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   Presolana Ridge (quasi invernale), 03/04/2012
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  Passo della Presolana (1300m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  2521 m
Dislivello  200 m
Difficoltà  AD / III ( III obbl. )
Esposizione  Varia
Rifugio di appoggio  malga cassinelli, bivacco clusone
Attrezzatura consigliata  corda 30 mt,casco ,qualche cordino
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Da un po’ di tempo e soprattutto da quando cercando info sul web ,e non trovandone, sono attirato dall’idea di compiere la traversata integrale di tutta la cresta della Presolana partendo dal Passo della Presolana,salendo al Visolo e poi dopo tutte le punte, giù dall’altra parte per le creste di Valzurio. Ce la farò solo nel 2015 al terzo tentativo. Qui si racconta del primo tentativo avvenuto il 02/04/2012 in compagnia di Max e di Stefano. Partiamo al buio alle 6.30 dal passo e complice il freddo saliamo come schegge scartando la Malga Cassinelli che lasciamo alla nostra sinistra per assecondare il costone erboso dapprima per traccia poco evidente nell'erba e poi meglio segnato con segnavia bianco rosso (sent. 315-316). Il sentiero sale con numerose svolte, e tracce d’azzurro s’insinuano far le nubi regalandoci begli scorci sul bianco calcare presolaneo e raggi di sole indorano le zolle erbose sulle quali camminiamo. Alle 7.30 è incantevole il contrasto cromatico tra le fulve erbe del Visolo che ci sovrasta e la pallida Presolana che dietro cerca di attirare l’attenzione con la sua fulgida bellezza. Poi le nubi si stendono come un tappeto sotto di noi e sfilano sui fianchi del monte rincorrendoci e tornando a coprirci col crinale che spesso divide le nubi lasciando coperto un versante e libero l’altro. Poi un altro momento di buona visibilità ci mostra l’erbosa piramide sommitale del Visolo e una fugace ma sublime visione delle torri delle 4 matte con sfondo vista Coca. La foto che ne risulta è una sciccheria. Gli ultimi passi sulle pendici che anticipano la cima sono su un grandioso tappeto di lunghe erbe gialle che brillano a tratti di sole rendendo magica l’atmosfera e il nostro arrivo sulla piccola cima( q.2370,h 8.30) con aguzza piramide di ferro. Il cielo è blu e si vedono 4 delle prossime Presolane, in ordine davanti l’Orientale, la Centrale, quella del Prato e infine l’Occidentale che copre quella di Castione che vedremo solo alla fine della cavalcata. Siamo sopra al mare di nubi che coprono tutto come un tappeto e da cui emergono il profilo del Pizzo Camino e più lontane le punte dell’Adamello, del Carè Alto e del più massiccio Corno Baitone. Dalla cima, uno sguardo verso Nord permette di vedere la croce di vetta e la via di salita, in particolar modo la cresta e il traverso che conduce ad essa. Seguiamo le indicazioni per il sentiero della Porta scendendo così sul versante opposto a quello di salita e raggiungendo in breve la bocchetta del Visolo. Troviamo neve e alcuni canaloni rivolti a nord rendono l’ambiente molto severo, tra ghiaccio e nebbia. Tralasciando a sinistra il sentiero per la cappella Savina e a destra il sentiero della Porta (via ferrata), proseguiamo diritto lungo delle marcate tracce di sentiero. Dopo pochi metri di dislivello entriamo in un canale franoso percorrendolo con un traverso ascendente che conduce in cresta che seguiamo con percorso non obbligato (traccia ben marcata, ometti) , tra rocce e sfasciumi instabili (max I°), tra sole e nebbie che danzano attorno a noi. Infine raggiunta la cresta spartiacque la percorriamo in trenta centimetri di neve che rendono molto suggestivo e “alpino” il percorso. Anticipo i compagni e scatto belle foto dei loro passaggi sul filo di cresta. Altre paretine rocciose ci conducono infine alla cima della Presolana Orientale (grande ometto in sassi,q.2490,h 9.30),dove ritroviamo la neve. Pochi metri più in basso e verso valle l’anticima, con croce dove Max si reca in visita. dove torna a farla da padrona la neve. Dall’ometto di cima il panorama allinea il Disgrazia, Redorta Scais e Coca, il gruppo del Bernina e poi Recastello Gleno e gli altri colossi orobici. Ripartiamo quasi subito con tema conduttore il filo di cresta che ci porterà verso la Cima Centrale che giganteggia davanti ai nostri occhi. Via per creste e dopo aver sceso un ostico canalino raggiungiamo la stretta bocchetta Bendotti (h 9.45) con il suo canale innevato che sprofonda a sud nelle nebbie. Da qui risaliamo