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   Schiara, ferrate Zacchi e Berti under-ice, 03/01/2011
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Onicer  al   
Regione  Veneto
Partenza  Case Bortot  (720 m)
Quota attacco  1780 m
Quota arrivo  2565 m
Dislivello della via  800 m
Difficoltà  AD- ( pendenza 60° / I in roccia )
Esposizione in salita Sud
Rifugio di appoggio  VII Alpini
Attrezzatura consigliata  seconda picca (assolutamente), cordino da ferrata, 20 metri di corda, lampada frontale potente e carica
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Ripetizione riuscita della piu’ bella ravanata invernale che abbia avuto la fortuna di fare nella mia vita. La Schiara e’ la grande montagna dolomitica che domina Belluno, ben visibile anche da molto lontano per la caratteristica guglia (Gusela) alla base della sua cresta ovest. Vista dal basso, la sua parete sud (foto 1) appare come una muraglia liscia e verticale, e proprio in questo sta l’eccezionalita’ dell’itinerario: 800 metri di salita quasi tutta su neve ripida con qualche breve tratto di misto o ghiaccio generalmente con il cavo scoperto.

Il percorso richiede costante concentrazione e attenzione, ma oggi erano solo tre i tratti davvero delicati: l’aggiramento di una scaletta incastonata nel ghiaccio (foto 2, trovando un altro masochista come compagno meglio fare un mini-tiro direttamente sulla scaletta), il superamento di un camino con ghiaccio duro (cascatisticamente meno che elementare e con il cavo scoperto, ma per me ostico dopo 7 ore e con i ramponi da neve) ed un traverso su neve quasi verticale e quindi in parte inconsistente per accedere ad un canale che porta in cresta. All’inizio la via e’ “interna” alla parete ed esposta a nord-est per cui la neve e’ piu’ da sci che da alpinismo (utilissima pero’ per lasciare delle tracce ben visibili per la discesa con il buio pesto!!!), dopo e’ quasi tutto a sud oggi con neve dura appenninica fino in cima, oltre le migliori aspettative. Sempre oggi, pericolo valanghe 0 seguendo la variante che costeggia la base delle rocce dopo la cengia Zacchi, bypassando la forcella della Gusela, e aggira a destra (sud) anziche’ a sinistra l’isolotto roccioso subito prima della vetta.

Discesa impegnativa quasi tutta faccia a monte con tre brevi calate nei tratti delicati. Con condizioni ideali sarebbe enormemente piu’ sbrigativo scendere per la cresta est e per il canale del Marmor, ma il primo tratto di cresta e’ su cornici impressionanti, e non a caso oggi le tracce di chi era salito da quella parte si fermavano all’ultima anticima.

Infine, una caratteristica importante dell’escursione e’ la crudelta’ dell’avvicinamento, ben nota ai Bellunesi. Partendo carichi come delle molle dall’auto, l’altimetria della prima mezz’ora e’ 720-780-680 (serve training autogeno per risalire quei cento metri al ritorno). Dopo sono 1100 metri di salita normali fino all’attacco, anche se su sviluppo comunque notevole. A fine 2006, con molta meno neve (e meno anni), ero partito dall’auto all’alba ed uscito dalla ferrata al tramonto. Oggi sono partito dall’auto un’ora prima dell’alba ed uscito dalla ferrata un’ora dopo il tramonto. A fine 2008, con molta piu’ neve, dopo aver attaccato la ferrata il 30/12 alle 9 ho fatto dietro-front quasi subito poiche’ era evidente che per arrivare in cima avrei dovuto festeggiare il 2009 in parete, e non avevo con me lo spumante …

Foto 1: Il rifugio VII Alpini e la parete sud della Schiara a fine 2008.

Foto 2: Al centro, la scaletta che ha ispirato il nome della gita.

Foto 3: Panorama fiabesco e vertiginoso sulla Gusela da meta’ cresta ovest (la nebbia oggi era in esclusiva per le Dolomiti in prima fila lato pianura, verso nord terso fino al Mar Baltico …)
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