto, davvero suggestive queste delle linee magiche, BRAVI!

quest'anno abbiamo fatto esplodere #APPENNINOMANIA
Laughing
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morefire



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MessaggioInviato: Mer Mar 15, 2017 9:18 pm    Oggetto: Rispondi citando

Il grande giorno delle linee magiche_parte seconda

...segue...

Senza nemmeno dircelo sappiamo già che direzione prendere. Le nostre fantasie su questa giornata, sviluppate nei giorni precedenti in maniera minuziosa, sono ora diventate un copione ben noto da seguire. Passiamo dalla croce senza quasi fermarci, è ancora ben incrostata di ghiaccio, probabilmente è così da un mese a questa parte. Scendiamo verso la Forcella.

La Forcella è, nella mia visione, il bellissimo centro del Monte Giovo, crocevia e luogo di transito di tantissime giornate su quella montagna. Dal pendio che la sovrasta, balcone su tutto l’Appennino modenese, si può godere di una splendida vista a picco sul Lago Santo e il Rifugio Vittoria, incorniciato da quel torrione inconfondibile, culmine dello Sperone della Borra dei Porci. Da un lato della Forcella sbuca ripido il Canale Sinistro, dall’altro passa un canaletto (Alp 99) che rappresenta la discesa più rapida verso la Borra dei Porci. Decine di volte siamo passati di qua, quasi sempre per concatenare salite; ci vuole una certa dimestichezza del posto per dirigersi verso il baratro, superare gli indugi e gettarsi a culo indietro per il canale che in partenza sfiora i 50°.
Dalla Forcella, sulla destra, in direzione della vetta, un avancorpo è solcato da un ripido colatoio: è il Fantasma del Lago, e da qui si ha una visione completa di quanto sia ripida questa vera e propria cascata nascosta tra le pieghe del Giovo. Nascosta per modo di dire, perché da questo punto è proprio lì di fronte. Non solo, si vede perfettamente anche dal piazzale del Rifugio Vittoria (beninteso bisogna sapere bene dove cercarla) ed è sempre visibile in diretta dalla webcam del Tex. Da qualunque altro punto la cascata è nascosta, come inghiottita dalla montagna. Scendendo dalla nostra scorciatoia vi si transita alla base, e uno sguardo sognante glie lo abbiamo rivolto ogni volta. Qualora ci fosse ghiaccio, questo era sempre molto sottile, spesso assente alla base e più in alto chissà; a volte si sarebbe quasi potuto salire, ma sarebbe stato impossibile proteggersi su quello strato appoggiato su placche lisce, pensavamo; altre volte il ghiaccio era cotto, scollato. Ma più spesso non c’era proprio nulla!
Non sappiamo molto sulla cascata, ma è evidente che sia la via più dura del Giovo. Altrettanto evidente che sia uno dei nostri obiettivi principali!
Difficile prevedere la formazione del Fantasma del Lago – il nome dice tutto – ma forse abbiamo ormai capito che non serve il grande freddo per farlo apparire, quanto piuttosto una quantità d’acqua abbondante, difficilmente presente visto l’invaso sommitale molto ridotto, e un buon rigelo notturno. Riparata dal sole a quota 1850, oggi dovrebbe essere al massimo della forma!

In vista della Forcella, scendiamo dal canale mentre la vista sul Fantasma è sempre più completa; capiamo subito che si può fare! Sostiamo sulla destra, stupendoci della verticalità della partenza. Qui ci ricordiamo di avere solo tre chiodi da ghiaccio, un po’ pochini per affrontare una cascata ma un numero più che ottimista per una salita appenninistica. Ci faremo bastare quelli, finalmente oggi li useremo!
Lascio volentieri andare Edo da primo, la sua esperienza su ghiaccio servirà tutta. Nel dubbio sale dritto per dritto per alcuni metri verticalissimi, tribolando a trovare ghiaccio buono, poi scompare alla mia vista. Una volta arrivato alla sosta, un provvidenziale albero sul pendio sommitale a 40 metri di distanza, mi incita a salire. Tolti i tre chiodi di sosta anche io assaggio finalmente questo ghiaccio tanto sognato. La partenza è delicata, ripida e con ghiaccio non sempre ottimo, 5 metri verticali seguiti da un tratto più appoggiato; il secondo risalto non è più facile del primo, il ghiaccio è buono ma obbliga ad alcuni passaggi atletici, ma in un attimo sono sotto il faggio a cui è appeso Edo. Proseguo senza prendere altro materiale su un terreno evidentemente più facile, 65° su neve e ghiaccio fantastici con pochi saltini più ripidi. Allunghiamo il “tiro” per circa 120 metri fino a ritrovare le nostre orme sopra la Forcella, all’imbocco del canale Alp 99.
Qui ci facciamo i complimenti di rito, confrontandoci su quanto fosse duro il tiro appena salito, ben oltre le nostre aspettative, a dispetto delle informazioni raccolte in giro. Facciamo su la corda e ancora una volta ripartiamo per un altro obiettivo!









