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   Pizzo Bernina, via normale, 10/07/2021
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Onicer  Federico Morelli   
Regione  Lombardia
Partenza  Campo Moro  (1934 m)
Quota attacco  3014 m
Quota arrivo  4049 m
Dislivello della via  1035 m
Difficoltà  AD- ( pendenza 55° / III+ in roccia )
Esposizione in salita Sud-Est
Rifugio di appoggio  rif.Zoia, rif.Carate, rif.Marinelli, rif.Marco e Rosa
Attrezzatura consigliata  Corda meglio 60 mt.,piccozza, ramponi, imbrago, casco, kit discesa corda doppia e assicurazione, cordini, 3/4 rinvii
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Discreto
Commento Matteo, giovane alpinista lecchese, aveva programmato la salita al 4000 più orientale delle Alpi: all’appello hanno risposto il sottoscritto, Alessandro mio fedele compagno di cordata, Stefano e Simone, anche loro giovani alpinisti lecchesi. Abbiamo optato per salire sabato pernottando venerdì al rifugio Marinelli e scelta non è stata più azzeccata: meteo perfetto dopo la perturbazione di giovedì, assenza di vento, temperatura gradevole e poco affollamento. Partiti alle 4.30 dal rifugio sotto un cielo stellato già la neve presente nei dintorni era dura e compatta, segno di un ottimo rigelo notturno. Arrivati dopo circa 40 minuti al passo Marinelli occidentale a 3014 mt ci leghiamo in cordata e procediamo lungo il fianco della vedretta di Scerscen superiore sotto il Piz Argient e Cresta Guzza. Dopo aver aggirato quest’ultima vediamo in alto alla nostra sinistra le luci della Marco e Rosa. Senza difficoltà e buon passo saliamo il canalone duro, compatto, con pochi crepacci ancora chiusi che in breve ci porta alla forcella di cresta Guzza dove è situato il rifugio, sono le 7.15. Dopo un veloce spuntino ci dirigiamo verso la spalla dove inizia la parte rocciosa della salita. All’attacco c’è già una cordata impegnata nel primo tiro di terzo grado che con ramponi, guanti e neve mi sembra di un po' più difficile dopo averlo affrontato da secondo con Alessandro davanti. Dopo c’è un breve tratto in cresta e ancora un altro tiro roccioso meno difficile. Ancora cresta e un tiro che provoca un po' di affollamento poiché iniziamo a incontrare le cordate che scendono dalla cima dopo aver fatto la Biancograt. Alla nostra destra si intravvede bene la vetta e dopo una sottile e aerea cresta nevosa affrontiamo l’ultimo tratto roccioso esposto e non banale che ci conduce in cima alle 10.40. L’emozione e la gioia è tale che un urlo liberatorio esce dalla mia bocca e contagia il gruppo in atteggiamenti di giubilo. Panorama mozzafiato: è la cima più alta e dominiamo le montagne circostanti. Stiamo in cima mezz’oretta e poi via concentrati in discesa, dopo la cresta rocciosa e nevosa con tre doppie siamo alla spalla e alle 13.45 alla Marco e Rosa per una meritata pausa. Dopo un consulto di gruppo optiamo per scendere dalle roccette ed è stata una scelta infausta: pietre instabili, alcune staffe e pioli mobili, ultima scala letteralmente ballerina che finisce direttamente nel crepaccio terminale del canalone che ci obbliga a fare una doppia per scavalcare il crepo. Abbiamo perso tanto tempo dato che giungiamo alla Marinelli dopo le 18.00 e al parcheggio all’imbrunire dopo le 21.30. Salita impegnativa dal punto di vista fisico, psicologico e alpinistico: lungo avvicinamento, concentrazione massima dalla spalla e ritorno, capacità di arrampicare sul terzo grado con ramponi a quasi 4000 mt e muoversi su cresta affilata ed esposta.
Foto n.°1: canalone cresta Guzza
Foto n.°2: in cresta con vista sulla cima
Foto n.°3: tutta la cresta vista dalla vetta
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