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   Cima di Tosa-canalone Neri, 02/07/2018
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Onicer  merenderos   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Vallesinella (TN)  (1500 m)
Quota attacco  2272 m
Quota arrivo  3172 m
Dislivello della via  900 m
Difficoltà  AD+ ( pendenza 55° / II in roccia )
Esposizione in salita Nord
Rifugio di appoggio  Rif. Brentei (2182), rifugio Pedrotti (2491)
Attrezzatura consigliata  N.d.alpinismo su ghiaccio. Nelle condizioni attuali doppia picca, casco, e spezzone di corda (non indispensabile) per conserva.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Avevo letto che era uno dei canaloni più spettacolari delle dolomiti e quando salendo verso il rifugio Brentei inizi a vederlo capisci il perché! 900 m di canale immerso in un ambiente davvero spettacolare. Il canale si presenta al momento in ottime condizioni anche se il gran caldo di questi giorni non lo renderà ancora percorribile per molto tempo. Il ginocchio inizia a vedersi molto, ma è superabile sia a destra (più semplice), che a sinistra, con un po’ più d’ inclinazione. Per il resto la neve era ben portate e permetteva una bella e veloce progressione. Direi AD il canale e un + per la lunghezza e l’impegno dell ‘itinerario completo.
Si arriva al rifugio Vallesinella, che si raggiunge prendendo una stretta strada a destra una volta arrivati a madonna di Campiglio. Il parcheggio costa 4 euro al dì + 2 euro la notte. Si attraversa il fiume e in 1,30-1,45 si arriva al rifugio Brentei (ottima accoglienza e ottimi consigli per la salita al canalone). Appena oltre il rifugio c’è un sentiero che scende giù diretto nel vallone, e risale dall’altra parte obliquando verso destra (ometti). Il sentiero continua verso destra in prossimità di un paretone. Qui bisogna iniziare a salire gli sfaciumi verso sinistra e puntare alla base del canalone (qualche piccolo ometto, 45 min/1 h dal rifugio). Si arriva così all’inizio della conoide. Si inizia a risalire il canale passando a destra del primo piccolo crepaccio e poi si sale dritti senza percorso obbligato fino in prossimità del ginocchio (45/50°). Se si vuole passare a destra qualche decina di metri prima di arrivare al ginocchio bisogna attraversare la profonda rigola centrale e poi salire a destra. Altrimenti si rimane sulla sinistra con pendenze un pochino più sostenute (55°). Le due linee di salita rimangono poi separate praticamente fino agli ultimi cento metri, perché la rigola centrale, molto profonda, taglia praticamente tutto il canale. Si continua poi su pendenze sempre sostenute e senza tregua fino all’uscita. Da qui a destra si arriva con pochi passi alla madonnina di vetta (2,30/3 dall’attacco). Partiti alle 4 dal rifugio in vetta alla 7,45.

DISCESA: Si attraversa il grande pianoro sommitale ripassando dall’uscita del canale e si scende verso SE (ometti). Attualmente c’è ancora molta neve per cui si scende il versante opposto, all’inizio su pendii nevosi (attenzione che la neve alle 8 aveva già mollato molto), e poi su balze e sfasciumi rocciosi (seguire sempre gli ometti). Sono state allestite delle nuove soste per scendere il paretone dove passa la normale.
Sono 4 doppie da 15 /20 m ciascuna su ottime soste a resinati con moschettone di calata. Se si scende seguendo gli ometti si arriva direttamente alla prima calata. Ci sono alcuni ometti che proseguono oltre la prima sosta, e che permettono di saltare la prima calata e di arrivare direttamente alla seconda, superando altre balze rocciose. Una volta sul nevaio si continua a scendere su traccia verso sinistra fino alla base del vallone. Si risale poi l’evidente sentiero che passa sotto alla grande parete di cima Margherita. Si svolta poi a sinistra e si arriva al rifugio Pedrotti (2,30/3 dalla cima).
Si seguono poi le indicazioni per la Bocca di Brenta che si raggiunge in pochi minuti e si scende sul versante opposto seguendo ometti e segnaletica (ancora presenti diversi nevai). In un’ora si arriva al Brentei, e da li si ritorna al parcheggio in un’altra ora e mezza). Discesa lunga per via anche delle doppie, ma la bellezza dell’ambiente in cui si svolge riduce di molto la fatica.

FOTO 1: condizioni canale e avvicinamento
FOTO 2: all’attacco
FOTO 3: l’uscita del canale dalla madonnina di vetta
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