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   A Franz - Parete Est Concarena, 22/03/2018
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Onicer  Gauss94   
Regione  Lombardia
Partenza  Ono San Pietro  (516 m)
Quota attacco  1598 m
Quota arrivo  2549 m
Dislivello della via  860 m
Difficoltà  TD ( pendenza 80° / V in roccia )
Esposizione in salita Est
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  due piccozze,fettucce per clessidre,fittoni per eventuali calate,staffa per eventuali tratti critici specie sul masso iniziale,friends medio-piccoli, viti da ghiaccio piccole,chiodi da roccia,non essenziali ma utili nuts.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  4 - Forte
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Una linea, un sogno. 2000 metri da Ono san Pietro alla cima Bacchetta nella sua complessa e spettacolare parete est. Un articolato e infernale avvicinamento senza traccia, guadagnato dopo sopralluoghi. Una ravanata tra morene di fango e massi instabili, pietraie coperte da neve, ontani pronti a trascinarti negli inferi bianchi permette di raggiungere la seconda parte dell'avvicinamento che vanta ben 1100 metri di dislivello. Si accede al canalone che con pendenze di 45 e 50 gradi costanti per 500 metri di dislivello porta al conoide di attacco della via, a circa 1600 metri di quota. L'ingresso si presenta con due grossi massi incastrati (15 m ciascuno) tra pareti liscissime. Per superarli occorre che il cono di neve raggiunga almeno metà del masso superiore, azzerando almeno 20 metri di roccia spiovente. Tra un masso e l'altro una grotta che se raggiungibile permette di far sicura con clessidra e vite da ghiaccio nelle stalattiti interne. Il passaggio nelle condizioni trovate si aggira su M4, ma con ghiaccio marcio e salito quasi totalmente in dry su pessimi agganci (V in roccia). Superatolo, la via prosegue mai sotto i 55 gradi, anzi spesso sopra i 60 e con vari brevi muri di 80 gradi porta alla strettoia della goulotte, scavata sempre nella rigola di scarico della valanga. Si tratta di 20 metri di passaggio, di cui 15 a 80 gradi e gli ultimi 5 metri trattasi di cascata di ghiaccio a 90 gradi, poco proteggibile ai lati. Va affrontata ancora di notte, visto che anche con temperature di molto sottozero al primo sole cuoce tutto e si rivela per ciò che è, l'ennesimo masso incastrato con 20 metri di vuoto sottostante. Il ghiaccio qui forma solo una crosta da spindrift, e cede al passaggio se le condizioni non sono perfette. Il canale ritorna su pendenze accettabili di 60 gradi, per poi affrontare una fascia di misto fino a M4, e con un altro breve tratto di 70 gradi si giunge alla sella, dove il nostro canale muore per ricomparire a destra della suddetta sella, dove si immette in un canalone. Qui la parte meno ripida della salita, 50 gradi per un centinaio di metri, tratto da raggiungere all'alba. Proseguendo le pendenze tornano a salire, fin verso i 70 gradi dell'uscita. Ora il tratto più pericoloso della salita, l'imbuto sommitale tra Torre Golem e Corna Rossa è convoglio di enormi valanghe da lastroni e cornici alte anche 7/8 metri. Consigliabile uscire direttamente sulla corna Rossa a 2463 metri di quota, e assicurarsi con precedenti sopralluoghi con binocolo che questa parte abbia svalangato per bene. Tramite cresta sudest la cui uscita resta nel cuore pieno di lacrime di gioia, si arriva alla cima della Bacchetta dall'anticima sudest. Occhio sempre alle cornici molto spioventi. Discesa dalla non banale via normale, e dopo molta strizza per valanghe ovunque nei canali di fronte e a fianco, e dopo 21 ore di viaggio, siamo a Sommaprada, distrutti nel giorno più bello della mia vita.
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