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Gran Zebrù - via Normale, 08/07/2017 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | postalg@gmail.com |
Regione | Lombardia |
Partenza | Parcheggio dei Forni (2176 m) |
Quota attacco | 2800 m |
Quota arrivo | 3851 m |
Dislivello della via | 1700 m |
Difficoltà | PD+ ( pendenza 45° / II in roccia ) |
Esposizione in salita | Sud-Ovest |
Rifugio di appoggio | Rifugio Pizzini |
Attrezzatura consigliata | Da alpinismo |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Mediocri |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Prima volta sulla vetta del Gran Zebrù insieme a Claudio.
Condizione della salita per me al limite ( pendii ripidi con neve inconsistente).é vero che noi siamo partiti alle 4 dai Forni ,alle 5,30 dal Pizzini ,tardi per la giornata calda che era Sabato. Il collo di bottiglia primo tratto neve, 20/30 metri di ghaia,sassi, poi ancora neve non è un problema si sale i ramponi lavorano. La spalla per me la parte più delicata dove non si può sbagliare niente ,massima attenzione ( in salita e in discesa) ogni passo deve essere sicuro e la piccozza deve lavorare (vietato scivolare).Uscita della spalla due punti da porre estrema attenzione ,nei pressi della catena/corda e più sù dove si trova un fittone di alluminio fisso.La cresta terminale in condizione e fortuna senza vento ,pur nella nebbia, ci ha fatto intravedere la vertiginosa parete Nord .In discesa sempre faccia a monte . Si è saliti in 7 dalla normale ,2 dalla Suldengrat ,7/8 alpinisti, incontrati durante la salita, hanno rinunciato alla cima , piu o meno dopo il colle di bottiglia. Impressioni: la salita al Gran Zebrù è di grande soddisfazione in un ambiente spettacolare di alta quota. La salita mai banale , richiede sempre attenzione e tecnica di progressione coi ramponi su pendio, poi è faticosa la pendenza è costante senza riposo. (sia di gamba sia di testa). |
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