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13 cime (part one....), 09/07/2019 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Syd |
Regione | Lombardia |
Partenza | parcheggio Forni (S. Caterina Valfurva) (2000 m) |
Quota attacco | 2000 m |
Quota arrivo | 3769 m |
Dislivello della via | 3100 m |
Difficoltà | PD+ ( pendenza 35° / II in roccia ) |
Esposizione in salita | Varia |
Rifugio di appoggio | Rif. Casati al Cevedale, Rif Mantova al Vioz |
Attrezzatura consigliata | dotazione da ghiacciaio |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Partiti con l'intento di ralizzare in tre giorni l'anello delle 13 cime, ci siamo dovuti accontentare di arrivare al Vioz e da lì rientrare ai Forni, causa instabilità che lunedì mattina ci ha presentato un'alba avvolta nella nebbia, scossa da un vento piuttosto tempestoso, e con i residui di una nevicatina notturna.
Dai Forni al Casati è una passeggiata con solo qualche fatica in più da spendere nel tratto sotto la teleferica, ancora parzialmente innevato. Casati-cima Cevedale supertracciata, facile, con calma in poco più di un'oretta e mezza. Dalla cima facilmente in discesa su ghiacciaio con vestigia di vecchie tracce, si arriva a risalire e poi discendere la dorsale rocciosa del Rosòle che richiede attenzione per la pessima qualità della roccia. Arriviamo al bivacco Colombo giusto per evitare una sfuriata di nevischio, poi sotto il sole ma strapazzati da un vento impetuoso, con raffiche a 100 all'ora, sino al facile col de la mare e la successiva, sempre tracciata, vetta del Palon. La discesa per la cresta rocciosa del Palon è da fare con attenzione: la roccia è pessima, la cresta è a tratti precaria per le frane che la stanno erodendo (il caldo non aiuta: tutta la cerchia dei forni è costellata di frane). Superata la cresta, la risalita successiva verso il Vioz è una piacevole camminata, su un vasto apparato glaciale che sornione sembra invitare al relax, ma che bisogna valutare per quello che è: un ghiacciaio con relativi crepacci. Corda ben distesa e distanza adeguata... Dopo questo primo tratto che chiede 7/8 ore sane sane di scarpinata, arriviamo al rifugio Mantova, 100 m sotto la cima del Vioz, accoglientissimo, da dove l'indomani saremmo dovuti proseguire per la seconda lunghissima e più impegnativa tappa. Invece seguiamo il consiglio del rifugista e rientriamo ai Forni (facile, 2.5 h e siete al Branca....) La discesa dal Vioz al Branca è stata invece una piccola avventura: ghiacciaio non tracciato e occorre scenderlo confidenti fino al punto di indovinare l'attacco del sentiero sulla morena a sx della lingua glaciale, poco prima che si butti nell'abisso di una spettacolare seraccata (sconsigliabilissimo senza traccia trovarsi a cercare la via in caso di nebbia!!!). Agganciato il sentiero (grazie a una palina provvidenziale) occorre seguire effimere paline, ometti e qualche bollo un pò su neve un pò su sfasciumi, superando un tratto franoso e quasi verticale attrezzato con cordini. Insomma, a conoscerlo facile, se non lo conoscete fate tutto con calma e prudenza: noi ci abbiamo messo 3.5 h per arrivare al Branca, con qualche vai e torna di troppo. Torneremo per completarle ste 13 cime! Son posti spettacolari, percorsi per lo più in totale solitudine. |
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