P.s.: Nella guida “Appennino di neve e di ghiaccio” abbiamo riportato difficoltà su ghiaccio di 2+/3 e pendenza di 80°. Sicuramente 3+ è un grado più appropriato, e l'inclinazione è 90°!!

Altre foto su http://www.alpinistidellambrusco.org/2017/03/il-grande-giorno-delle-linee.html

...continua...
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Franz
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MessaggioInviato: Gio Mar 16, 2017 2:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

#civoletemale! Evil or Very Mad Laughing Shocked Embarassed Rolling Eyes Wink
PS: attendo con ansia la terza puntata Razz Neutral Wink
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Domonice
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MessaggioInviato: Gio Mar 16, 2017 6:11 pm    Oggetto: Rispondi citando

Bello! La cascata è quella della foto?
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morefire



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MessaggioInviato: Gio Mar 16, 2017 6:37 pm    Oggetto: Rispondi citando

Franz ha scritto:
#civoletemale!
no! Ma capisco che possa essere un duro colpo per alpinisti in astinenza da ghiaccio...
Ebbene è solo l'inizio, abbiamo quasi un inverno intero di arretrati!

Domonice ha scritto:
Bello! La cascata è quella della foto?
si, breve ma intensa!

Comunque, rivedendo in particolare l'ultima foto, beh il sorriso di Edo in sosta dice tutto!
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morefire



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MessaggioInviato: Lun Mar 20, 2017 11:43 pm    Oggetto: Rispondi citando

Il grande giorno delle linee magiche_parte terza

Scendiamo come gamberi per il solito canale; la neve inizia a mollare al sole di mezzogiorno, ma noi seguiamo fedelmente i nostri piani.

Questo gruppo montuoso, e questo canaletto ancora di più, sembra fatto apposta per i concatenamenti, percorsi dettati soltanto da fantasia, condizioni, tempo ed energie a disposizione; ogni versante ha le sue caratteristiche di esposizione, quota, difficoltà e tipologia delle vie. Salendo e scendendo come solito più volte per canali, riflettiamo, possiamo mettere assieme anche in Appennino sviluppi notevoli e giornate decisamente piene, sicuramente un valido allenamento.
Con l’avanzare della giornata andiamo quindi a cercare nuove zone d’ombra sulla parete nordest. C’è tutto un settore, tra il Canale Centrale e il Sinistro, dove stranamente sembra non aver mai messo il naso nessuno: è una bella muraglia con qualche punto più debole al centro, dove per qualche breve canaletto e terreno misto si dovrebbe riuscire a passare. Ci sfilammo sotto in una delle poche uscite in cui il gruppo era al completo o quasi: da quel punto di osservazione ravvicinato, Nicola adocchiò un breve camino incastrato tra due roccioni e dichiarò il desiderio di aprire una via che passasse per quella logica direttiva. Più volte, nel corso dei successivi anni, ne parlò come uno degli ultimi itinerari logici rimasti inviolati in zona ed effettivamente, nonostante la brevità della cosa, Nick aveva ragione. In un successivo sopralluogo capimmo subito che quel camino dovesse opporre qualche passaggio impegnativo ma soprattutto che di ghiaccio, solitamente, lì non se ne forma affatto. Ma ormai è difficile dimenticare quella linea e i sogni mettono radici, accompagnati dal desiderio di aprire la via proprio in cordata con Nick; nelle nostre chiacchiere quella è diventata la “Via del Presidente”, in quanto Nicola è da sempre investito della carica presidenziale nell’organigramma del Fabulous Club lambruscaro.

