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Cima d Asta per canale dei Bassanesi (senza sci)

 
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Autore Messaggio
pelle2005



Registrato: 03/06/10 10:59
Messaggi: 299
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MessaggioInviato: Lun Feb 07, 2011 5:21 pm    Oggetto: Cima d Asta per canale dei Bassanesi (senza sci) Rispondi citando

Zona Montuosa: Lagorai - Gruppo di Cima d’Asta (TN).
Località di partenza: Malga Sorgazza.
Parcheggio: +46° 13' 43.98", +11° 59' 89.63".
Quota Partenza: 1440 m.
Quota di arrivo: 2847 m.
Dislivello totale: 1500 totale, circa 250m il canale, 100m la cresta ovest, 50m di canale per arrivare sulla Forzeleta
Distanza: quasi 16km, circa equamente distribuiti tra salita alla cima e discesa da essa.
Tempo di salita: 4h45min.
Tempo di discesa: 3h30min.
Sentieri utilizzati: 327 e 364.
Difficoltà: AD (considerando sia canale che cresta), tratti con pendenze di 50°.
Possibilità di proteggersi: punti di sosta inutili o difficili da fare: eventualmente corpo morto o sfruttare la parete rocciosa ai lati del canale; attenzione alla possibilità di trovare cornici all’uscita del canale.
Materiale necessario picca, ramponi, casco, pala, sonda, artva. Se si pensa di legarsi (e a priori non è detto che si possa stabilire): corda, imbrago, corpo morto e il necessario per eventuali soste o manovre.
Caratteristiche salita: itinerario fisicamente impegnativo dato lo sviluppo. Canale non lungo e con solo l’ultimo tratto un po’ impegnativo. Cresta finale anch’essa un po’ impegnativa.
Pericoli oggettivi: pericolo di scariche sassi, slavine lungo tutto il percorso dopo l’uscita dal bosco, itinerario molto frequentato da scialpinisti.
Esposizione: canale esposto a sud-est, da evitare nelle ore di maggior insolazione.
Periodo consigliato: dicembre.÷maggio (dipende dalle condizioni), da evitare in caso di forte vento per il tratto di cresta finale, evitare con temperature miti e o calde.
Punti appoggio: all’arrivo la malga (aperta d’inverno, frequentata da ice-climber e scialpinisti), bivacco invernale del Rifugio Brentari a quota 2476, bivacco Cavinato sotto la vetta di Cima d’Asta.
Punti di riferimento: inizialmente la forestale, in seguito il ruscello (si rimane alla destra orografica), e poi direttamente l’anfiteatro di Cima d’Asta e la cima. In caso di nebbia può risultare molto difficoltoso l’orientamento dall’uscita dal bosco al rifugio Brentari, e la discesa dalla cima per tornare al rifugio lungo la normale.
Condizioni meteo: nubi alte che ci hanno mantenuto la neve in condizioni discrete e che ci hanno evitato di abbrustolire al sole, vento in quota.
Copertura nevosa: Buona lungo tutto l’itinerario. Il parcheggio completamente ghiacciato, e fin dall’inizio della forestale neve presente. Canale e cresta ben coperti dalla neve.
Condizioni neve: Media, tratti ben ghiacciati intervallati da accumuli e da neve non trasformata (spesso il piede affonda).
Giudizio sull'ascensione:  La fatica è ben appagata dal panorama dalla cima. Il canale è divertente per l’ambiente granitico in cui si trova, e la cresta finale presente una pendenza interessante.
Ripetizione del: 05/02/2011, Andrea, Mirko, Nicola e Riccardo.

Accesso:
A22 uscita Trento Centro, si segue per Padova e Valsugana. Poi per Pieve Tesino, e appena superato il centro (che resta sulla nostra sinistra in alto) si trovano i cartelli per Val Malene e Malga Sorgazza.
Attenzione ai tratti finali di strada, facile trovare ghiaccio in curva.
Parcheggio interamente ghiacciato.

