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   Sassolungo di Cibiana, 10/08/2011
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Veneto
Partenza  Forceklla Cibiana (1530m)
Quota attacco  2100 m
Quota arrivo  2415 m
Dislivello  300 m
Difficoltà  PD / II ( II obbl. )
Esposizione  Ovest
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  corda 30m se non si è in grado di affrontare passaggi di II anche in discesa
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento
Il giorno dopo la scalata del Cimon del Froppa con Nico decidiamo di “riposarci” un poco e andare coi miei due figli maggiori sulla bella ed estetica cima del Sassolungo di Cibiana a cavallo dei gruppi degli Sfornioi e del Bosconero. E’ il 10 agosto 2011 e dopo aver parcheggiato a Forcella Cibiana (q. 1530 m) partiamo alle 10.30. La vista è da subito molto bella sull’aguzzo profilo della nostra piramide e sulla dirimpettaia struttura parimenti slanciata dello Sfornioi Nord che copre gli altri due fratelli. E’ una splendida mattina di sole in cui la montagna serena chiama a godere appieno del suo calore materno e del tepore della giornata che si libera dai rigori notturni. Non c’è l’ansia da cima o la tensione che attanaglia quando la meta è complessa e pensi alle difficoltà o al tempo che può peggiorare. Dobbiamo solo respirare bellezza e così ci avviamo seguendo la segnaletica per stradina bianca che diventa sentiero n. 483 in salita e risale per bosco fino ad un bivio con cartelli. Prendiamo il sentiero che punta decisamente a sinistra per Casera Campestrin; David il più piccolo (9 anni) guida il gruppo col suo passo leggero ma veloce, traversando con qualche saliscendi e poi in leggera salita tutto il ghiaione sul versante N della Cima Sfornioi, passando sotto la Torre Campestrin e raggiungendo Forcella Bella( q. 2110, h.12) dove i miei bimbi si abbracciano al palo segnaletico. Per traccia traversiamo in salita fino ad una seconda forcella veramente “bella” di fatto perché alculmine di un pendio di bell’erba verde si apre come fenditura sul cielo azzurro fra due pareti di bianca dolomia che splendono al sole. Bianco verde e azzurro colorano di calore chi apre gli occhi all’infinita Bellezza. Scendiamo poi sul versante opposto per circa 70 m di dislivello fino ad incontrare una traccia che si stacca verso sinistra presso un ometto di sassi e larice. Da questo versante l’ambiente diventa veramente dolomitico,di croda,rinserrati come siamo fra tutte le pareti che ci circondano sopra, dietro ( il grande e imponente Sasso di Bosconero e gli Sfornioi) e davanti (la nostra cima). Da qui parte la via normale vera e propria che segue l´evidente traccia prima in piano e poi in leggera salita sotto delle pareti rocciose, risalendo infine in obliquo verso destra la parte alta di un ghiaione fino ad una forcella erbosa. Da qui andare a destra verso una roccia con bollo rosso da cui parte la via di salita sull’articolata parete rocciosa che dovremo affrontare. Saliamo subito un saltino roccioso a destra (I), per la gioia dei bimbi e poi delle placche bianche poco inclinate per andare a prendere la larga cengia in salita di accesso alla parete W, con fondo roccioso e ghiaioso e sospesa sulla parete, con tetto a metà cengia che richiede di abbassarsi un po´. Affrontiamo un canale-camino di 4 m da risalire direttamente (I+), un altro saltino di rocce (I) ed un canale roccioso di 5 m (I+), e infine per cengette fino ad un piccolo antro nella roccia che si arrampica in spaccata per circa 3 m con buoni appoggi per i piedi, uscendo direttamente dal buco (II-). Usciti dal buco ancora per roccette e canalini (I+) fino a sbucare sulla larga dorsale ghiaiosa/erbosa dall’aspetto quasi lunare e che tondeggiante conduce all’ampia e circolare cima (2413 m h. 13.15). Armin la raggiunge per primo seguito da me e David con Nico a proteggerci le spalle. Montagne ovunque, insolitamente vicini il Duranno e la Cima dei Preti, il Sorapiss e l’Antelao, ma anche il Pelmo e il Civetta da sud in mezzo ai quali sembra piccola perfino la Marmolada. Appena oltre il vuoto le tre cime degli Sfornioi e il molosso del Bosconero, anticipano le più lontane cime dello Schiara e del Talvena che emergono appena. E poi ancora Moschesin Agner,Tamer, Moiazze. Scatto molte foto ad Armin e David oggi bellissimi nelle loro identiche magliette verdi del Rock Master di Trento. Poi attira la mia attenzione lo scoglio dello Spiz de Copada che emerge rossastro da un mare di abeti verdi. David telefona la sua gioia alla mamma e Nico mi scatta una bellissima foto abbracciato ai bimbi. Mangiamo i nostri panini e con calma un’oretta dopo cominciamo la discesa. Io scendo controllando Armin mentre Nico cala David nei passaggi più verticali e anche nel buco dove dall’alto scatto una bella foto a Nico coi bimbi. Ripercorriamo la cengia esposta e alle 15.15 siamo alla base della parete e possiamo metter via la corda facendo galoppare liberi i bimbi per il bel sentiero in discesa. Riguadagniamo il versante che da sul passo di Cibiana per forcelle e continuiamo la discesa sotto le pareti nel senso inverso dell’andata ritornando al passo per le 17 con nuove entusiasmanti visioni sulla montagna salita che vediamo nella luce più calda del pomeriggio.
Foto1 bimbi verso tratto esposto Foto2 io e bimbi in cima Foto3 Sassolungo di Cibiana
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