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   Traversata Vallumbrina, Villacorna, Mantello; per creste, 25/07/2020
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Onicer  Brecchy   
Regione  Lombardia
Partenza  Rifugio Berni  (2541 m)
Quota attacco  3122 m
Quota arrivo  3516 m
Dislivello della via  500 m
Difficoltà  PD ( pendenza 40° / II in roccia )
Esposizione in salita Sud-Ovest
Rifugio di appoggio  Rifugio Berni alla partenza, bivacco Monte Ortles a 3122m
Attrezzatura consigliata  Classica da alpinismo
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Gran bella uscita anche oggi in zona Gavia... Partiamo relativamente presto dal rifugio Berni a 2541m con un'aria frizzantina, ci sono 4°C! Seguiamo la via normale per il San Matteo fino ad incrociare un'indicazione per il bivacco battaglione skiatori Monte Ortles, dove appunto svoltiamo a destra cominciando a risalire la Valle Ombrina dalla sua morena. Qui le rocce si fingono bagnate mentre invece sono ricoperte da un leggero e infido strato di verglass. Occhi aperti. Spediti raggiungiamo il bivacco a 3122m dove al colletto ammiriamo nella sua completezza la panoramica cresta che andremo a percorrere; il temporale di venerdì ha depositato una decina di centimetri di neve fresca che veste l'ambiente di un candido colore invernale. In alcuni punti la neve è già sparita, in altri troviamo accumuli. Al tepore del sole ora si sta bene. Seguiamo così la facile cresta alla nostra sinistra e raggiungiamo in breve la Cima Vallumbrina a 3222m tramite quello che rimane di un  camminamento della prima guerra mondiale; su tutto il percorso troveremo poi tracce di questo conflitto, e un po' viene la pelle d'oca a pensare a quei tempi dove i soldati lottavano più per la sopravvivenza "contro" la montagna che contro il nemico... Onore a loro.
Nulla a che vedere con il nostro odierno "andar per monti" per diletto...
Perdiamo leggermente quota e ancora per facili passaggi (I°-II°) prevalentemente sul filo di cresta, raggiungiamo la seconda vetta della giornata, la Cima Villacorna a 3447m. Scendiamo ancora disarrampicando e per tracce di sentiero fino a trovarci ad una breccia di fronte ad una bella placca inclinata dove preferiamo togliere la corda per affrontare questo facile ma esposto passaggio; Maurizio mi cede così il posto e salgo io da primo, una dozzina di metri dopo, faccio sosta su spuntone e sicura al socio che mi raggiunge in un lampo. Riposta la corda nello zaino continuiamo a salire su passaggi divertenti e traversi spesso esposti, dove bisogna sempre prestare attenzione alle rocce ricoperte di neve; è sempre Maurizio in testa che su questi terreni trova pane per i suoi denti ;-)
Arriviamo dopo 4 ore e mezza (circa) dal rifugio Berni sul Monte Mantello a 3516m dove ci rilassiamo un attimo e ci concediamo una pausa ristoratrice; approfittiamo anche per fare il punto della situazione: l'ultima parte di cresta, quella che conduce al San Matteo è fin troppo innevata per i nostri gusti, niente di impraticabile ma sicuramente avrebbe richiesto una progressione più lenta e si sarebbero allungati senz'altro i tempi e questo non era nei nostri piani altrimenti avremmo anticipato la partenza. Così, con calma, decidiamo di scendere per la paretina/pendio Nord-Ovest del Monte Mantello (40°-45° max, in parte faccia a valle e in parte faccia a monte) legandoci per precauzione visto che non sappiamo le condizioni e se alla base ci aspetta o meno una terminale da superare. Anche qua tutto fila via liscio ed in breve mettiamo finalmente piede sul ghiacciaio del Dosegù dove poco dopo ci ricongiungiamo alla traccia della via normale del San Matteo da dove vediamo scendere a gruppi una decina di persone. Alla fine del ghiacciaio, di fronte alla seraccata ma a debita distanza, riponiamo il materiale nello zaino e ci rimettiamo in cammino per raggiungere dopo un'altra oretta circa la macchina.
Altra gran bella uscita, altra bella fetta di torta portata a casa. Ambiente spaziale che mi ha fatto rivivere la stupenda ed indimenticabile traversata delle 13 cime di qualche anno fa... Anche oggi soli su questa cresta sempre oltre i 3000m, probabilmente poco frequentata "per colpa" dei più blasonati 3000 della zona. Merita davvero!
Alé.
Partecipanti: io e Maurizio
Foto1: roccette
Foto2: tratti nevosi
Foto3: vetta Monte Mantello
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