Oggi è semplicemente il momento di andarci; il Presidente non c’è, ma difficile pensare di ricapitare qui con queste condizioni in sua compagnia. Capirà, dedicheremo a lui la via. Aggiriamo lo Sperone della Borra dei Porci senza perdere troppa quota e presto iniziamo a risalire alla base del Sinistro. Aguzzando lo sguardo si vedono delle tracce, almeno così sembra da lontano, che salgono dove siamo diretti noi. Ancora qualche fatica e ogni dubbio è sciolto: qualcuno è già salito, e tra le tante possibilità di quel settore ha scelto, logicamente, proprio quel camino! Questa “Appenninomania” ha colpito ancora e qualcuno ci ha soffiato, anticipandoci per solo un paio d’ore, anche questa prima! Accantonato lo stupore non ce la prendiamo affatto, piuttosto ci lanciamo carichi come molle nel provare questa nuova via.
Mentre martelliamo i chiodi di sosta cerchiamo di indovinare chi potrebbe averci preceduto, ma ben presto si passa all’azione. Parto io, raggiungo il passo chiave che da vicino mi incute una certa strizza: un muretto verticale con toppe di buon ghiaccio ma piuttosto distanziate, alternate a tratti di roccia scoperta. Nulla di estremo, ma richiede comunque buona atleticità; appena mi appendo alle picche mi sento insicuro e spompo, la giornata inizia a farsi sentire nelle braccia così scendo e lascio andare Edo. Lui non fa una piega, pianta un ice piton sulle rocce alla base del salto e lo sale in men che non si dica, così come il diedro-camino successivo, prima di sparire alla mia vista; sale così svelto tanto da farmi pensare che stia recuperando la corda in sosta. Invece si ferma giusto a fine corda, quando sento un urlo lontano che mi fa capire che è in sosta.
Da secondo è tutt’altra cosa e basta qualche sforzo e trazione sulle picche per salire. Il ghiaccio in fondo è buono nel primo muro, poi più sottile nel diedro successivo, dove occorre fare attenzione a non incastrarsi, fino all’uscita delicata con traverso a sinistra oltre uno spigolo. La seconda metà del tiro è su neve ben ghiacciata e sempre ripida, con qualche ciuffo d’erba o arbusto affiorante, con sosta finale su un bell’alberello. Continuo senza nemmeno fermarmi per i facili pendii superiori, un lungo “tiro” da 120 metri che porta pochi metri a monte del solito crocevia.
Riponendo la corda, pieni di soddisfazione, ci chiediamo se scendere al rifugio o lanciarci in un altro giro. Siamo ormai belli stanchi, ma soprattutto non abbiamo altri programmi per la giornata se non quelli mangerecci dal Tex; per questo, anche se ci sarebbe tempo per il quarto giro, ci accontentiamo di aver fatto in un solo fantastico giorno esattamente tutto ciò che avevamo fantasticato di fare. Difficile pretendere di meglio!!

Al Rifugio Vittoria ci accoglie, immancabile, il mitico Tex. Per noi quel “cinghialotto” è un tutt’uno con queste montagne e gli vogliamo bene come un fratello. Ci serve la birra e il panino più buoni mai mangiati – come solito siamo praticamente a digiuno da tutta la giornata – che divoriamo mentre gli raccontiamo con entusiasmo la bella giornata trascorsa. Ci svela il mistero di chi ci ha preceduti sulla “Via del Presidente”: una cordata toscana, ma stranamente non i soliti Colò e Cotelli che erano i nostri principali sospettati.
Impareremo più tardi che si tratta di L. Bianchi e M. Rontini, che chiameranno la via “Un mercoledì da leoni”. Complimenti a loro!










