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   Dent d'Herens - Cresta Tiefmatten, 03/07/2017
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Onicer  maboro76   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza   Diga di Place Mulin (1950 m)  (1930 m)
Quota attacco  3300 m
Quota arrivo  4171 m
Dislivello della via  800 m
Difficoltà  AD ( pendenza 45° / III in roccia )
Esposizione in salita Ovest
Rifugio di appoggio  Ovest
Attrezzatura consigliata  Normale da alpinismo. Un paio di friend medio-piccoli utili per il tratto roccioso, fettucce e un paio di chiodi da ghiaccio
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Buono
Commento Respinti dal maltempo nel lontano 2012,lunedì l’abbiamo salita interamente.
Nel complesso bella ma lunghissima gita, dove già la salita all'Aosta regala stupendi ambienti. La perturbazione degli scorsi giorni, ha depositato anche qui tanta neve (20-30cm sul nevaio sommitale, 5-10 cm lungo la cresta che abbiamo trovato incrostata a nord e nei punti dove il vento non ha pulito).
Le condizioni non ottimali e temperature decisamente sotto la media sono stati gli elementi principali che hanno caratterizzato questa salita. Partiti alle 4 dal rifugio Aosta dopo circa mezz'ora abbiamo attaccato il ghiacciaio trovandolo fin da subito abbastanza innevato. I buchi più grossi si vedono ma tutto il resto è chiuso e invisibile o (quasi sempre) intuibile.
Buona progressione su neve portante, su traccia battuta da due cordate francesi e una italiana che ieri hanno provato la via ma che il maltempo ha fermato alle catene, quindi dalle catene abbiamo tracciato tutta la salita.
Visto che tutta la cresta era innevata abbiamo dovuto percorrerla interamente coi ramponi ai piedi. In queste condizioni le difficoltà cambiano e si deve procedere con un po' di cautela, abbondando nelle protezioni. Tra l’altro la neve nascondeva i segni dei passaggi precedenti (oltre a qualche insidia), e in un paio di punti abbiamo perso la via di salita classica (in salita il traverso del gendarme l’abbiamo fatto circa 5 metri sotto alla linea dove ci sono 3 chiodi).
Il pendio che conduce verso la vetta è ben innevato con alternanza di neve fresca crostosa/farinosa e neve dura, ma mai ghiaccio.
La sezione di roccia attrezzata con i fittoni ad U in salita l’abbiamo trovata coperta da verglass e neve, condizioni che sono cambiate nel pomeriggio visto che stava già sciogliendosi.
Crestina finale decisamente delicata e abbondantemente innevata.
Discesa dalla via di salita. Consigliatissimo sfruttare tutti gli ancoraggi per fare le doppie nella parte sommitale.
Attenzione che col caldo del pomeriggio abbiamo visto che la neve del ghiacciaio diventa sfondosa e i ponti cedono facilmente.
Probabilmente le cordate che hanno salito la cima il giorno dopo hanno trovato condizioni più favorevoli.
Qualche osservazione:
1)Pur avendo salito diverse creste lungo le alpi, a noi è parsa un’escursione particolarmente impegnativa. Contare 6 ore per la salita e altrettante per la discesa. Se si è in 3 (come noi ieri, aggiungere un po’ di tempo in più).Ci è parsa più dura di quanto dato sulle relazioni, ma questo sicuramente a causa della mancanza di tracce e alle condizioni complessive della montagna (morale: partiti alle 4 am dal rifugio, vetta alle 11, rientro al rifugio alle 18 e alle macchine alle 2115).
Tra l'altro ci saremmo aspettati più materiale sulla cresta Tiefmatten, e invece abbiamo trovato 5-6 cordini oltre a 3 chiodi sul traverso del gendarme.

2)Dal lago di Place Moulin fino al rifugio Prarayer c’è una bella strada carrozzabile(divieto di transito). Consigliatissimo l’uso delle MTB per risparmiarsi almeno un’ora di cammino (su 4 e passa di avvicinamento).

3)Su diversi siti e relazioni si parla di 3 diverse possibilità di discesa dalla cima. In realtà l’unica percorribile è a ritroso dalla cresta. La via normale è abbandonata perché pericolosissima (scariche continue di sassi e crepacci). La soluzione con 6/7 calate è ormai obsoleta (anche se alla fine della Tiefmatten si vede ancora brillare una catena di calata e c’è un bel ometto): le soste depositano su uno zoccolo che, causa ritiro del ghiacciaio, è 100m sopra il ghiaccio stesso. L’unico modo per scendere ulteriormente è l’elicottero. Non abbiamo trovato notizie sul fatto che abbiano integrato queste calate.Inutile quindi portarsi le mezzecorde da 50m e l’attrezzatura relativa per doppie .

4)Il cellulare prende al parcheggio della diga. Poi sempre offline (tutti gli operatori). Si riaggancia il segnale solo da metà della Tiefmatten (diciamo da dopo il gran gendarme) e fino in vetta (dalla vetta funziona in roaming con Svizzera).

5) Vista anche la scarsa frequentazione (e quindi anche le evidenti difficoltà per tener aperto un posto così remoto), vale la pena spendere qualche soldo in più per la mezza pensione invece che portarsi gavette e fornelli. Il rifugista sarà più contento e anche i futuri escursionisti (che troveranno un rifugio sempre aperto e funzionante).
Tra l’altro ora lo gestisce un ragazzo davvero bravo, disponibile e gentile (dovrebbe fare dei corsi a tanti rifugisti francesi…), animato da una gran forza di volontà (sale a metà giugno e resta ininterrottamente per più di 100 giorni al rifugio fino a fine settembre, spesso da solo…..).

Gita fatta con Alessandro e Andrea.

Un grazie al rifugista dell'Aosta
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