PARETE SUD al Breithorn orientale 4141m

[gustav1971]

E' fine maggio e l'unica puntata per aria sottile e' stata per il Gran Paradiso: con gli sci, col bel tempo, ma pur sempre una ripetizione.
Paola ha cominciato quest'anno con lo scialpinismo, il weekend di fine mese era stato pianificato per qualcosa su ghiacciaio e la mia astinenza di nuove cime si fa sentire.
Manco a farlo apposta i suoi compagni skialp stanno organizzando di andare a Plateau Rosa per una due giorni, quindi ci aggreghiamo con obbiettivo il Breithorn orientale, l'unico che mi manca in zona, con l'aggiunta di tutto quanto si riuscirà a fare.
Sabato lo facciamo in gruppo e va tutto bene: nonostante la difficoltà di adattamento alla sparata in quota con gli impianti facciamo l'Occidentale da cui traversiamo sul Centrale per poi scendere fino al rifugio delle guide del Cervino.
Nel pomeriggio non siamo molto in forma, soprattutto io. Paola se la cava essendo solo la quota, il mio apparato digerente invece decide di organizzare per il weekend lo sciopero quinquennale. Che fortuna!
Un po' dubbiosi per l'indomani facciamo tutti finta di nulla. La cena è allegra con Alberto Fabio e le due agguerrite Chiara e Irene (vd.Pizzo Scalino 2015).
La notte passa un po' agitata, puntiamo la sveglia un'ora prima di tutti, mangiamo da soli con le frontali (vd.Polluce 2013) quando una guida rientra dopo una capatina per nevi e luna con le pelli. Chapeau!
Parliamo poco: io farei meglio a tornarmene a letto ma è capitato di stare anche peggio, spero nella quota e tranquillizzo Paola.
Partiamo ben prima dell'alba, fa freddo e il vento soffia dalle cime. Buon segno per il meteo! Il cielo è sereno e la luna quasi piena illumina i pendii.
Arriviamo al colle del Breithorn e devo coprirmi con tutto quello che ho.
La discesa verso l'orientale è ostica con le pelli per la neve ghiacciata; una volta scesi con calma raggiungiamo la base della nostra cima girando per crepacciate.
Ci abbiamo messo veramente tanto, ma sapevamo di andare piano ed è gia' buona cosa essere qui. Assecondo il mio fisico facendo una sosta "tecnica" inusuale su ghiacciaio (censura sui problemi persistenti dal sabato), prendo la seconda busta di gel, alla caffeina e chissà cos'altro (la "bomba"), dopo la barretta di proteine e il gel di un'ora prima.
Sia la sella a sudest che quella a ovest della cima sono raggiungibili solo attraversando pendii ripidi e crepacciate aperte. Vediamo in cima il canalino che potrebbe essere quello citato dalle relazioni della salita da ovest, vediamo che il pendio sottostante è sì ripido ma attraversa la terminale dritto da dove siamo noi in un punto abbastanza chiuso.
Decidiamo quindi di andare su dritti per la parete sud. Solamente, la traccia è da fare perché da nessuna parte si vedono segni evidenti di salite. Si pensa che in alto possa esserci del ghiaccio, speriamo in bene. Ad occhio sarà 45/50°.
Ci leghiamo, parte Paola a tracciare superando una piccola crepacciata evidente ma chiusa.
La neve è molto ventata ovunque: il piede non fa molta presa e si fa fatica. Dopo un terzo di salita, rinfrancato dalla temperatura che sale e dalla bomba assunta, provo ad andare avanti io. Sembra che funzioni: sono molto piu' pesante e il piede affonda subito fino a creare scalini che tengono.
Arriviamo in poco tempo alla terminale. Procedo con cautela col piede leggero e sondando preventivamente con la piccozza. Non si capisce bene dove inizi il buco perché si capisce solo grossolanamente dove si trovi. Faccio un paio di tentativi sotto sicura di Paola, tutto cede ogni volta e rinunciamo. Ci spostiamo di circa 10/20m intuendo la linea della terminale dove questa sembra meglio chiusa, soprattutto chiusa da neve dura e non inconsistente.
