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Nanga Parbat 8125m -Simone Moro & Denis Urubko-

 
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lupin-3



Registrato: 13/02/07 23:58
Messaggi: 3644

MessaggioInviato: Mer Gen 18, 2012 11:20 pm    Oggetto: Nanga Parbat 8125m -Simone Moro & Denis Urubko- Rispondi citando

Stò seguendo ormai dall'inizio,l'impresa di questi due grandi scalatori..incredibile!

Quando ho visto questa foto,oltre a essermi mancato il fiato,è subito finita come sfondo pc Laughing Laughing


Per chi volesse approfondire di che cima si tratta,da wiki


Caratteristiche [modifica]

La montagna è impostata su una lunga dorsale principale, che compie un lungo arco con la concavità rivolta verso nord.[3]

L'arco origina a nord-est, con lo sperone Chongra, che sale al Chongra Peak ed alle sue vette secondarie (Chongra Peak centrale e Chongra Peak meridionale). Qui la dorsale piega assumendo un andamento prima verso sud-ovest, poi direttamente verso ovest, giungendo alla vetta principale. Da qui, la cresta prosegue, prima in direzione ovest, poi in direzione ovest-nord-ovest, lasciando a sud lo sperone Mazeno, ed andando progressivamente a digradare.[3] Lo sperone Mazeno è considerato la cresta più lunga del mondo; l'ascensione alla vetta per questa cresta è un itinerario non ancora completato.[4]

Dalla vetta dirama una dorsale secondaria, che si dirige verso nord, poi piega decisamente verso ovest raggiungendo il Galano Peak; da qui digrada in direzione ovest, lungo lo sperone Galano. Dal Galano Peak si diparte una cresta secondaria, lo sperone Jalipur, che digrada verso nord.[3]

Le dorsali isolano idealmente tre zone della montagna:[3]

a nord-ovest la parete Diamir, ove si trova anche la vetta secondaria settentrionale (North Peak); scende abbastanza decisamente verso il ghiacciaio Diamir, che poi prosegue verso il fondovalle in direzione ovest-sud-ovest affiancato dagli speroni Mazeno e Galano. La base della parete è rocciosa, mentre nelle zone superiori è costituita da ampi ghiacciai.[5]
a nord-est la parete Rakhiot, che scende piuttosto scoscesa in direzione nord verso il ghiacciaio Rakhiot, circondato dagli speroni Chongra e Jalipur. La parete Rakhiot sale di oltre 7000 metri dal fondovalle dell'Indo, distante circa 27 km in linea d'aria dalla vetta; ciò ne fa uno dei dieci maggiori dislivelli della Terra.[6]
a sud-sud-est la parete Rupal, estremamente scoscesa, che scende con pendenza elevata e costante per circa 4.500 m fino al sottostante fondovalle. Si tratta della parete montana più alta del mondo.[5]


Qui si vedono meglio le loro intenzioni Wink


"Da questa immagine si possono vedere bene le vie di salita del Diamir. Mancano le tre aperte da Reinhold Messner nella parte centrale, la prima nella discesa col fratello Guenther dopo la salita del versante Rupal nel 1970 e le altre due nella solitaria del 1978 (salita e discesa).

La via normale di salita è la Kinshofer (1962), in fucsia. Quella gialla è la via che ho aperto nel 2003 insieme a Lafaille. Il francese poi proseguì fino in vetta lungo la parte finale della via Kinshofer. Io dovetti scendere perché non ero abbastanza acclimatato.

La via rossa, sulla quale in giallo sono indicati i bivacchi a quota 6300, 6900 e 7100, è la nuova via austro-canadese. L’ultima a sinistra, in blu, è la via aperta da Reinhold Messner e Hans Peter Eisendle nel 2000 e che attende la chiusura fino alla vetta…"


Emozionante leggere il blog quotidianamente..

http://simonemoro.gazzetta.it/

In bocca al lupo ai due grandi!
Wink

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lupin-3



Registrato: 13/02/07 23:58
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MessaggioInviato: Ven Gen 20, 2012 11:44 am    Oggetto: Rispondi citando

Campo base NANGA PARBAT -18°C nevica

La tecnologia fa miracoli ma a volte permette l’arrivo di notizie tragiche.

Come già sapete, ieri eravamo appena entrati nella tenda di campo 2, eravamo soddisfatti e felici del lavoraccio svolto, ma appena ho acceso il walkie talkie è arrivata la notizia che Mario Merelli era morto in una caduta mentre aveva completato la salita del Pizzo Scais, 3038 metri, montagna bergamasca ubicata vicinissimo a casa sua.

La notizia ci ha scioccati perché sia Denis sia io eravamo amici di lunga data di Mario.

Il piano di oggi era di salire a 6600 metri, il nostro campo 3, rimanerci a dormire e poi scendere al campo base. Abbiamo però deciso di interrompere momentaneamente la salita e ridiscendere al campo base.


Da un punto di vista alpinistico le cose procedono molto bene. Abbiamo attraversato tutto il ghiacciaio Diamir tra il Ganalo e il Nanga Parbat. Un ghiacciaio tutto rotto, pieno di crepacci e torrioni di ghiaccio, con tantissimi seracchi pensili sopra la testa, disseminati come una barriera a quota 6000 metri lungo tutto il versante del Nanga.

Per questo siamo stati sul versante opposto, attaccati ai versanti del Ganalo. Abbiamo lavorato davvero in un labirinto di ghiaccio per trovare una via sicura e celere. Alla fine siamo arrivati a campo 2, 5555 metri, dove abbiamo passato la seconda notte, quella appena trascorsa.


Stamattina siamo saliti ancora fino a 5800 metri, a cento metri dall’attacco della via. Il nostro campo 2 sarà li.

E’ incredibile pensare che dentro quel ghiacciaio e fino alla sua fine sono transitati solo Albert Frederick Mummery addirittura nel 1895, purtroppo scomparendovi, e Reinhold Messner nel 2000 con Hans Peter Eisendle. C’è poi stata una spedizione che ha provato ad inoltrarvisi ma purtroppo hanno perso un componente, morto dentro un crepaccio.

La via che vogliamo salire ora è li davanti a noi, bellissima, logica, lunga…. quasi eterna. Penso che la affronteremo usando spesso le racchette da neve o con i ramponi quando le pendenze si impenneranno.

Da ieri sera sono a campo base anche i tre polacchi, che ci hanno detto di aver piazzato 200 metri di corde fisse nel canalone Kinshofer.

Ciao

Simone
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