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   Aiguille de LESCHAUX dal Bivacco Gervasutti, 19/10/2013
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Onicer  Franz   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Lavachey (Val Ferret - Courmayeur)  (1650 m)
Quota attacco  2800 m
Quota arrivo  3759 m
Dislivello della via  900 m
Difficoltà  AD+ ( pendenza 60° / III in roccia )
Esposizione in salita Sud
Rifugio di appoggio  Bivacco Gervasutti
Attrezzatura consigliata  Due picche non indispensabili, ma consigliabili per il tratto di misto della barra rocciosa basale e il castelletto sommitale. Serie di friends e nuts e cordini per riattrezzare eventuali doppie.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Con Mara, Marco e Mattia, due giorni in un angolo fantastico del Bianco. Salita "dimenticata" soprattutto in questa stagione un pelo più "ostile". Neve dai 2200 m. Abbondante dai 2500. A tratti portante crosta di rigelo sul ghiacciaio.
Bivacco Gervasutti con 12 posti pulito e ordinato. Coperte nuove. Però i pannelli solari non danno energia e quindi non va la luce, la piastra elettrica, il pc, la radio per le chiamate di emergenza. Portare fornelletto!!!!

Dalla Val Ferret raggiungere la località Lavachey e superarne le case per giungere, dopo un bosco sulla sinistra e prima di due tornanti della strada, ad un ponte sulla sinistra. Parcheggiare poco prima sulla destra. Oltre il ponte si trova il cartello indicatore per il bivacco caduto dalla sua palina. Si tiene la destra seguendo prima dei segnavia CAI bianchi-rossi e poi dei bolli gialli. Risalire il bosco ed uscirne a destra su detritici morenici. Seguire bolli gialli ed ometti per entrare nel vallone di Freboudze e attraversarlo tutto in diagonale ascendente verso destra, guadando i vari rami del torrente. A questo punto ci son due linee di bolli: non tenere quelli di destra, bensì piegare a sinistra ancora sul detrito per andare a superare un torrente laterale e individuare un sentierino a zig-zag che sale ripidamente una morena erbosa. Giunti al suo termine si traversa il torrente e si prende un ripido canale sulla destra attrezzato con delle corde fisse. Dopo un’ottantina di metri si esce sul sentiero sotto il Mont Greuvetta e lo si segue in piano o leggera salita verso la parte alta del vallone attraversando torrenti e placche rocciose fino a scorgere il bivacco posto a strapiombo su un roccione. Il roccione è posto tra i due rami est del ghiacciaio di Freboudze. Si raggiunge la base del roccione appena a destra della verticale del bivacco intercettando o una serie di spit per la salita in cordata o delle corde fisse sotto il bivacco (4h30 da palina, anche meno senza neve).
Salire sopra il bivacco in un canaletto tra placche attrezzato con una corda fissa (da reperire sotto la neve in caso di abbondante innevamento) e uscire sopra le rocce per una cengia verso destra. Mettere piede sul ghiacciaio traversando in diagonale a destra sotto una seraccata. Salire il ripido (30-40°) pendio a destra verso le rocce per superare la seraccata e al suo termine piegare a sinistra in leggera discesa per giungere in un avvallamento (1h). Superare una serie di crepacci enormi cercando il passaggio migliore portandosi ancora verso destra per accedere al circo glaciale superiore chiuso da pareti rocciose. Piegare a sinistra andando ad avvicinarsi ad una bastionata meno inclinata. Superare la crepaccia terminale e tenendo la destra proseguire per un pendio a 50° fino a toccare le rocce. Per una serie di canaletti e placche superare i primi 50 metri ripidi, passaggio da ricercare un poco, comode protezioni con friends, fino a raggiungere un pendio di rocce rotte meno inclinate che con percorso non obbligato porta alla sella che si affaccia sul ghiacciaio pensile che scende dal colle tra la vetta e l’anticima 3670. Giungere al colle direttamente e piegare a sinistra per la cresta orlata da enormi cornici. Attaccare le rocce presso una nicchia riparata raggiunta tramite un canalino nevoso. Non tenere il filo di cresta, ma piegare decisamente a sinistra, seguendo una cengia e una serie di fessure e comodi canali nevosi sempre in diagonale verso sinistra (si incontra ad un certo punto una sosta attrezzata per la calata) fino a giungere alla cresta sommitale a picco sul versante francese. Seguire ora il filo aereo di cresta verso destra con passaggi anche a cavalcioni fino alla sommità principale, punto di unione delle tre creste principali che sorreggono la montagna. Verso Nord, verso l’Aiguille di Talèfre, un torrione pare (da verificare) più alto della cima appena raggiunta. Scendere brevemente ad un colletto e salire con pochi passi un po’ atletici i 5 metri del torrione (lasciato cordino sul masso sommitale).
Tornati sulla vetta che guarda il versante di salita reperire una sosta di calata che con 30 metri consegna alla sosta precedentemente incontrata, donde con altri 30 metri alla neve. Ripercorrere a ritroso la neve fino alla bastionata rocciosa. Trovare la prima sosta (attrezzata da noi con cordino) al centro della sella su uno spuntone. 4 doppie da 30 metri dirette leggermente verso destra (scendendo) portano ad altre 2 doppie da 30 già attrezzate, l’ultima delle quali, posta sotto la verticale bastionata rocciosa, permette di giungere appena sotto la crepaccia terminale al ghiacciaio.

Relazione di Marco: http://romelli-marco-illustrazione.blogspot.it/2013/10/aiguille-de-leschaux.html

PS: la presente descrizione si riferisce alla salita in veste semi-invernale: considerare meno innevamento e passaggi leggermente diversi in altre stagioni (in particolare la bastionata centrale e la salita al castelletto di vetta, affrontabile probabilmente in maniera diretta sul filo di cresta). Anche la gradazione AD+.
Salita di un certo impegno ambientale. Il ghiacciaio e la crepaccia terminale possono opporre notevoli difficoltà in stagioni o condizioni non favorevoli.
La salita anche in condizioni "estive" viene proposta come AD, contro le varie relazioni di guide o siti internet che la danno PD+.
Questo non solo per le condizioni "invernali" trovate da noi, ma in generale perchè trattasi di una via globalmente impegnativa. Negli ultimi anni il ghiacciaio è diventato molto travagliato e l'accesso alle rocce con la crepaccia terminale spesso aperta non banale. L'isolamento e la probabile assenza di traccia fanno il resto. Sicuramente non è una ascensione paragonabile al PD+ di una normale del Bianco iper tracciata o frequentata.
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