Descrizione via:
Levataccia, alle 6e00 arriviamo al parcheggio (1440m), e alle 6e30 siamo in marcia. Dal parcheggio si prende il sentiero 327, che inizia come strada forestale proseguimento della strada che ci ha condotti qui in auto. Si ignora il sentiero che parte alla nostra destra e poi quello a sinistra, proseguendo sempre sulla forestale. Dopo 40 minuti si arriva alla cabina di partenza della teleferica (1625m) che serve per portare materiale al rifugio Brentari. Da qui si lascia la forestale e il 327 prosegue su sentiero. Con la neve il sentiero non è sempre ben individuabile (i segnavia sugli alberi e rocce ci sono comunque) ma data la grande frequentazione dell’itinerario da parte degli sci alpinisti, una bella traccia marcata dovrebbe trovarsi. Si superano alcuni ponticelli, e si punta verso nord, fino a uscire dal bosco fitto, e si prosegue sempre dritti. Si è aperta una valle che presenta un bel salto misto roccioso di fronte a noi, che prima di andare a sbatterci contro, si supera tenendosi e salendo sulla sinistra (1h40min, 1800m). Per superare questo ostacolo la salita si fa già di moderata pendenza, 30° 35°. Arrivati sufficientemente in quota (sotto la cresta di Socede) si svolta verso destra, in direzione dell’anfiteatro di Cima d’Asta. Inizialmente si tratta di un traverso, poi si ricomincia a salire di buon grado. I ruderi della capanna dei pastori non erano visibili! È possibile notare un canale ben marcato (e uno un po’ più breve a sinistra) nel quale meglio non entrare, ma passare sopra esso a destra. Proseguendo con la salita si arriva all’anfiteatro dove è possibile individuare il Lago di Cima d’Asta ben coperto di neve. Se si vuole far tappa al rifugio, si aggira in senso orario il dosso che sta alla nostra destra, e si giunge al Brentari (3h15min, 2476m). Una pausa per mangiare qualcosa.
L’avvicinamento (che sia per pendenze che dislivello è già di per se un bel traguardo) è finito. Si punta verso nord ovest, al Canale dei Bassanesi che sulla cartine è individuato al suo termine dalla bocchetta Canalon. Inizialmente il canale non presenta pendenza eccessiva (30°), solo man mano che ci si addentra tra gli speroni granitici si accentua arrivando a 40°. Dopo due terzi del canale, uno sperone roccioso obbliga a scegliere se aggirarlo da destra o da sinistra. La valutazione può essere dettata dalla presenza o meno di cornici, o dove ci sia la più piccola. Noi decidiamo di stare alla nostra destra, e l’ultimo tratto è sui 50°. Si raggiunge la fine del canale (4h15min).
Inizia ora la cresta, che può essere valutata più difficile del canale. Abbastanza aerea, ma affilata solo nel penultimo tratto, presenta passaggi anche lei sui 50°.
Si raggiunge infine la cima (4h45min, 2847m), dalla quale se si è fortunati si può godere un panorama a 360°: Baldo, Carega, Brenta, Adamello, Cevedale, Gran Zebru, Lagorai, Pale di San Martino, Sasso Lungo Sasso Piatto, Piz Boe, Marmolada, …, Cimone e Cusna! Attenzione alle cornici (ne abbiamo vista una di un paio di metri che sembrava un’invitante piazzola). Doverosa pausa per foto.
NB: mi riservo di aver sbagliato i gradi di pendenza.

Discesa:
NB: chiamarla discesa non deve ingannare sul grado di impegno che richiede.
Per scendere dalla cima si segue quello che sarebbe più o meno la normale. Si punta inizialmente verso nord est, dove la pendenza è un po’ meno accentuata, e dopo aver perso un po’ di quota si prosegue in traverso verso sud est. Si arriva così sotto la Forzeleta, dove incontriamo l’ultimo tratto ripido da salire (si tratta di poche decine di metri sui 50°). Raggiunta la Forzeleta (5h45, 2680m), si scende senza puntare direttamente il rifugio (salti rocciosi!) ma con un ampia curva che va verso sud e poi successivamente verso ovest, su dolci pendii nevosi (accumuli!). Arrivati al rifugio (6h15), altra pausa ristoratrice.
Il resto della discesa segue lo stesso itinerario della salita. Arriviamo alla macchina dopo 8h15 dalla partenza.

