Cancervo e Venturosa, vecchi amici.

[calimero]

Penso che ognuno abbia il proprio, e personale, piccolo buen retiro.
Un luogo dove sentirsi , ogni volta che ci si va , semplicemente bene, rilassati ed in pace con l’universo e tutti i suoi carri maggiori e minori , le loro ruote e componenti vari.
Sentirsi al proprio posto.
Vagando tra i monti ne ho ricavato qualcuno. Di buen retiro, intendo.
Uno di questi è senza dubbio il Cancervo, abbinato alla sua sorellona maggiore Venturosa.
Non so dire esattamente perché, tra gli altri, proprio loro. Però da quando tanti tanti anni fa ci misi piede e scarpone per la prima volta , con un sacco di neve in un freddissimo dicembre, su questi pendii ampi e un po’ obliqui sento l’esigenza di tornarci ad intervalli regolari, mettendo un po’ da parte la spinta esploratrice che mi fa girare per valli e cime.
Una sorta di pellegrinaggio. O roba simile.
Sarà per quei profili un pò inusuali per essere Orobia , per quelle guglie sghembe e irregolari , per i prati sommitali sorprendentemente verdi e quasi inglesi, per quel costante sentore di lentezza che accompagna ogni passo, per quelle viste suadenti e costanti sulle montagne di casa da gustarsi ad ogni sguardo.
Non so.
O forse perché, specialmente d’autunno, il tornare in queste lande, il camminare silenzioso negli splendidi e simmetrici boschi di betulle grige mi fa provare quelle stesse piccole gioie che si possono assaporare con una visita ad alcuni vecchi amici. Calore, un bicchiere di vino, quattro chiacchiere.
Già. Come dei vecchi amici, il Cancervo e la Venturosa. Con le loro piccole magie.
Un frusciare di foglie, un fascio di luce che filtra tra i tronchi. Una sosta a Cantiglio e momenti seduti in vetta ad ammirare la valle. La foschia autunnale con il sole che fatica a prendere il suo posto. La tavolozza dei colori che cambia i suoi protagonisti. Il verde che lascia ( non senza protestare, però ) il posto ai gialli, ai rossi, agli arancioni ed ai marroni.
E si ritrova il gusto di essere in montagna tanto per esserci. Lì ed in quel momento. Molto naturalmente.
Cose piccole piccole. Semplici. Cose, in fondo, da Cancervo e Venturosa.

Con il Desmosocio Saldeg. E un salutone a Matu87 ritrovato in cima al Cancervo dopo anni. A proposito di vecchi amici…

qualche immagine

Io vi do il tempo, anzi il tempo sono io..


Ad imitazione


Gemelle ( o quasi..)


Diavolino e Diavolo in scala


Spiders from Mars


Il sussurro del bosco


Cappadocia ?


Maliziosa Grignetta


Resegone Redautunno


Green 18 buche..


Corto Maltese


Cromatica Venturosa


AvVenturosi


Tavolozza nuova


Altro che Trevi..


Ciao alla prox!
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calimero

[lupin-3]

1,2,4,5,6 foto,semplicemente strepitose,come scatto e come didascalia soprattutto

bravi,anche a me piace molto quel due di cime.
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http://www.asbbi.it/

[waxy79]

Stavolta, quasi più delle foto, m'hanno colpito quelle sensazioni descritte con "mano d'artista", ci sta benissimo un brano di Enya... anche se, beh, la didascalia dell'ultima foto m'ha fatto morire
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Il mondo è dei bravi, e i coglioni se lo godono

[Claudio2169]

Le foto sono strepitose di più i titoli , il racconto è molto di più fa riflettere propio che ognuno di noi ha il suo "ritorno a baita"
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www.scenariorobici.it

Dalla cima di una Montagna il sole tramonta sempre dopo e sorge sempre prima......ecco perchè, nella vita, vale sempre la pena di "camminare" in salita !!

[Matu 87]

E' stata una bella sorpresa trovarvi in vetta, altrettanto piacevole ricordare le esperienze passate e condivise.

Ci vediamo sugli ski al Pizzo fiocca permettendo.


Approposito di "ritornare a Baita" Claudio, il Cancervo e Venturosa ricordano un pò
l' ambiente della Cima Ortigara e limitrofi con la bassa vegetazione e il calcare biancastro della roccia...
terra di sacrifici e di vite perse....anche loro sono arrivati a Baita.
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Per aspera ad astra.

[gustav1971]

Ciao Calimero!
Dove vai, in che stagione, a far cosa non fa molta differenza per te: sempre il solito buon occhio e tocco!
Scelgo la 1 e la 2 sopra tutte. Didascalie da poeta, concordo col Lupin.
Poi il Resegone (9) e la "fontana di Trevi".
Alle prossime!
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Marco