Riesco a passare ma non so con che margine.
Si continua a tracciare ma siamo sempre più lenti. La stanchezza aumenta, aumentano le pendenze, soprattutto peggiora la condizione della superficie. Ormai si affonda di 40/50cm ad ogni passo, staccando una antipatica crosta superficiale
che scivola facilmente verso Paola che segue. Il piede deve ogni volta compattare la neve inconsistente per creare un appoggio. L'unica è tenere i piedi belli larghi ma neanche questo basta a procedere veloci. In più il sole ormai sorto sta iniziando a lambire il pendio. "Sarà il caso di tornare dalla cresta" penso. E intanto quando Paola si riposa un attimo guardo, ormai dall'alto, verso il pendio sottostante la Q4106 scorgendo una possibile traccia di discesa.
Arriviamo sotto la cima, Paola vorrebbe uscire a sinistra del canalino su rocce, ma avendo appena provato a spostarmi con un piede avevo visto che la neve per arrivarci era ugualmente faticosa: tanto vale resistere altri 15m fino in cresta, anche perché qui il sole non batte ancora per un gioco di roccioni e perché sembra spianare.
Arrivo in un punto sotto il quale si cela della roccia: mancano meno di 10m ma la piccozza non riesce più ad affondare completamente. Per fortuna la neve migliora un po' e rallentati solo dalla fatica arriviamo in cresta. Bastano 4m e siamo in cima.
E' mozzafiato, dopo aver passato più di un'ora con la neve a 50cm dalla tua faccia, trovarsi chilometri di vuoto di fronte sopra i ghiacciai di Zermatt e sopra ai 4000 di Saas-Fee, al Rosa.
Controllo che non ci sia cornice e salgo sul cucuzzolo sommitale con Paola.
Siamo pero' all'erta. Verso ovest quasi non c'è traccia, nascosta dal vento. Verso sudest c'è un segno di traccia ma oltre a passare pericolosamente su una cornice conduce alla sella sotto il Gemello dalla quale non si vede come uscire in discesa.
Un attimo di scambio di opinioni tra noi, effettivamente la cresta non la conosciamo non avendola salita, e soprattutto non sappiamo cosa troveremo più in basso.
Decidiamo di tornare indietro al punto di uscita in cresta e di scendere come siamo saliti.
Scelta buona, almeno col senno di poi: la discesa è delicata in alto per la neve inconsistente, ma non sembra scivolosa. In basso ci rallenta un po' di stanchezza.
Alla terminale passiamo con una vera e propria sicura, la sensazione è non bella di camminare sulle uova.
Siamo fuori, ora si scendono gli ultimi 50m che spianano a 40°, si prendono gli sci e ci si allontana un poco dal punto di attacco che è costellato da piccoli blocchi di neve scaricata dall'alto.
La gola arsa dalla sete, la stanchezza del malessere fisico si fanno sentire. Ci ristoriamo quasi tre quarti d'ora, ammiriamo tutto intorno a noi.
Siamo soli da ore, è stranissimo per una domenica così.
Riprendiamo le nostre cose e dopo una bella ma corta sciata ripelliamo e risaliamo verso il plateau del Breithorn e della Gobba di Rollin. Incontriamo due coppie di scialpinisti, nessun altro.
Poi vediamo la folla diretta all'Occidentale, scendiamo le piste e dopo una bevuta al rifugio voliamo verso Cervinia.
I nostri amici nel frattempo hanno fatto il Centrale, tutto è andato alla grande per tutti.
Per la seconda volta di fila (vd.Zumstein 2014) la mia cordata con Paola si è tarata con tre quattromila di cui uno nuovo per me in un weekend. Sara' diventato un vizio?

