Dalla Gianetti alla Omio, 01/07/2012

[matteo81]

La Val Masino, culla di miti, leggende, panorami tra i più dolci e selvaggi allo stesso tempo, terreno di tranquille esplorazioni e ardite conquiste. Tante sono le parole per cercare di descrivere il fascino di certi luoghi.

Come diceva una volta il “Fortissimo” Giusto Gervasutti “Nelle vibranti e libere corse sulle rocce tormentate, nei lunghi e muti colloqui con il sole e con il vento, con l'azzurro, nella dolcezza un po' stanca dei delicati tramonti, ritrovavo la serenità e la tranquillità. E l'ebbrezza di quell'ora passata lassù isolato dal mondo, nella gloria delle altezze, potrebbe essere sufficiente a giustificare qualunque follia…”. Di follia non si tratta nel nostro caso ma è palese come queste parole riflettano il nostro vissuto in questa traversata Rif. Gianetti – Rif. Omio per il Passo del Barbacan Sud.



Dai Bagni di Masino verso la Gianetti, l’avvicinamento è un piccolo viaggio a sé. Dalla fitta coltre boscosa, pian piano, ci si incammina verso ampi panorami dove l’occhio spazia libero sulle circostanti e alte vette.
Solo l’ampia vallata che ospita la Gianetti è - di per sé - capace di dare ampio respiro all’animo di chi, dopo aver affrontato un non breve cammino, vi accede finalmente.




La Gianetti al cospetto del Badile


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Alla Gianetti, innanzi ai nostri sguardi, il Pizzo Badile e il Cengalo dominano la scena.

Badile e Cengalo visti dalla Gianetti

Dopo un breve riposo e un ultimo saluto ai gestori, godendo della tranquillità che – oggi, nonostante sia domenica – il luogo ci riserva, ci incamminiamo verso il Passo del Barbacan; là verso Sud si intuisce quella forcelletta, stretta tra le rocce, che ci permetterà di affacciarci su una nuova vallata laddove si trova la Omio.


Verso il Passo del Barbacan Sud


Passo del Barbacan Sud

Alla forcelletta, su al Passo del Barbacan Sud si è proprio su di un spartiacque roccioso e possiamo – anche se per poco – rilassarci dalla calura che più in basso non ci abbandonerà.
La Omio è lì in vista, piccola piccola sotto di noi, e per raggiungerla discendiamo dal passo con vigile attenzione, a causa del sentiero ripido e della stanchezza salvo poi percorre il tranquillo – anche se alquanto anonimo – fondovalle.
Qui ci prendiamo del tempo per ristorarci e perderci, perché no, nei nostri pensieri e nelle nostre chiacchere, prima di rientrare in quella “bolgia” in cui si erano ormai trasformati i Bagni di Masino.


Vista sul Barbacan


Uno sguardo verso il Rif. Omio di mnegri1981, su Flickr

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Bravo Matteo che ogni tanto non fai falesia
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