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   marmolada 3342, 16/08/2011
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Passo fedaia  (2000 m)
Quota attacco  2600 m
Quota arrivo  3342 m
Dislivello della via  700 m
Difficoltà  PD- ( pendenza 40° / II in roccia )
Esposizione in salita Nord
Rifugio di appoggio  Capanna punta Penia, Rif. Pian dei Fiacconi
Attrezzatura consigliata  corda ramponi picozza
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Salutato Nico dopo la salita al Pelmetto del 14 e passato il Ferragosto 2011 in famiglia, il 16 si parte per la Marmolada. Tutto nasce da un incontro casuale col Dott. Orsi a Caprile, con cui avevo lavorato tanti anni prima in Terapia Intensiva a Crema. Lo riconosco, mi avvicino e ci salutiamo calorosamente, poi da cosa nasce cosa e sapendo del suo interesse per la Marmolada gli propongo di salirla insieme anche ai miei figli. Per Armin 11 anni sarà il bis mentre per David di 9, sarà la prima volta. Saliamo in auto fino al P.so Fedaia (q. 2074 m) e da lì per facile sentiero sulle rocce lisciate dalla millenaria azione dei ghiacci che ora aspettano molto più in alto, saliamo in in un’oretta fino al Pian dei Fiacconi (q. 2626 m) trascinati dall’entusiasmo di Armin e David che ci salgono davanti. La giornata è stupenda e il ghiacciaio, sempre più in ritirata, inizia un centinaio di metri oltre il Rifugio lasciando scoperte le rocce che dorate brillano al sole. Le attraversiamo aspettando la neve per calzare i ramponi ad armin cui consegno anche una picozza e che lascio libero di seguire il Dottore. Alle 10 partiamo, io mi lego ( con la mitica corda rossa della casaccia ereditata dal babbo)con David che privo ramponi cammina senza problemi nel solco molle di neve calpestata della pista che sale serpeggiando ed evitando le zone di ghiaccio più dure e ripide. Senza problemi e crepacci arriviamo un’ora dopo all’inizio delle roccette attrezzate (passi fra il I° e II°) che permettono di superare il dislivello per raggiungere il nevaio sommitale. David in tuta e felpa con gli scarponcini sembra appena uscito da una lezione d’inglese in qualche College British e sorride sotto il suo caschetto di capelli brizzolato. Lascio libero Armin col suo imbrago e io seguo David nelle operazioni di sicura coi moschettoni sul cavo metallico e salgono entrambi senza preoccupazioni e io mi diverto a fotografarli da sopra o da sotto. Alle 11.30 siamo fuori dalle corde e pronti a riaffrontare il facile dorso nevoso che ci condurrà in cima (Schen de Mul, cresta a inizio stagione, piatta gobba ghiacciata e con detriti a fine stagione). Scatto belle foto coi bimbi che cavalcano un’affilata cresta nevosa con vista sul Sassolungo e ripartiamo. Ancora lontana la croce segnala il punto d’arrivo e io e Davidino seguiamo il dottore e Armin che ci precedono. Le nebbie ci coprono mettendo un pizzico di mistero agli ultimi metri e a mezzogiorno raggiungiamo la croce dando il via al walzer delle foto. Ma le nubi coprono il mondo e solo la croce diventa il soggetto. Ci trasferiamo così nella zona della capanna Penia per mangiare i nostri panini. Un’oretta dopo il cielo si è aperto e l’azzurro ha dipinto il grigio e così ritorniamo alla croce per altre foto e qualche panorama in un cielo parzialmente aperto. Alle 13.30 prendiamo a calpestare il poco inclinato nevaio sommitale che con un solo cambio di pendenza ci riporta al tratto delle roccette. velocemente lo scendiamo e poi per salti nella neve smollata alle 14.30 siamo nuovamente al Pian dei Fiacconi dove ci liberiamo di tutti il materiale e gli imbraghi crogiolandoci un poco al sole e ammirando lo scarno ghiacciaio che comunque al sole rifulge descrivendo la nostra ascensione. Scendiamo in bidonvia con la nonna che è salita a salutarci e poi col sole che scalda il pomeriggio una volta scesi al Fedaia ci mettiamo sulla spiaggetta a riposare. ma dura poco perché il sole brucia e dopo aver bagnato i piedi propongo il tuffo nelle acque gelide dei duemila metri di quota fra lo sguardo allibito degli altri turisti vestiti di tutto punto ed intenti nei loro bagni di sole. Anche Ile cede all’invito e si mette a sguazzare nelle acque gelate al cospetto della Marmolada e del Civetta che con sguardo ammirato, ammiccano. Si conclude con questa “pazzia”, un’entusiasmante giornata di sole sport neve e natura immersi nelle meraviglie delle Dolomiti e in compagnia dei miei figli adorati. Il giorno dopo alla brigata Marmolada si aggiungono la compagna del dottore e Martina (mia collega di lavoro),marito e figlio, e tutti insieme passiamo la giornata salendo per la ferratina dei Sass de Rocia. Per Martina e famiglia è un autentico battesimo della roccia, che concludiamo festeggiando al Bivacco posto in cima dove i bimbi si divertono ad arrampicarsi sul tetto e poi ad accendere il fuoco. Poi scendiamo, con Armin che batte strda disarrampicando tranquillamente fra l’apprensione degli altri, ma io so che è preparato a sufficienza. Infine, riesco a convincer tutti ad addentrarci nelle viscere della montagna scendendo per il canalone che porta al buco del coniglio e al successivo verticale tratto attrezzato che ci deposita nel bosco per completare il periplo dei sassoni. Finisce con la merenda collettiva sui tavoli di Ronch col sempre impagabile panorama sul Civetta e il Pelmo.

Foto1 la montagna Foto2 sul tratto attrezzato Foto 3 in cima
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