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   Cimon delle Palme da San Martino di Castrozza, 31/03/2012
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Onicer  al   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  San Martino di Castrozza   (1565 m)
Quota attacco  2550 m
Quota arrivo  3184 m
Dislivello della via  600 m
Difficoltà  AD- ( pendenza 50° / III in roccia )
Esposizione in salita Sud-Ovest
Rifugio di appoggio  Bivacco Fiamme Gialle
Attrezzatura consigliata  Picca, ramponi, almeno 30 metri di corda
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Dopo aver consumato tutto il ghiaccio sulla est del Corno, fino all’ultimo cubetto, torno sulle Alpi a tre mesi e mezzo di distanza dal nettissimo due di picche della Civetta di inizio Dicembre. Sto leggendo della prima invernale al Cervino vero e quindi scelgo una pseudo-primaverile a quello finto delle Dolomiti.

Stando attento a non ammazzarmi al buio sulla pista ghiacciata del Colverde, i ramponi restano nello zaino fino all’uscita dalla ferrata (cioè dalla parete sud-ovest, foto 1), dato che il ghiaccio sul fondo di svariati canalini si evita agevolmente salendo in spaccata oppure aggirandoli all’esterno (solo più tardi in discesa, tarzanando per darmi una mossa, ne farei volentieri a meno). Poi procedo per lo più su neve dura fino all’ignobile cavo della normale, dove levo i ramponi rimettendoli solo sulla cresta sommitale, in particolare per raggiungerne il punto più alto (foto 3). In questo modo tutti i passi di III si fanno sulle suole di gomma e la salita è di poco meno facile rispetto all’estate. L’unico punto delicato è una spaccata poco sotto la croce, senza appigli, in cui al ritorno l’appoggio di arrivo è coperto da neve farinosa (avrei dovuto spazzolarlo all’andata!): non fidandomi a metterci tutto il peso lo aggiro in qualche modo dopo svariati vado-non vado. Poi molla il vento, le mani riacquistano sensibilità e alla fine la corda resta nello zaino (assieme alla seconda picca).

L’unica dritta potenzialmente utile per eventuali altri maniaci che vogliano salire fuori stagione è come evitare il buco (oggi probabilmente aperto, ma che potrebbe essere tappato) evitando anche il passaggio esterno classico, per quel che mi riguarda troppo delicato in discesa slegati, e credo scomodo da proteggere. In salita, arrivati al punto in cui si dovrebbe scegliere tra i due, scendere per un canalino fino a quando non si riesce ad attraversare a sinistra (faccia a monte) ad un altro canalino (i due canalini formano una V) da risalire fino alla fine, arrivando alla forcella sotto la paretina con il cavo. A seconda delle condizioni, I oppure 40° su neve/ghiaccio.

Foto 1: La conca all’uscita della parete sud-ovest, da risalire fino al punto indicato in rosso calandosi poi dall’altra parte (ci sono ometti che portano a svalicare più in basso, che non conviene).

Foto 2: Il canalino di calata dal punto rosso della foto precedente.

Foto 3: Il torrione più alto della cresta (cima vera del Cimon) con la traccia di salita.
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