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Via Calegari/Farina - Punta Osvaldo Esposito, 09/06/2025 | Tweet |
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Onicer | merenderos
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Regione | Lombardia |
Partenza | Carona (1200m) |
Quota attacco | 1950 m |
Quota arrivo | 2170 m |
Dislivello | 220 m |
Difficoltà | AD+ / V ( IV+ obbl. ) |
Esposizione | Nord-Est |
Rifugio di appoggio | Rif. Calvi |
Attrezzatura consigliata | n.d.arrampicata. Dadi e friends utili |
Itinerari collegati | nessuno |
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Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Via storica con linea logica e divertente da scalare. La roccia in via è sempre abbastanza buona, anche se in alcuni punti bisogna fare attenzione al detrito presente. L’arrampicata è varia su placchette, diedri e fessure. In via sono presenti i pochi chiodi originali, ma la roccia si presta bene alle protezioni veloci. Soste ottime a fix.
Da Carona si può raggiungere la base della punta Esposito, sia seguendo il sentiero estivo per il Calvi (che dall’abitato di Pagliari scende verso destra e attraversa il fiume (sent. 247)), oppure dalla strada carrozzabile per il Calvi (sent.210). Nel primo caso si segue il sentiero, per circa 1,45h fino a trovarsi sotto la parete della punta Esposito. Qualche decina di metri prima di arrivare ad un piccolo laghetto con una chiusa, sulla destra sale il ghiaione (ometto) che porta all’attacco della via (2.15h) Nel secondo caso bisogna seguire la strada carrozzabile fino al lago del Prato. Qui attraversare il torrente che alimenta il lago, e seguire in salita il sentiero 210 per il Calvi. Ad un certo punto sulla destra s’incontra il sentiero che scende verso Carona. Imboccarlo, scendendo per qualche centinaio di metri, fino al piccolo laghetto con la chiusa. Superarlo, e poco dopo prendere il ghiaione a sinistra (ometto) che porta alla base della parete (2.30h). Il ghiaione è ben segnato da ometti. La via parte sotto la direttrice del grande diedro aperto del secondo tiro, in prossimità di una fessura/camino umida. L1: Salire per la fessura, oppure, se bagnata, risalire lo speroncino alla sua destra. In uscita si trova un chiodo sulla parete di destra. Proseguire su roccia più facile fino alla fessura verticale. Salirla con arrampicata fisica e poi, con movimento non facile, andare verso sinistra, dove in breve si raggiunge la sosta (35m, IV+, 3 ch) L2: Salire il diedro aperto con bella arrampicata con difficoltà crescente fino alla sosta su comodo terrazzino (40m, V-, 5 ch) L3: Salire il camino sfruttando la parete di sinistra. Usciti obliquare verso destra su placchetta fino ad un camino con grossi blocchi. Salirlo in spaccata, e uscire a destra al suo termine, dove si sosta (25m, IV, 2 ch + 1 friend inc) L4: Salire il canale con rocce instabili e dopo qualche metro salire le placche compatte sulla sinistra. Dopo un primo chiodo, se ne trova un altro verso il bordo sinistro della parete. Si supera il saltino verticale sfruttando le lame sul bordo (attenzione a cosa si tira), e poi più facilmente si arriva alla sosta in cima al pilastro (40m, III+, 2ch) L5: Calarsi sul lato opposto del pilastro (sosta di calata appena oltre il bordo), e poi superare la facile crestina che porta alla parete opposta dove è ben visibile la sosta, in prossimità di una placca nerastra spesso bagnata, con ampia fessura alla sua sinistra. L6: Salire la placca con belle tacche, e poi al termine della fessura obliquare verso sinistra. Salire poi ancora verso destra superando una bella placchetta con piccoli appoggi, fino alla sosta sulla sinistra (in prossimità di una grossa fenditura nella parete) (40m, V, 3 ch + 1 crd) L7: Salire verso destra qualche metro su placca, e poi entrare nel diedro aperto sulla sinistra, seguendolo integralmente. In prossimità di una nicchia, uscire a sinistra su buone prese. Appena oltre si trova la comoda sosta su masso (30m, IV, 3ch) L8: Salire su placca appoggiata, e poi traversare a destra, sopra una grossa spaccatura, fino a prendere l’evidente diedro aperto e fessurato, che punta alla cima. Seguirlo con elegante arrampicata in spaccata fino alla vetta dove si sosta (50m, IV, 1 crd a sinistra un po’ fuorivia) DISCESA: Seguire la cresta superando un primo ometto, e poi arrivando alla cima vera e propria (grosso ometto). Continuare lungamente sulla cresta fino ad un intaglio dove si trova la sosta di calata. La cresta è molto esposta, con qualche passo non banale. Valutare se percorrerla legati. Dalla sosta ci si cala verso sinistra (lago di Zelt), con una doppia da 50 m, che deposita sul ghiaione sottostante. Lo si percorre tutto, fino alla piana erbosa sottostante, dove parte un sentiero che in breve riporta al laghetto con la chiusa. Da qui per il sentiero dell’andata si torna al parcheggio. Foto1: L2 Foto2: L3 Foto3: L6 |
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Immagini | ![]() ![]() ![]() |
Fotoreport | |
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