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   Tredenus, Via "Federico Giovanni Kurz", 31/07/2022
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Onicer  Zeno   
Regione  Lombardia
Partenza  Strada per il Volano (1250m)
Quota attacco  2500 m
Quota arrivo  2786 m
Dislivello  280 m
Difficoltà  TD / VI+ ( VI obbl. )
Esposizione  Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Bivacco CAI Macherio
Attrezzatura consigliata  Serie di friends (utile doppiare le misure grosse o tutta la serie), dadi. Abbiamo portato martello e chiodi ma non li abbiamo utilizzati.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Con Pate mi capita più spesso di proporre salite piuttosto che ricevere proposte e così quando mi dice del suo desiderio di salire la via “Federico Giovanni Kurz” al Gemello settentrionale del Tredenus accetto con fiducia e senza dubbi.
Ho un dubbio in realtà ed è legato alla fattibilità della via visto il mio scarso allenamento. La pratica fatta sulle fessure orobiche la settimana precedente, tuttavia, è incoraggiante e così sabato pomeriggio risaliamo la Valle di Tredenus per pernottare al Bivacco CAI di Macherio.

Appena usciti dal bosco la bellezza di questa valle a noi ignota ci cattura subito: il bivacco e le pareti son visibili già del basso e, mentre si guadagna quota, le vette orobiche si dischiudono alle nostre spalle. Inoltre il fianco meridionale della valle mostra il nettissimo contatto tra le rocce calcaree del Pizzo Badile camuno e le più recenti rocce magmatiche del plutone dell’Adamello.
Una volta arrivati al bivacco, troviamo altri tre alpinisti comaschi con il nostro stesso obbiettivo per l’indomani.

Nonostante le mie preoccupazioni, le lunghezze di corda si susseguono senza intoppi regalandoci grande gioia per la scalata. Il secondo tiro è costituito da un diedro fessurato che si alza, verticale e continuo per 40 metri seguito da un altro diedro altrettanto bello. Abbiamo con noi abbondanti friends e prima di ogni fessura Pate (a cui capitano i tiri più duri) mi dice: “questa la smitraglio!” (di friends – Ndr). L’unico friend che non abbiamo in dotazione è il numero 4 ma compensiamo con un vecchio eccentrico che figura bene nelle belle fessure intonandosi ai tempi di apertura di questa via (1989, Severangelo Battaini e Beppe Chiaf).
In vetta ci raggiungono i comaschi con cui condividiamo la discesa sul versante opposto per rientrare poi al bivacco.

Nel ritorno verso valle non si fa che parlare di progetti futuri ammirando le varie strutture di questa valle che speriamo di visitare presto di nuovo.

Grazie Pate… alla prossima “smitragliata”.

Mòla mia, leù!
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