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   Mont Dolent sublime, 26/05/2012
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Onicer  grigna   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Lavachey  (1680 m)
Quota attacco  3600 m
Quota arrivo  3823 m
Dislivello della via  223 m
Difficoltà  PD+ ( pendenza 45° / I in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Bivacco Fiorio
Attrezzatura consigliata  Da alpinismo classico. 2 picche nel canale finale e nel traverso sotto la cima posson risultare molto utili specie se la neve è molto dura.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Mi scuso con Lorenzorobico per avergli rubato questo aggettivo ma dopo una gita del genere non ne ho trovati altri nel vocabolario italiano.
Da tempo meditavo una gita di quelle da ricordare a lungo, ed ecco che dopo diverse idee, la scelta ricade sul Dolent dalla Val Ferret, considerando anche le previsioni meteo che davano bello nella giornata di sabato.
Così venerdi sera affrontiamo il viaggio verso Courmayeur allietati da un violento temporale nella zona di Ivrea che si espande però poi anche in Val d’Aosta. Tra un discorso filosofico e l’altro, parlando di santini, cose santine e crocefissi a pallini, arrivavano varie imprecazioni al meteorologo di fiducia. Ecco, dovevamo andare a nord delle Alpi, ecco, se piove non possiamo dormire fuori. Tranquilli ragazzi, con correnti da est non arriverà mai un temporale al Bianco.
Infatti entriamo in Val Ferret e il cielo è quasi stellato. Appena dico ragazzi guardate quante stelle e trac, verso la Svizzera si vede un fulmine della madonna. Ma si è verso il Gran Combin…. Giunti a Lavachey ecco una bella sorpresa. Delle transenne sbarrano la strada causa pericolo valanghe. Ma dai a fine maggio ancora pericolo valanghe? Rambo scendi dalla macchina e sposta quelle transenne, se dobbiam partire da qui non arriveremo mai in vetta. Facciamo 500 metri ed ecco che la strada è occupata da un valangone e da numerosi alberi caduti. Cazzo e adesso cosa facciamo? Presi dallo scoramento meditiamo di cambiare meta, facciamo il traforo e andiamo a Chamonix oppure andiamo in Val Grisenche o in Val di Rhemes. Ma no dai ormai siam qui e la tentiamo. Ci accampiamo alla spicciolata e dormiamo qualche ora con continui bagliori provenienti dalla zona dietro la Guglia di Malatrà.
Alle 3.30 ci svegliamo e alle 4.15 ci incamminiamo sotto un cielo tutt’altro che sereno. Dopo quasi un’ora di cammino arriviamo dove in teoria si arrivava in auto, ed inizia ad albeggiare. Attraversando immensi valangoni arriviamo al Prè de Bar dove per un attimo prende il sopravvento l’idea di tornare indietro ma alla fine decidiamo di proseguire almeno fino al Bivacco Fiorio. Su resti di valanga risaliamo il canalone che conduce al Col Petit Ferret per poi deviare a sinistra fino al bivacco. Il tempo è decisamente migliorato e la neve inizia ad essere portante. Lasciato Rambo al bivacco, in preda ancora ai suoi problemi di salute, io e il Lezzenese proseguiamo decisi verso la meta. Accompagnati da un paesaggio grandioso raggiungiamo il colletto dove ci leghiamo ed attacchiamo gli ultimi 250 metri di salita tutt’altro che banali.
Su neve buona risaliamo una serie di canalini e successivamente qualche breve passaggio di misto ci depositano sulla cresta. Dopo 7 ore di marcia, giungiamo alla madonnina di vetta ma purtroppo come successe sull’Argentiere, sopraggiunge un fitto nebbione che ci fa ripartire in un nanosecondo prima che arrivi il brutto tempo preannunciato per il pomeriggio. Tornati al colletto inizia per me un calvario. Errore da pirla è stato quello di aver lasciato le ciaspole all’inizio del ghiacciaio e infatti sprofondo ad ogni passo fino ad oltre il ginocchio mettendomi in apprensione anche per qualche crepaccio magari nascosto vista la passata brutta esperienza del Catena. In qualche maniera riesco a raggiungere il bivacco e poi ripercorriamo a ritroso la strada della mattina. Giunti ad Arnouva ecco la beffa delle beffe. Una ruspa ha liberato la strada da neve e macerie ed è transitabile (le transenne ci sono ancora ma basta spostarle)
Che dire, una delle piu belle scammellate che abbia mai fatto, una vetta che ci porteremo dentro per tutta la vita. Oggi ho un po’ le gambe in Dolent zite ma inizio a rendermi conto di aver fatto qualcosa di veramente tosto con le ciaspole ai piedi, come ai vecchi tempi quando però non lavoravo e avevo tutta la settimana per prepararmi. Complimenti anche al mio compagno di avventura il Lezzenese e anche a Rambo che comunque fino a metà ci ha fatto compagnia.
Per chi fosse interessato a farlo con gli sci si affretti. Da ieri la strada è pulita fino ad Arnouva anche se a Lavachey c'è una transenna basta spostarla.
La neve inizia a circa 2000 metri ed è continua fino in vetta ma non durerà molto. Per chi invece volesse farla a piedi senza ciaspole meglio attendere ancora un paio di settimane.
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