Altre foto su http://www.alpinistidellambrusco.org/2017/03/il-grande-giorno-delle-linee_19.html
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Domonice
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MessaggioInviato: Mar Mar 28, 2017 8:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

Vabè, se volevi far venire le voglie ci sei riuscito alla grande!!!
Stagione finita per l'appenninismo?
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morefire



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MessaggioInviato: Gio Mar 30, 2017 5:59 pm    Oggetto: Rispondi citando

Altra puntata... sembra un anno fa...

Al Succiso come in Scozia!

29 gennaio 2017
Da giorni si rincorrevano notizie di condizioni strepitose sulla nord dell'Alpe di Succiso, che grazie al tam-tam sui social è stata presa d'assalto come non mai. La poca neve garantiva il massimo della verticalità alle balze di questa Nord appenninica e la sua consistenza perfetta, al limite del vetroghiaccio a conseguenza di un magico gelicidio, è stata protetta per almeno un paio di settimane da un anticiclone e da aria secca, oltre che dall'ombra che in questa stagione non abbandona mai il versante. Non potevamo certo lasciarci sfuggire una roba del genere!
Sfruttiamo probabilmente l'ultimo giorno utile prima della successiva libecciata che, col senno di poi, avrebbe rovinato tutto per ricreare la stessa magia da zero, e avanti così per tutto l'inverno. Purtroppo questa volta abbiamo le ore contate e ci ingaggiamo in una corsa contro il tempo, con partenza ad orario improbabile e un lungo avvicinamento al buio.
Siamo in quattro e ci imbraghiamo e ramponiamo comodamente al rifugio Rio Pascolo mentre albeggia. Nel frattempo arrivano altri alpinisti: Andrea "Pelle" e il suo socio. In breve siamo all'attacco della parete, la neve è marmorea e siamo tutti d'accordo sul fatto che oggi, con queste condizioni, sia obbligatorio esplorare linee nuove. Mi dirigo subito alla base di uno scudo roccioso all'estrema sinistra della parete, una placca di roccia appoggiata, liscia e compatta, solcata da fessure incrociate a formare losanghe di arenaria. Oggi la sua struttura è evidenziata dalla neve che, appiccicata dappertutto, esalta ogni irregolarità di questa lavagna. Cerchiamo di piazzare una sosta alla base di una striscia di neve sottile ma continua, e infine non riusciamo a far altro che piantare un ottimo snarg nella terra.
Parto subito per un tiro fantastico. Non avevo mai visto condizioni simili, ovunque vi sia un po' di neve si può piantare con sicurezza la picca, più la pendenza aumenta e migliore è la neve ghiacciata. Ogni roccia è coperta da un sottile strato di ghiaccio trasparente, fattore che rende difficile proteggersi, ma quasi non se ne sente il bisogno tanto è sicura la progressione su questo ben di Dio. Sono momenti di una goduria indescrivibile, il sogno di ogni appenninista! Seguendo la striscia di neve, a tratti larga solamente un palmo, arrivo sotto un masso che pare in bilico. Oltre il masso trovo Niccolò, arrivato lì per la striscia di neve immediatamente a destra, lo schivo traversando verso sinistra fino a trovare un passaggio per il pendio sommitale. Arrivo ad un provvidenziale mega spuntone, esattamente a 60 metri dalla sosta, e recupero Edo.
Ripartiamo in conserva risalendo il facile pendio verso una piccola fascia rocciosa. Da lontano sembra semplice, ma alla base preferiamo sostare e fare un tiro di corda. E' una corsa contro il tempo, gli altri salgono più a destra in conserva per un bell'intaglio mentre noi ci intestardiamo nel fare un altro tiro esplorativo. La terza fascia rocciosa, un'altra placca appoggiata rotta dalle solite fessure incrociate, è troppo invitante. Ne esce un tiro in diagonale, meno bello del primo ma sempre su ottima neve, che conduce ad una crestina al sole. Ci rimane la voglia di controllare tutte le fessure e le rampe di quest'altro scudo roccioso ancora lontano dal calore del sole. Ma ahinoi il tempo è finito e ci tocca correre a valle, ben consapevoli che una neve così ce la ricorderemo per molto tempo...

Altre foto qui: http://www.alpinistidellambrusco.org/2017/03/al-succiso-come-in-scozia.html









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