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Dal Tresero al San Matteo, 16/07/2008 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | gian54 |
Regione | Lombardia |
Partenza | Gavia (2545 m) |
Quota attacco | 3100 m |
Quota arrivo | 3678 m |
Dislivello della via | 800 m |
Difficoltà | PD+ ( pendenza 45° / II in roccia ) |
Esposizione in salita | Varia |
Rifugio di appoggio | Bivacco Seveso |
Attrezzatura consigliata | normale da alpinismo |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Ieri complice la bella giornata siamo al Gavia, non conosco la zona, solo una sci alpinistica fatta anni addietro, è ancora molto buio e alla luce della frontale lasciamo l’auto. Con un po’ di saliscendi siamo al Ponte dell’Amicizia qui decidiamo di prendere il sentiero n 25 che risalendo tratti erbosi e morene ci porta a contornare a sx la Vedretta di Tresero. Ora la luce ci consente di vedere, decidiamo di risalire alcune roccette che conducono al Bivacco Bernasconi ed alla Punta di Segnale. Nessuna traccia và nella direzione del Tresero, proviamo a salire la cresta ovest, tra grossi massi instabili e sfasciumi guadagniamo quota, arrivati ad una fascia rocciosa più marcata notiamo un cordino che ci conforta dell’esistenza del passaggio, risalitala, traversiamo ad un intaglio. Calzati i ramponi saliamo appena a dx del filo di cresta su neve crostosa mai portante superando alcuni canalini siamo finalmente al sole in vetta al Tresero per una via di cui non conoscevo l’esistenza. La giornata ancora una volta è spaziale, cielo terso non una nuvola a perdita d’occhio, siamo dispiaciuti per tutti coloro che sono in ufficio e non possono godere di questo ben di Dio. Notizie del giorno precedente dal Rifugio Berni davano 5 persone salite a dormire al Bivacco Seveso, contavo di trovare la cresta tracciata dopo le nevicate dei giorni antecedenti. Purtroppo già sulla vicinissima Punta Pedranzini raggiungiamo i 5, dovremo battere il resto del tracciato, tratti di neve inconsistente dove si sprofonda talvolta fino all’inguine si alternano ad altri crostosi ma mai portanti. Il mal di ginocchio mi accompagna dai primi passi, fortunatamente Marco è in forma e fà il grosso del lavoro. Il susseguirsi di brevi risalite, facile arrampicate su rocce e discese su crestine orlate di grandi cornici è molto divertente. Così dopo la Pedranzini superiamo il Dosegù, con un lungo traverso su neve crostosa e quindi faticosa intersechiamo il tracciato iper battuto che sale dal Gavia al San Matteo, finalmente su bella traccia saliamo in vetta al San Matteo. Molte cordate militari alpine in addestramento sono sull’itinerario. In vetta l’aria è fresca, dopo aver scattato in tutte le direzioni cominciamo la discesa, la neve morbida rende piacevole il ritorno fino alla morena, poi un po’ di slalom fra i costoloni morenici e siamo al Passo. |
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