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   canale nord grabiasca-poris, 30/05/2012
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  carona  (1100 m)
Quota attacco  2400 m
Quota arrivo  2700 m
Dislivello della via  300 m
Difficoltà  PD ( pendenza 40° / II in roccia )
Esposizione in salita Nord
Rifugio di appoggio  rif. calvi
Attrezzatura consigliata  la traversata si può fare senza materiale
per il canale ramponi e picca
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Dopo il Tua dell’anno scorso con Nico, mi è nata la passione per i canali nevosi e allora propongo a Stefano che non ne ha mai fatto uno di accompagnarmi su per il Canale Nord del Grabiasca. Dormo a casa di Ste, a Casnigo, qualche ora, e alle 5 siamo già a Carona. Passiamo il bel borgo di Pagliari (10’) e dopo il primo ripido tratto su carrareccia, la pendenza diminuisce fino a camminare in falsopiano per un lungo tratto che ci conduce fino alla bella conca aperta dove si trova il Lago del Prato (1650 Mt.). Prendiamo a destra verso la diga del lago di Fregabolgia. Alcuni gradini ci consentono di giungere alla sommità dell’impianto idrico. Superata la sbarra metallica e si scende a livello del lago costeggiandolo per un lungo tratto. Si cammina tra il lago alla nostra destra e alcune ripide fasce rocciose alla nostra sinistra fino ad arrivare al rifugio Calvi ( q.2000,h 7) in splendida posizione al centro di una bellissima conca circondata da alcuni dei più frequentati monti della zona (Aga, Poris, Grabiasca, Madonnino, Cabianca, Vallerossa, Monte dei Frati, ecc...). Dal rifugio in discesa sulle sponde sinistre del grazioso laghetto Rotondo entrando in una zona ricca di piccoli larici sparuti ed in mezzacosta camminiamo verso il lontano passo di Valsecca. Alle 8 ancora in ombra fotografo un gigantesco uovo di ghiaccio opalescente sotto lo sguardo attento dei Diavoli che dominano la valle. Attraversato il neonato fiume Brembo, risaliamo la valle sul lato opposto. Dopo il guado del fiume inizia una lunga ma salita a gradoni erbosi che passa accanto ad alcuni salti e giochi d'acqua spettacolari. Appare finalmente la nostra montagna, possente con la sua mole poderosa divisa in due dal nostro canalino che la spezza come un colpo di spada. Con percorso non obbligato ci alziamo ulteriormente fino a trovare la via più logica per portarci ai piedi del Grabiasca e del pendio nevoso che sale verso il Canale Nord, ora ben visibile, lungo e stretto. La prospettiva ce lo fa apparire più ripido di quello è in realtà. Alle 8.30 calziamo i ramponi sulle prime nevi di giornata e lentamente cominciamo a salire verso l’intaglio su pendenze moderate. Alla nostra destra bella vista sui Due Diavoli che ci osservano salire, cercando di richiamare la nostra attenzione che per oggi si limiterà all’ammirazione. Alle 9.15, iniziamo a risalire il canale inizialmente con pendenze attorno ai 30-35° nella parte aperta ed ampia, solcata da una rigola di scarico la cui neve più dura ci aiuta nella progressione. Una volta entrati nella parte più stretta (3-4 metri tra le due pareti rocciose), il canale tende ad assumere la forma di un vero e proprio canyon e la pendenza tende ad aumentare (fino al limite dei 45°). Una esse incisa dalla rigola, profonda ora circa mezzo metro ci conduce verso l’uscita del canale, e siamo in cresta. La luce ci abbaglia, rimbalzando sulla neve morbida e intonsa. Poi prendon forma le montagne che ci circondano dai Diavoli, al Rondenino che si mostra qui nella sua stravagante forma turrita, dietro alla quale troneggia gigantesco il Bernina. Fuori dal canale, guardando verso destra si intravede la vicina piccola croce in ferro posta sull'anticima Sud. A sinistra, invece, dopo esserci tolti i ramponi, poco distante, ci aspetta la cima principale pulita a sud ma rivestita di neve a nord. Puntiamo il pendio finale zigzagando tra rocce e neve fino all’ intaglio netto che precede la vetta vera e propria, ormai a portata di mano. Scendiamo qualche metro e risaliamo il lato opposto fino all’ ampia e comoda cresta nevosa con l'ometto di vetta (q.2705, h10.30). Da qui parte una frastagliata cresta nevosa che arriva all'anticima Nord-Est del Grabiasca leggermente più bassa e da cui scendiamo poi con qualche passo di disarrampicata e arrivare sugli erbeggianti e avvizziti pendii a sud in cui ci impegniamo in faticosi ed un poco a tratti esposti traversi. Raggiungiamo infine le ultime rocce vs il Poris e nuovamente nella neve arriviamo alla quasi completamente sepolta croce di vetta che emerge per poco dal manto nevoso( q.2710,h 11.30). Foto di rito con l’immensa mole dei Diavoli che sovrasta la dolce cupola nevosa sulla quale sembriamo sospesi. Poi per nevai iniziamo a scendere vs il Passo di Valsecca che raggiungiamo alle 13 con stupenda vista sul dirimpettaio Monte Rondenino. Ora ci attende una lunga discesa su nevaio per ritornare al Calvi e in neve sfondosa e cotta ormai dal sole cominciamo a scivolare a salti vs valle. Riattraversiamo il Brembo più impetuoso che al mattino. In sosta, guardo nelle sue acque fresche i miei scarponi pulirsi dall’ultima neve di giornata. Poi terra e pietra fino al nostro ritorno a Carona.
Foto1 il canale Foto2 io e ste in cima Foto3 in traversata vs il Poris


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