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   Cimon del Froppa 2932, 09/08/2011
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Veneto
Partenza  rif. Baion (1800m)
Quota attacco  2800 m
Quota arrivo  2932 m
Dislivello  130 m
Difficoltà  PD+ / III+ ( III obbl. )
Esposizione  Sud
Rifugio di appoggio  Baion
Attrezzatura consigliata  corda almeno 30 mt. e mat. x doppie
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Nel nostro andar per crode dimenticate, non potevano mancare le Marmarole ed è così che il 9 agosto del 2011 con Nico decidiamo di andarne a scalare la cima più alta e cioè Il Cimon del Froppa che raggiunge quasi i 3000 mt. Raggiunto il Cadore da caprile, e superata Domegge, imbocchiamo la strada verso la Val d’Oten che stretta, inizialmente asfaltata e infine sterrata abbastanza "avventurosa" conduce fino al Rifugio Baion (1825m, h6.30) dove fotografiamo una bellissima alba che colora come una secchiata di vernice d’oro che cola dall’alto la parete di Cima Bastioni. I Monfalconi invece elevano le loro infinite punte quasi a voler bucare il cielo e sembrano veramente un istrice di roccia. Incredibile il numero di torri e guglie che li compongono. Alle spalle del Rifugio Baion parte il comodo e panoramico sentiero 262 che si dipana dapprima su pascoli curati e successivamente sui ghiaioni alla base delle Marmarole. Dopo ca 30 minuti incontriamo il primo tratto di ferrata (una placca di ca 5 m in pendenza abbastanza comoda grazie ad appoggi ed appigli in quantità)e poco dopo il secondo, più impegnativo ed esposto sullo spigolo della Croda Bianca. In sostanza è una cengia di ca 50 m protetta da una corda metallica. In breve, raggiungiamo il Rifugio Chiggiato( 1910m h 8). Nell'ultimo tratto si gode la bella vista della Val d'Oten con l'Antelao e le Marmarole occidentali in primo piano. Un cielo azzurro ci inonda della luminosa luce del mattino e la gita potrebbe già concludersi felicemente in questo paradiso agli ordini dell’enorme Antelao che troneggia proprio dinnanzi a noi, mostrando ciò che resta del ghiacciaio che s’insinua fra le pieghe della sua parete nord. Le sdraio del rifugio già aperte inducono alla pausa, alla contemplazione, al riposo ma noi le fuggiamo come fossero tentazioni alle quali cederemmo se solo ci dimenticassimo per un attimo della nostra missione di fatica. Alle spalle del rifugio,il sentiero n.260 sale a nord verso la vicina forcella Sacu dove devia a sinistra tagliando il versante ovest della montagna su esigue cenge tra erbe e rocce che brillano sotto il blu del cielo. Dopo un primo tratto costantemente in diagonale, la risalita di un canalino terroso ed una successiva cengia,si scende brevemente in un vallone e si risale il ghiaione successivo portandosi sotto alcuni salti rocciosi con vista sulla nostra cima che brilla nel sole Ci addentriamo ancora all’ombra tra le pareti sempre più vicine a cui seguono brevi tratti appigliati o di facili attrezzature in un paesaggio roccioso solcato da gole e canaloni e che finalmente illuminato si mostra in tutta la sua selvaggia bellezza. Alle 10 fotografo Nico in cima ad una corta scala ferrata. Oltre le funi il sentiero con ampi tornanti entra nella sempre più stretta gola con la Val d’Oten lontana alle spalle. La si percorre prima per sentiero e poi per belle roccette fino alla forcella Marmarole(2661m, h11). Si aprono verso nord Cristallo, Piz Popena ,Tre Cime e Dolomiti di Sesto . Oltre la forcella il panorama si apre sulla nostra svettante cima e su bei pendii gradinati che andiamo a tagliare in diagonale per larghi ghiaioni e risalire infine un ultimo canale su fondo infido seguendo i segnavia per Forcella Froppa ma circa a metà strada una traccia scarta a destra diretta a Forcella Kugy. Seguendo gli ometti ci si porta sotto le rocce che si salgono per ripide placchette con ghiaino (passaggi di I e II) fino ad un canale ghiaioso nascosto e ghiacciato sul fondo che con qualche scivolata ci porta a Forcella Kugy (2825 m h 12.45) . E’ subito evidente il primo passaggio della salita che è anche il più difficile. Tiriamo fuori la nostra corda da 30 m. e attacco la breve parete verticale per una fessura (III° i primi 5 m con un chiodo con cordino sul passaggio più difficile e un'altro qualche metro dopo, all'interno di un canalino) e successivamente per un camino fino ad una buona sosta (II°; circa 30 m dall'attacco; sosta su 3 chiodi). Rifatta su la corda proseguiamo a sinistra per attaccare un corto camino (5 m di II°; chiodo intermedio) dove si trova la sosta a sinistra (1 chiodo con cordone). Continuiamo ora più facilmente per placchette (I e II) sotto i pinnacoli finali , fino ad una cengetta che porta verso destra ad un canale di sfasciumi misti a neve ghiacciata che risaliamo (25 m circa; ometti; I) sbucando direttamente presso la cima impastata di ghiaccio e che raggiungiamo brevemente per cresta verso destra (2932 m; h 13.30), fino alla croce solitaria in un mondo dimenticato, severo e reso un po’ tetro anche dalla copertura nuvolosa. Panorami a tratti a seconda delle nubi ma si vedono bene tutte le cime delle Dolomiti di Sesto, Croda dei Toni, Piz Popera , Cima Undici , Cima Bagni e poi Sorapiss e Tofane, Cristallo,Popena , i Cadini di san lucano e la Croda Rossa, mentre l’Antelao è curiosamente coperto da una nube dal fondo orizzontale che ne taglia la punta. Restiamo a chiaccerare in cima fino alle 14 e poi guadagnati i tratti con le soste, con due brevi doppie riguadagniamo Forcella Kugy e solo più molto più tardi il mondo degli uomini. Grande Nico sempre io e te, senza mai incontrar nessuno…sulle tracce dei lupi che fuggono le terre degli umani.
Foto1 in cammino dopo Forcella Marmarole Foto 2 la croce Foto3 io e Nico in vetta
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