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   Civetta, ferrata degli Alleghesi e via normale, 21/11/2009
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Onicer  al   
Regione  Veneto
Partenza  Casera della Grava  (1627 m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  3220 m
Dislivello della via  900 m
Difficoltà  PD+ ( pendenza 55° / II in roccia )
Esposizione in salita Est
Rifugio di appoggio  Torrani
Attrezzatura consigliata  Picca, ramponi, cordini da ferrata, uno spezzone di corda, ciaspe per l'avvicinamento
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Salita in puro stile himalayano, utilizzando rigorosamente il cavo (dove scoperto) per la progressione. So che e’ un punto di vista decisamente personale: le ferrate innevate mi appassionano perche’ consentono di muoversi in modo ragionevolmente sicuro e veloce su pareti meravigliosamente impressionanti che, senza ferraglia, sarebbero percorribili solo con laboriosi tiri di corda (su placche di roccia coperte di neve inconsistente) rendendo quasi inevitabile bivaccare. Tutto questo ovviamente solo con neve assestata (bollettini valanghe sull’1 fisso) e non troppo abbondante. Il principio (molto) di massima e’ che, se c’e’ abbastanza neve da coprire il cavo, allora ce n’e’ abbastanza anche per progredire senza preoccuparsi della struttura rocciosa sottostante.

In ogni caso, itinerario oggi privo di pericoli oggettivi dopo dieci giorni di sole e caldo: sulla Alleghesi (salita) non ho visto ne’ sentito cadere neppure un sassolino, mentre sulla normale (discesa) ho evitato qualche accumulo ma dubito che si sarebbe staccato qualcosa anche usando dell’esplosivo. Necessaria in ogni caso una buona conoscenza del percorso quando, come oggi, dalla macchina alla cima e ritorno non si incontra neanche un’impronta umana. Dopo un po’ di neve all’attacco, l’Alleghesi aveva i primi 300 metri di dislivello scoperti (canali esposti a sud-est); dopo ho cominciato a fare Tarzan ramponato, comunque senza problemi fino nei pressi della Punta Civetta . Da qui, lasciata a sinistra la cengia che porta al Torrani, ho proseguito sulla via in cresta, in condizioni invernali, anche se la pendenza compensa la quota e l’esposizione (nord-est), facendo si’ che la neve sia decente. Il passaggio piu’ impegnativo e’ un traverso di 20 metri circa su paretina ripida (decisamente piu’ di 50 gradi), con il cavo un mezzo metro sotto la neve. Anche se ogni inverno mi vaccino per queste cose percorrendo in lungo e in largo la parete est del Corno alle Scale, mi ha impressionato molto. Alla fine del traverso, si deve salire dritto per qualche metro sulla crestina di neve che chiude la paretina, cercando di fare passi in cui si avanza anziche’ arretrare. Fatto questo, rimangono alcune altre ravanate fino alla cima, ma l’unico vero ostacolo e’ la fatica, comunque stemperata dalla repulsione all’idea di tornare indietro ... Dalla cima discesa di corsa fino al Torrani, e poi anche sul nevaio sottostante. Dopo invece, purtroppo, la neve diminuisce (non sarebbe sciabile) e bisogna arrendersi e cercare di seguire il cavo estivo, non sempre agevolissimo tant’e’ che un punto (in cui era del tutto scoperto) mi ispirava cosi’ poco da farci una doppia. In compenso, Passo del Tenente elementare con quasi tutto il cavo fuori; dopo e’ solo questione di non perdersi nei boschi sopra Forcella della Grava (ovviamente io ci ho provato).

Nel 2004 Mauro, il mio tutor alpinistico, mi guido’ su tre itinerari delle Alpi: (1) la ferrata Costantini alla Moiazza (in giugno, in mezzo alla neve e ovviamente deserta; da bravo maniaco qualche giorno dopo dall’aereo con luna piena vidi chiaramente il lungo nevaio sospeso che copriva completamente la cengia Angelini e che avevamo attraversato), (2) la traversata hintergrat-normale dell’Ortles (in agosto, in mezzo alla bolgia), (3) la cresta del leone al Cervino (in settembre, in mezzo alla bolgia). Dei tre, quello che mi piacque di gran lunga di piu’ fu il primo, e a distanza di cinque anni si vedono i risultati ...

Foto 1: il grandioso sperone su cui si svoge la Alleghesi , a sinistra di profilo, con a destra la Torre di Valgrande.

Foto 2: attacco della Alleghesi: dopo un po’ di nuoto in mezzo alla neve, per 300 metri si sale in condizioni quasi estive.

Foto 3: il traverso del tratto piu’ impegnativo della salita, visto dalla base della crestina quasi verticale da risalire subito dopo.
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