Una nota storico-tecnica: secondo Gino Buscaini (Monte Rosa, dalle guide dei monti d'Italia) questa linea di salita è stata aperta da Corti e Pirovano nel 1949, è gradata PD+, è di 250m circa. Tecnicamente ci siamo, ma storicamente?

Il Piccolo Cervino al chiaro di luna. Gli impianti dormono


Una controllatina alle assi


La parte orientale della catena si svela


Navigando in solitudine


Case di orchi


Il Gran Paradiso fatto pochi giorni fa. Sarà questa la seconda tappa di un altro giro di luna?


Arrivo al deposito sci


Visto dal Castore, visto dal Polluce, visto dai Breithorn questo scorcio è sempre suggestivo


Alé! Attacchiamo!


Da metà parete


Paola e il suo Rosa


Spettacolare balcone


"Domani" e ieri


Qui il Selfie è l'unica possibilita'


In cresta


Cavallone


Giu' che mangiamo e beviamo!


"Socio, per farne uno nuovo devi farmene fare tre!!!"


Traccia


Paola and fun


La linea sulla parete sud


Panorama. Il Rosa


Panorama. Il Vallese

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Marco

[calimero]

Sempre una bella boccata d'aria fresca guardare le immagini d'alta quota.
Ebbravo il doppio misto..
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calimero

[fabiomaz]

Grazie di condividere le belle fotorafie!
Sempre un piacere anche se non si commenta.
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"TUTTO e' piu' facile delle Orobie" G.Valota

[Fedora]

Spettacolo, bravissimi!
Le vostre facce parlano da sole, senza bisogno di commentare la fatica ma soprattutto la gioia.

[Vezz]

Bravo Marco,
farsi la traccia da sè in quegli ambienti non è mai banale.

Le panoramiche sono favolose!

A tempo debito ti chiederò qualche informazione sulla zona.
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Le montagne da lontano paiono azzurre...
...solo avvicinandole puoi scoprire il loro vero colore.

Qualche mia foto

[gustav1971]

Ringraziando tutti.
Mi son tolto la curiosità di "estrarre" un selfie di vetta

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Marco

[Franz]

Allora non perdi il vizio
"Dieci" visite distinte in un luogo per fare "dieci" cimette distinte limitrofe
Ma la traversata dal Gemello di cui mi chiedevi in mp? Accantonata per malesseri notturni?
Beh, la neve all'inizio sembrava talmente bella...peccato...

Ma siete scesi oltre il Plateau con gli sci?
Alla fine gli sci erano "solo" un mezzo di avvicinamento...

Comunque sempre bello immergersi in quell'ambiente...soprattutto se, cosa rara, soli...

Complimenti a entrambi.
Soprattutto a Paolo per avere sopportato le tue sicure "pare" fisiche e psicologiche (se vogliamo normali con il tuo malessere della notte prima) che gli avrai propinato per tutta la salita
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-Per me i fotoreports di Franz sono come i giornalini pornografici: non leggo il testo, guardo solo le foto. Quindi Franz, continua a postare i tuoi reports che altrimenti mi tocca riabbonarmi a "Le Ore" (un forumista di OTT)

[gustav1971]

Caro Franz,
rispondo ai vari punti, per quanto possano interessare al pubblico.
Dieci visite? No, molte meno. E tutte in modalità diverse.
Per la traversata Paola aveva i tempi ristrettissimi, così abbiamo ridimensionato il progetto di massima.
Niente pare psicologiche. Se le avessi avute neanche sarei partito.
Niente pare fisiche, ho tracciato almeno metà parete.
Io mi son rifatto i Breithorn del sabato per lei, lei ha fatto l'Orientale per me.
Siamo scesi verso Cervinia.
Sì, per l'Orientale gli sci erano solo uno strumento. Sabato invece qualcosa in più per scendere dal Centrale
Ciaooooooooooo
Marco

[Franz]

[gustav1971]

[Franz]

[gustav1971]

[Franz]

[LorenzOrobico]