Note:
I tempi indicati sono di persone abbastanza allenate ma che hanno fatto numerose (anche se spesso brevi) pause, vanno presi con cautela. Per questo, e per trovare le condizioni di neve migliori possibili, meglio partire molto presto, anche a buio, contando di arrivare al cabinotto della teleferica quando albeggia.
Le pendenze indicate possono essere affette da errori di valutazione (non grossolani comunque) e dipendono di volta in volta dall’innevamento.
A livello tecnico, la salita non richiede particolari abilità, piede fermo e padronanza della progressione su neve e ghiaccio, roccia non ne abbiamo trovata. Punti di sosta intermedi, cordate, non abbiamo valutato ce ne fosse necessità. Attenzione però alle cornici, sia a non passarci sopra, che eventualmente superarle per uscire dal canale.
A livello fisico l’itinerario è impegnativo. Il dislivello e la distanza lo sarebbero già in condizioni estive, in condizioni invernali va aggiunta la fatica dovuta allo scivolare sulla neve, all’affondare nella stessa, e i traversi su neve dura che stuzzicavo le caviglie. Abbiamo visto solo scialpinisti e nessun alpinista al di fuori di noi quattro.
Le condizioni che abbiamo trovate erano buone, non ottime, ma buone. Calzati i ramponi al cabinotto della teleferica (ma si poteva calzarli anche dal parcheggio che non faceva male!), gli abbiamo tolti solo quando di nuovo giunti alla macchina. Sulla forestale e fino all’uscita dal bosco la neve era abbastanza dura, anche grazie alla pista da sci presente. Dall’uscita dal bosco al Brentari era di consistenza irregolare: tratti ben duri si intervallavano con tratti di neve in cui “fare la traccia”, a seconda del passaggio o meno di numerosi o pochi o nessun sciatore. Il canale invece era in buone condizioni, e la cresta ben gradinata da molteplici passaggi precedenti ai nostri. In discesa la neve era molto di accumulo, quindi dove affondare un po’, ma con pure tratti ghiacciati. La risalita alla Forzeleta era su terreno buono. Il ritorno al Brentari ci ha invece fatto faticare nonostante stessimo scendendo! In seguito le condizioni della neve erano le stesse che nelle ore precedenti quando passammo per salire.
Anche le condizioni meteo trovate sono state buone. Non troppo freddo: al parcheggio si misuravano addirittura 4 gradi, ma salendo i gradi sono scesi, e arrivati al rifugio abbiamo sentito il vento, che poi sulla cresta e in cima ha tirato con buona intensità. Il sole (per fortuna) non si è mai fatto vedere (ma illuminava tutte le montagne al di fuori del massiccio di Cima d’Asta), e ciò ci ha permesso di non patire calura e scioglimento della neve.
Si raccomanda attenzione al rischio di sovraffollamento che si può trovare: gli scialpinisti che ti passano sopra smuovono sia neve che pezzi di ghiaccio, ma questa non è una colpa (ci mancherebbe!) ma è un dato di fatto, come quando si arrampica chi è sopra rischia di mandarti giù sassi.
Sconsigliabile in giornate soleggiate, sia per il rischio di veloce trasformazione della neve che per “calura” propria.
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Harnust



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MessaggioInviato: Mar Feb 08, 2011 12:13 pm    Oggetto: Re: Cima d Asta per canale dei Bassanesi (senza sci) Rispondi citando

pelle2005 ha scritto:

....
Sconsigliabile in giornate soleggiate, sia per il rischio di veloce trasformazione della neve che per “calura” propria.


Dopo la "calura" di domenica e lunedì.. sconsigliabilissimo il canalone e molto occhio ai traversi sotto la cresta di Socede.
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pelle2005



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MessaggioInviato: Mar Feb 08, 2011 12:51 pm    Oggetto: Rispondi citando

quoto!
vedi incidenti con morti sul carega..[/quote]
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pelle2005



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MessaggioInviato: Gio Feb 17, 2011 8:49 am    Oggetto: Rispondi citando

a chi interessasse foto e relazione:

http://www.nikobeta.net/Cima%20d%27Asta%20invernale.htm
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