|
Le molteplici facce del Cristallo veneto: parete nord ghiacciata (canalone Innerkofler), parete sud assolata (via normale), 27/06/2011 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | al |
Regione | Veneto |
Partenza | Passo Tre Croci (1800 m) |
Quota attacco | 2600 m |
Quota arrivo | 3220 m |
Dislivello della via | 600 m |
Difficoltà | AD+ ( pendenza 60° / III in roccia ) |
Esposizione in salita | Nord |
Rifugio di appoggio | nessuno |
Attrezzatura consigliata | casco obbligatorio, seconda picca, corda da 50, alcuni friend, chiodi e viti, certificato di assenza di altre cordate sulla via |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Sullo splendore della normale (stavolta via di discesa) ho gia’ insistito a sufficienza in due altri report. Il canalone invece l’avevo sottostimato una volta letta la relazione di Cammelli sulla Rivista del CAI di gennaio, che spiegava come evitare l’uscita diretta, notoriamente problematica, lungo la via dei primi salitori. Fino al punto in cui si decide come uscire (foto 1), nessun problema, con neve buona, qualche saltino di ghiaccio vivo e le rigole per lo piu’ evitabili. L’uscita alternativa invece fa davvero spavento (foto 2): sosta su chiodo, breve traverso e risalita su ghiaccio e poi una bella traversata di III friabile che oggi per un simpatico fenomeno fisico era bagnata all’altezza dei piedi e vetrata a quella delle mani. Indispensabile una corda da 50 metri perche’ con il cordino da 40 che avevamo oggi (immaginando difficolta’ tipo via Menini all’Antelao) Marco non arriva al chiodo successivo e quindi mi fa un bel recupero in cui saltano in sequenza il cordino messo prima del traverso e poi la sosta che aveva trovato (in altre parole da quando parto siamo in conserva sprotetta senza saperlo).
Finito il tiro chiave si e’ fuori dal canale, al sole, ma la ravanata continua (foto 3). Tolti i ramponi e stando su roccia con Marco sempre a condurre (d’altra parte li’ e’ di un altro livello rispetto a me) ci sono ancora svariati tiri quasi tutti con passi di III, bagnati, e sempre piu’ friabili man mano che si sale. Al penultimo Marco stacca una porzione non trascurabile di parete nord, sgombrando il campo da eventuali altre cordate sopraggiungenti. A quel punto, felice di essere in sosta sotto un muretto verticale che mi protegge, decido di rimettere i ramponi anche se c’e’ il forte rischio che volino giu’ anche quelli e di evitare il percorso di Marco zig-zagando sul bianco (una spanna di neve inconsistente su un sottile strato di ghiaccio duro) fino all’uscita in cresta, dove le difficolta’ finiscono per davvero. (E’ molto simpatico far tirare sempre un altro per poi arrivare per primi in vetta!) Concludendo, mi sentirei di consigliare il canalone solo se e’ confidenti sulle buone condizioni dell’uscita diretta (e sulla propria capacita’ di seguirla), perche’, pur conscio della mia goffaggine su roccia con i ramponi, il traverso chiave potrebbe essere precario per chiunque ed in qualunque condizione (mi ha ricordato molto un’altra via che cerco di evitare: il canalone dei bolognesi al Corno alle Scale). Inoltre, se anche si fa il traverso, secondo me dopo e’ meglio provare a stare il piu’ possibile su neve-ghiaccio piuttosto che sulle roccette sfascette. Ultima cosa, se a sud non c’e’ alcun rischio di valanghe neanche al pomeriggio, per chi sia allenato dovrebbe essere meglio l’avvicinamento da Tre Croci al Passo del Cristallo e poi giu’ fino all’attacco, perche’ lo sviluppo e’ molto minore ed il percorso facilmente individuabile anche al buio (stando attenti solo ai due bivi con cartello nella parte bassa). Foto 1: E adesso da dove si esce? Dal buco al centro? … Foto 2: … ma no, bisogna fare questo travanerso e dopo e’ fatta … Foto 3: … o quasi! |
Report visto | 2536 volte |
Immagini | |
Fotoreport | Clicca qui per andare al foto-report |