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Pizzo Bernina, Via normale, 25/07/2020 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Zeno |
Regione | Lombardia |
Partenza | Campomoro (1980 m) |
Quota attacco | 2815 m |
Quota arrivo | 4049 m |
Dislivello della via | 1365 m |
Difficoltà | AD ( pendenza 45° / III in roccia ) |
Esposizione in salita | Sud-Est |
Rifugio di appoggio | Rif. Marinelli Bombardieri e Rif. Marco e Rosa |
Attrezzatura consigliata | Normale attrezzatura da alpinismo classico. |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Maria vuol salire la Biancograt mentre io, pur affascinato da una tanto bella cresta, non mi sento pronto visto lo scarso allenamento e la mia sofferenza alle alte quote.
Decidiamo di salire comunque al Bernina ma dalla via normale unendoci anche a Giorgio, Andrea, Fabio e Alberto (qui “funfunfunfzig”) che avevano già in programma la gita. Raggiungiamo dunque venerdì sera il rif. Marinelli ed il giorno successivo partiamo alla volta dell’ultimo baluardo alpino orientale “over 4000”. Una volta giunti sulla Vedretta di Scerscen Superiore saliamo alla Forcola di Cresta Guzza attraverso il canale nevoso evitando la ferrata; non c’è traccia e la neve caduta il giorno precedente copre alcuni crepacci donando un bel sapore alpinistico a questo tratto di salita. Dal rifugio Marco e Rosa imbocchiamo poi l’impegnativa cresta, ora nevosa ora rocciosa, che porta verso la vetta. Mentre arrampichiamo penso che sicuramente anni addietro i tratti rocciosi erano minori e l’itinerario più semplice ricordando anche che i miei nonni salirono qui negli anni ’60 (credo che la nonna mise in ramponi in quell’unica occasione nella sua vita). Finalmente verso le 14 siamo in cima circondati da un ambiente davvero severo che non ammiravo da tempo. La discesa al rif. Marco e Rosa è ancora laboriosa ma è allietata dall'incontro inaspettato con Pietro ed altri amici che scendono dalla via normale dopo aver percorso la Biancograt. Il resto del rientro è per me un’agonia a causa della stanchezza e un forte senso di nausea che mi accompagna fino all'auto, raggiunta a notte inoltrata. Son contento di aver conquistato (il termine è forse qui appropriato... ) una vetta tanto rappresentativa con Maria, suo papà ed altri amici che ho conosciuto meglio ma mi convinco sempre di più che a queste quote per essere davvero sereni con gli altri e godersi appieno il contesto circostante serva un’abitudine ed un allenamento maggiore del mio. Mòla mia, leù! |
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