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   Punta Gnifetti (4556 m), 18/02/2007
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Onicer  grigna   
Regione  Lombardia
Partenza  Staffal  (1820 m)
Quota attacco  3650 m
Quota arrivo  4556 m
Dislivello della via  2900 m
Difficoltà  F ( pendenza 30° / I in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Cap.Gnifetti, Biv.Balmenhorn e Cap.Margherita
Attrezzatura consigliata  da alpinismo
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Accettabili
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Un sogno che si realizza! Le previsioni, a parte per domenica mattina sono buone. La voglia è tanta, la condizione di forma è buona, decidiamo così di tentare finalmente questa salita.
Alle 8 partiamo da Staffal risalendo le piste da sci. Giunti al Gabiet, ci addentriamo nel vallone che porta al Canale dell’Aquila. Procediamo lentamente, meglio prendersela con molta calma. Risalito il Canal Grande, a sinistra del Canale dell’Aquila, giungiamo ad una bella balconata sul Ghiacciaio di Indren. Il Mantova è sempre più vicino. Ricongiuntici al sentiero estivo proveniente dal Colle di Salza, mettiamo piede sul Ghiacciaio del Garstelet e, in breve, siamo alla Capanna Gnifetti. 8 ore e mezza di estenuante marcia su neve a tratti crostosa, a tratti farinosa e a tratti marmorea.
Poco dopo giungono 2 bergamaschi provenienti dal Colle del Lys e, ancora più tardi, ecco Alex e Phil, due inglesi di ritorno dalla normale dei Liskamm. La serata è stellata, spettacolare il mare di nubi sottostanti. La domenica la sveglia suona alle 6. Le previsioni non mentono, fuori nevischia con –13°C. Impossibile partire con queste condizioni. Rimaniamo a lungo in attesa di qualche schiarita che, puntualmente, arriva attorno alle 10. Mentre i due bergamaschi sono già scesi a valle, i due inglesi restano con noi. Partiamo così tutti assieme alla volta della Punta Gnifetti. Il Ghiacciaio del Lys presenta solamente un paio di punti un po’ insidiosi, per il resto è una tavola da surf. Giunti al Colle del Lys, il tempo ripeggiora, con nebbia molto fitta. Mentre i due inglesi affrontano lo scivolo ghiacciato del Corno Nero, noi due decidiamo di salire al Balmenhorn dove eventualmente passare la notte in caso di persistenza del maltempo.
Invece, tempo mezz’ora e si apre deciso. Le montagne del Vallese si mostrano in tutta la loro eleganza, si può ripartire. Calatici dal Balmenhorn ritorniamo al Colle del Lys e battiamo traccia, spesso fino alle ginocchia, praticamente fino al Colle Gnifetti. Qui la fatica si fa sentire maormai la meta è lì, davanti a noi. Calzati i ramponi ed estratta la piccozza, affrontiamo l’ultimo pendio che ci consegna direttamente in vetta. Sono le 17! Soddisfazione massima, soprattutto quando guardiamo la distesa di nubi sotto i nostri piedi. Stiamo dominando il mondo penso io……. Entrati nel bel invernale della Margherita, iniziamo le procedure per la fusione della neve. Sembra di essere in un mondo di ghiaccio, non c’è nulla di liquido, tutto allo stato solido. Nel frattempo arrivano anche Alex e Phil. Nasce così un forte spirito di collaborazione. Sono cambiati i materiali, i metodi di progressione, si scalano difficoltà un tempo impensabili ma una cosa è rimasta uguale nell’alpinismo, ovvero lo spirito di solidarietà, di amicizia e di condivisione tra persone che fino a poco prima non sapevi manco chi fossero. Dopo una frugale cena accanto ad una specie di stufetta a gas, ci infiliamo sotto le coperte. La notte è interminabile, gli effetti della quota si fanno sentire soprattutto a livello di emicrania. Comunque sia, arriva l’alba e, come d’incanto, torniamo in ottima forma. Dopo la colazione, intraprendiamo la veloce discesa fino alla Gnifetti (2 ore dalla vetta) dove avevamo lasciato un po’ di materiale. Anche il tratto tra la Gnifetti e Stafal si rivela velocissimo, solo 3 ore di marcia, meglio che in estate!
Che dire di questa ascensione……nel nostro piccolo è stata una grandissima soddisfazione, un’impresa che fino a qualche anno fa era impensabile anche solo in estate.
Ed è anche la dimostrazione che l’alta quota in inverno, seppure questo sia un inverno anomalo, si può benissimo affrontare purchè con un’attrezzatura adeguata ed una buona dose di esperienza. E chissà che questo non sia il futuro di un certo tipo di alpinismo, viste le condizioni dei nostri ghiacciai in estate….
Partecipanti: io e Leonardo detto il Rosso.
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