per creste assolate e con qualche breve passaggio di arrampicata arriviamo sotto un caratteristico foro nella roccia che battezzo il cuore orobico. Ancora qualche passo di arrampicata attorno al I° grado e riguadagnato il filo di cresta principale vediamo poco distante la grande croce della Presolana Centrale che con qualche saliscendi presto raggiungiamo ( q.2517, h 10.15). Foto di rito tra sole sopra e nubi sotto. A nord sbucano dalle nubi le maggiori elevazioni orobiche e il gruppo del Bernina. Proseguiamo sempre sul filo, entrando nelle nebbie che rendono più misterioso il nostro incedere in questo mondo inanimato e poi prendiamo a disarrampicare fino a raggiungere la profonda breccia che separa la vetta Centrale dalla Presolana del Prato. Scendiamo ancora in un canalino ghiaioso, e poi, seguendo le tracce si traversa a destra, scendendo un altro breve caminetto che ci deposita sotto la breccia, presso le uscite dei canaloni Salvadori (a Sud) e Calvi (a Nord). Riprendiamo a salire tenendoci sul versante Sud, fino ad avvistare un cordino su chiodo, utile per assicurarci nel passaggio successivo, che richiede di scavalcare un balconcino molto esposto, in leggero traverso. Fuori da questo si prosegue per il canale soprastante fino a raggiungere di nuovo la cresta principale tramite un’ultima paretina che supera con la corda Ste (II+) e poi ci recupera. Perdiamo un poco di tempo perché sbagliamo manovra con la corda e perché siamo in tre, ma poi riguadagnato il filo di cresta principale, lo seguiamo fino alla cima del Prato (mt 2.470, h 12). Le nebbie ci hanno coperto, ormai si vede poco e il paesaggio diventa affascinante nella sua presentazione con improvvise apparizioni di guglie pinnacoli o tratti di cresta più semplici. Ora cè più neve e avanziamo con tratti di misto semplice fino a dover discendere un canalino abbastanza ripido ma soprattutto in alcuni tratti ghiacciato. Decidiamo di usare la corda e calo Ste, poi scendo io e max fa una doppia con la nostra corda da 30 mt. Arriviamo alla breccia tra Prato e Occidentale, ma davanti a noi si alza la breve paretina che rappresenta la parte più dura di questa traversata. Tenendoci leggermente sul versante Nord Ste la risale con un tiro di corda ( circa 15 mt attorno al III°,chiodo con cordino all’uscita), Max prosegue ancora legato per le roccette superiori mentre io intanto riguadagno la cresta superiore e dopo esserci ricongiunti in una visibilità ormai nulla na su terreno facile di cresta, appare la croce della Vetta Occidentale(q.2521,h 14) con la grande croce in ferro. Non si vede nulla ma siamo felici e a nord lontani prati innevati,appaiono bassi oltre il baratro. Sulla cresta scendendo sempre verso ovest, s’intravede la croce dell’Anticima Occidentale. Scattiamo qualche foto, mangiamo un poco e mezz’ora dopo la raggiungiamo. Le nebbie si sono un poco alzato e riusciamoa scorgere un tratto del percorso che ci aspetta con la Presolana di Castione,e la famigerata cresta Josi che scende verso le Creste di Valzurio ultime elevazioni rocciose prima dei prati che conducono al Rif. Olmo. Avanzo ancora un poco facilmente in discesa sulla linea di cresta , poi attraverso un tratto severo cavalcando poco sotto il filo lato sud una crestina esilissima e molto esposta e friabile. Scatto delle belle foto a Max e Ste mentre ci sono impegnati: sembrano proprio nel nulla! Ad un certo punto Max dice basta e che torna indietro che ormai è tardi e non si vede nulla. Ste mi raggiunge oltre il tratto esposto ed essendo incerto anche lui, non abbiamo altra scelta che fare a nostra volta marcia indietro. Sono molto arrabbiatio e deluso dentro di me perché vedevo ormai la fine della cavalcata a portata di mano…ma così è e riattraversato il tratto ostico assecondiamo a sinistra, lato sud i bolli rossi della via normale alla cima principale. Attenti ai tratti innevati, scendiamo rapidamente fino alla Grotta dei Pagani dove ci fermiamo a far foto con gli enormi candelotti ghiacciati che il gelo ha custodito al suo interno. Alle 16 salutiamo il Biv. Clusone e la Cappella Savina, più tardi una deserta Malga Cassinelli e poco dopo le 17 siamo di nuovo al Passo dopo una grande e lunga cavalcata tra le nuvole, non incontrando nessuno in tutto il giorno. In totale 11 ore, 1500 metri di dislivello e 16 km di sviluppo. In attesa di completare l’opera.
Foto1 quattro presolane dal Visolo Foto 2 io nel mondo Presolana Foto3 carta del percorso
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