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   Monte Disgrazia- Canalone Schenatti, 22/06/2013
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Onicer  grigna   
Regione  Lombardia
Partenza  Piana di Predarossa  (1950 m)
Quota attacco  3300 m
Quota arrivo  3678 m
Dislivello della via  350 m
Difficoltà  AD ( pendenza 50° / II in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Rifugio Ponti - aperto
Attrezzatura consigliata  Due picche per il canalone.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Il Disgrazia, la montagna che ho visto piu volte in assoluto, quella che fin da bambino, durante le vacanze in Val Masino aveva sempre attirato la mia attenzione, per un motivo o per l’altro non ero ancora riuscito a salirlo. Ho sempre avuto timore reverenziale nei confronti di questa montagna, ma l’altro giorno mi è scattato nella mente il desiderio di rompere questo tabù che durava almeno da vent’anni.
Così, messaggiando col Brozio ci siamo accordati per una salita veloce in giornata e venerdi sera, dopo una giornata di lavoro piuttosto estenuante, alle 22.45 ci ritroviamo alla Piana di Predarossa sotto un cielo tutto all’infuori che sereno.
Quella che doveva essere una dormita sotto le stelle, è stata in realtà una dormita sotto le nubi e l’umidità fino alle 3 quando è suonata la sveglia. Niente, cielo ancora coperto ma dopo la colazione, come per incanto, il cielo si apre e partiamo alla volta del rifugio Ponti un po piu rincuorati.
Il mitico Insalatone parte subito a manetta mettendo a dura prova le gambe provate da una settimana di canicola e in poco più di un’oretta siamo alla Ponti dove inizia ad albeggiare. La neve inizia poco sotto il rifugio e si presenta poco o per nulla rigelata complice la notte coperta. Sprofondando un pochino ci alziamo di quota e verso i 3000 metri la situazione migliora. Sul ghiacciaio la neve diventa portante e calzati i ramoni, arriviamo velocemente all’attacco dello Schenatti. Estratti gli attrezzi del mestiere, Brozio e Lezzenese procedono slegati mentre io e Insalatone formiamo una cordata piuttosto folkloristica che verra battezzata Big Salad Team.
Lo Schenatti si presenta in ottima neve e in poco più di mezz’ora sbuchiamo in cresta. Da qui alla vetta, si alternano passaggi di roccia ad aeree crestine nevose che superiamo con prudenza.
Giunti in vetta, rimaniamo giusto 2 minuti poiché dal versante malenco risalgono minacciose nubi. In discesa, ripercorriamo lo Schenatti, decisamente più veloce dell’articolata cresta dove corre la via normale.
Una volta terminate le difficoltà, scendiamo piuttosto velocemente al rifugio su neve marcia e poi all’auto poco prima di un rovescio di pioggia.
Per completare la stupenda giornata, un salto a San Martino a mangiare un piatto di pizzoccheri e poi via di corsa dalla morosa a Bellano.
Un ringraziamento a tutti i compagni di salita e in particolare al grande Insalatone che si mette a ridere in qualsiasi situazione anche delicata, tipo in discesa dallo Schenatti quando mi si è staccato un rampone e ha iniziato a ghignare manco avessi raccontato una barzelletta.
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