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Monte Aralalta ... "The sound of silence"

 
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matteo81



Registrato: 28/12/10 09:23
Messaggi: 1225
Residenza: Cesano Maderno (MB)

MessaggioInviato: Dom Gen 27, 2013 6:46 pm    Oggetto: Monte Aralalta ... "The sound of silence" Rispondi citando

(26 Gennaio 2013) Salita al Monte Aralalta (2.006 mt.) dai Piani di Artavaggio (LC), raggiunti con la funivia da Moggio (LC). Trovata neve farino nei tratti protetti, più consilidata e con crosta dove è stata "ventata"; su tutti i versanti più esposti già in rapida degradazione ("marmellata") con qualche tratto a erba affiorante. Con Emma (refrattaria a farsi fotografare!).

Quando giungiamo ai piani con la prima corsa del mattino, all'uscita della stazione d'arrivo della funivia le ultime stratificazioni di nebbie si stanno ormai dissolvendo. L'aria è fresca ma la temperatura non così fredda come ci si aspettava; i piani si stanno velocemente animando quando raggiungiamo il rifugio Nicola. Le classiche vedute del Sodadura della Cima di Piazzo e dei Campelli sono oramai illuminate dal sole splendente.

Il cielo terso e il "mare" di nubi al livello dei Piani di Artavaggio faranno per tutto il giorno da sfondo alle cime, il cui richiamo acquisisce un fascino particolare.
Di tutte le persone giunte fino al rifugio e alla vicina selletta Nord del Sodadura, saremo gli unici a tracciare nella neve vergine il "traverso" che passa sotto al versante settentrionale dello Sodadura; la traccia dalla selletta Sud del Sodadura fino all'altezza della Bocchetta di Regadur sarà sempre opera nostra.

Come mettiamo piede nella neve "vergine" ci lasciamo alle spalle tutta la realtà caotica della piana; come ad ispirazione, la traccia lasciata nelle neve fresca da un animale, ci ritorna utile come "linea guida". Sfortunatamente solo uno ha le ciaspole, ma per diversi tratti mi alterno su questa neve che sembra volermi inghiottire e nella quale sprofondo fin quasi alla vita, anche nel ripassare la traccia delle ciaspole.
Usciti dall'ombra gettata del versante Nord del Sodadura, capiamo che la traccia sarà da aprire fino all'Aralalta ma, incoraggiati dalla bella vista della nostra meta, siamo alquanto convinti e procediamo rispettando la linea che ci porterà a sormontare i colmi e superare i piccoli saliscendi fino alla Bocchetta di Regadur.

Alla Bocchetta di Regadur fortunamente troviamo la traccia di chi è salito all'Aralalta da Pizzini di Quindicina nella bergamasca, ma la stessa non è consolidata e senza le ciaspole si sfonda diverse volte.
Costeggiando dapprima a destra e poi sulla sinistra un paio di colmi, giungiamo alla Baita di Cabretodo posta all'inizio di un ampio tratto pianeggiante che in breve porta al ripido spallone prima del crestone finale dell'Aralalta.

Il sole è sempre splendente sulle nostre teste, non fa freddo e tutto il paesaggio attorno è silenzioso; poche sono le persone salite da quindicina, probabilmente anche loro con la sorpresa della tranquillità trovata.
Il tratto terminale in cresta nasconde fino agli ultimi metri la vetta con la sua madonnina "aurea", ma offre agli occhi un suggestivo panorama di tutto respiro.

Guardando verso i piani dalla cima, si intuisce lo sviluppo del nostro percorso e spingendo lo sguado un pò più in là è possibile, in un colpo d'occhio, abbracciare le priamidi del Sodadura e della Grignetta la mole del Grginone i Campelli i il profilo innevato della Cima di Piazzo.

Come per la salita discendiamo soli ripercorrendo le nostre orme e ritrovandoci ancora a faticare, dopo la Bocchetta di Regadur, nel ripassare la traccia ma con la piccola soddisfazione che la stessa è stata usata da qualche scialpinista.



Radiazioni solari di Matteo Negri, su Flickr



Vista su Grignetta e Grignone dalla selletta Nord del Sodadura di Matteo Negri, su Flickr



Monte Aralalta di Matteo Negri, su Flickr



Baita Cabretondo di Matteo Negri, su Flickr



Monte Aralata, sulla cresta terminale di Matteo Negri, su Flickr



In vetta al Monte Aralalta di Matteo Negri, su Flickr



Monte Aralalta, vista dalla vetta verso Sodadura e Grignetta di Matteo Negri, su Flickr



Veduta (Sodadura, Grignetta, Grignone, campelli, Cima di Piazzo) di Matteo Negri, su Flickr
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calimero



Registrato: 06/10/09 15:27
Messaggi: 1246
Residenza: colle brianza

MessaggioInviato: Dom Gen 27, 2013 8:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

Che panoramoni.
Sempre un grand balcone l'aralalta, e poi la cresta è proprio estetica e scenografica.
Belle foto.
ciao !
_________________
calimero
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matteo81



Registrato: 28/12/10 09:23
Messaggi: 1225
Residenza: Cesano Maderno (MB)

MessaggioInviato: Lun Gen 28, 2013 9:32 am    Oggetto: Rispondi citando

@Calimero: grazie dell'apprezzamento!

Si, portarsi dalla facciata Settentrionale del Sodadura verso la Bocchetta di Regadur e poi fin sull'Aralalta, regala viste panoramiche degne di nota; in particolare è molto bello il contrasto tra la fascia bianca di neve e le pendici scure quasi nere della selva di montagne che stanno a W e N-W rispetto al percorso per l'Aralalta.

La parte più bella di tutto il tragitto, almeno secondo me, è dalla Baita Cabretodo fino alla vetta dell'Aralalta ... e vicino vicino c'è anche il Pizzo Baciamorti; con l'Aralalta ho chiuso la "triade" (Piazzo, Sodadura, Aralalta") di cime dai Piani di Artavaggio ... si sa mai per un concatenamento ...
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