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   Pizzo Coca, cresta Est, 29/12/2007
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Onicer  LorenzOrobico   
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione - Grumetti  (1000 m)
Quota attacco  2550 m
Quota arrivo  3050 m
Dislivello della via  500 m
Difficoltà  AD ( pendenza 55° / III in roccia )
Esposizione in salita Est
Rifugio di appoggio  Curò
Attrezzatura consigliata  Corda da 30m, dadi/friend, cordini, casco, una picca, ramponi.
Itinerari collegati  Pizzo di Coca (3050m), cresta Est (invernale)
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Come tante altre mattine anche oggi mi ritrovo a camminare con il Dome alla luce delle frontali.
Questa volta l'arrivo dell'alba è previsto al rifugio Curò.
Qualche rallentamento dovuto al ghiaccio sulla strada, poi via spediti fino alla Diga del Barbellino, dove possiamo ammirare il lago ghiacciato e l'alba sulla nostra cima, il Pizzo di Coca.
Seguiamo quindi tracce di sentiero verso la Valmorta da cui piegando a sinistra per ripidi ghiaioni e morene ci portiamo sotto il canale che conduce all'attacco della cresta Est.
Calziamo i ramponi, ci rifocilliamo con dolci natalizi e via su per il canale (foto 1). La neve è a tratti bella dura e lisciata dal vento, a tratti da tracciare, ma nel complesso mai troppo faticosa.
Raggiungiamo la cresta e iniziamo a percorrerne i risalti rocciosi collegati da crestine nevose (foto 2). Saliamo veloci senza legarci fino a circa metà percorso, dove superiamo alcuni passaggi decisamente esposti, non sono ammessi errori...
Dopodiché decidiamo che è meglio legarci e fare qualche tiro e tratti di conserva. Procediamo così su passaggi rocciosi molto belli e aerei, intervallati da canali nevosi ed estetiche crestine orlate di cornici.
Così fino alla fine delle difficoltà, dopo una cengia a sinistra con ometto ben visibile, a circa 100m dalla vetta. Qui ci sleghiamo e andiamo in cima sempre con percorso aereo e panoramico (foto 3), ultimi metri molto belli ed emozionanti e siamo in vetta, per me la prima volta sul Re delle Orobie.
La giornata è spettacolare e la vista impagabile. Restiamo mezz'ora in cima a goderci il momento, poi il tempo è tiranno e la discesa lunga. Inizialmente per la normale, sempre insidiosa in condizioni invernali vista anche la stanchezza globale.
Poi finalmente arriviamo alla Bocchetta del Camoscio, da dove possiamo divallare serafici e goderci uno spettacolare tramonto...

Indimenticabile...
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