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   cresta Est Monviso 3841, 22/08/2010
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Piemonte
Partenza  Pian del Re (2000m)
Quota attacco  2600 m
Quota arrivo  2841 m
Dislivello  250 m
Difficoltà  AD / IV ( IV- obbl. )
Esposizione  Est
Rifugio di appoggio  Rif.sella
Attrezzatura consigliata  nda
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Il 21 agosto del 2010 parto con mio fratello Walter per il Piemonte, meta Monviso dove andremo atentare la Cresta Est, meno noiosa e monotona della via normale. Strade nuove per l’avvicinamento e dopo Torino e Pinerolo, provincia di Cuneo, saliamo al Pian del Re (q. 2020 m) dove parcheggiamo nell’ampio piazzale, enorme perché deve accogliere tutti quanti qui arrivano per visitare le sorgenti del Po. Bel posto fra immensi prati di pascolo. Assolta anche noi la visita all’allegro torrentello con masso dedicato, ci mettiamo in moto alle 15.30 vs la nostra meta. Mezz’ora dopo l’inizio della nostra marcia, il sentiero sbuca nell´ampia e pittoresca valle sospesa del bellissimo lago Fiorenza ove si specchia l´elegante ed attraente parete Nord del MonViso (2.120 m) che qui appare elegante e possente in tutta la sua magnificenza. Proseguiamo diritti, in direzione dell’ evidente Viso Mozzo che svetta al di là del colletto. La traccia cala poi nel vallone del sottostante lago. Saliamo ora in direzione del Colle all´ampissimo Colle del Viso con bella vista sul vastissimo Lago Grande di Viso, alla base della cresta E del MonViso. Poco a sx, la grande costruzione in pietra del Rif. Sella (2.640 m; 2h). La grande cresta Est è proprio davanti a noi che sale con andamento diagonale verso dx e il ben individuabile torrione Robert, dietro al quale parzialmente coperta,sbucala cima. Ma sarà per domani. Usciamo dal rifugio nel buio delle 5 e ripercorriamo il tratto di sentiero in piano che si dirige verso il Colle del Viso per poi scendere nella conca ove c´è il lago Grande di Viso. Fatichiamo a capire dove dobbiamo andare sulla ripida pietraia di sfasciumi. Risaliti di circa un centinaio di metri sul livello del lago e superato un ostico tratto ghiacciato, siamo praticamente all´interno del conoide detritico principale dove notiamo sulle placche rocciose i primi segni gialli (h6). Il primo tratto è composto da facili gradoni rocciosi; seguendo l´itinerario proposto dai bolli gialli si sale rapidamente senza un vero e proprio percorso obbligato, seguendo semplicemente il filo di cresta. Dopo un primo tratto più stretto la cresta diventa molto più ampia e le difficoltà si abbattono risalendo alcuni canalini detritici. Pochi minuti la linea d’alba si colora d’arancio fosforescente e incrociamo in salita una coppia. L’arrampicata è sempre semplice e divertente fra grandi massi di granito e gradoni. Alle 6.40 sbuca il sole e le pareti alla nostra sx s’indorano incredibilmente assumendo tonalità oro fortissime; nel frattempo abbiamo fatto amicizia con Nicola e Giulia con cui stiamo condividendo la salita. Continuiamo a salire e mi ritrovo spesso a chiaccherare con Nico mentre rispettivamente aspettiamo Giulia e Walter. Alle 7.40 lancio la corda (il mitico spezzone rosso della casaccia da 20 mt) a walter da un breve risalto con passi di III° grado. Alle 8.15 siamo praticamente sotto il Torrione Robert che luccicante svetta sopra di noi. Ci toviamo di fronte un diedro quasi verticale dato III+ dove usiamo nuovamente la corda. Alle 9.30 incrociamo gli evidenti segni gialli che marchiano la cosiddetta ´Via della Lepre´, una via di fuga alquanto esposta su una infida cengia orizzontale di terreno detritico ed erboso che collega la Cresta E con la via normale sul versante sud della cima; (3.700 m). Risaliamo un ripido canalone di detriti a fianco del Torrione Robert e il panorama si apre all’infinito sui monti verso il Piemonte e verso la Val d’Aosta dove spicca la piramide del Cervino e gli spazi bianchi del Rosa e del Bianco. Continuiamo a salire e scaliamo un altro risalto di III° e poi usando tutti la corda di Nico il passaggio chiave del pilastrino con difficolta in placca vicine al IV°( h11). Siamo ormai sotto la placconata sfasciumata delle rocce sommitali e sulle placche sposte walter mi chiede di usare brevemente la corda la corda. Alle 11.30 io e Nico siamo appena sotto l’affollata croce della cima. Con Nico parliamo di progetti e desideri e scoprendo sintonie per le zone selvagge e le cime avventurose, stabiliamo di mantenerci in contatto. Nasce sulla cima del Monviso un sodalizio che durerà per tanti anni regalandomi momenti di alpinismo e di vita indimenticabili. Poche parole diventano come come quelle poche gocce d’acqua che diventano il fiume più grande. Arriva Walter che torna a sorridere e anche Giulia. Il panorama è infinito ma le grandi montagne sono tutte molto lontane del resto il Monviso (3.841 m) sorge isolato e maestoso, solitario nelle Alpi Cozie che dirige dall’alto della sua enorme superiorità sul resto delle cime vicine. Un’ora dopo prendiamo a scendere la lunghissima estenuante monotona via normale che tranne qualche passaggio (i Fornelli,dove si usano le mani per disarrampicare delle grosse scaglie) è sempre uguale a se stessa su infiniti pietroni. Alle 13 osservo Walter al limite del nevaio da cui sono appena sceso e fatti pochi passi lo vedo scivolare prender velocità verso le pietre che venti metri più sotto ne segnano la fime. Lo schianto è forte ma per fortuna Walter si rialza illeso. Alle 14 passiamo dal verdegiallo Bivacco Andreoletti(3200mt.). Un’ ora dopo smettiamo finalmente di pestare pietrame e osserviamo dal vallone lo sviluppo della normale sulle rocce del Viso. Affrontiamo in discesa la breve ferratina che porta al passo delle Sagnette per ritornare infine in valle Po e al Rifugio Q. Sella. Comunque bella salita in cui l´esposizione, la quota e il severo ambiente roccioso caratterizzano un itinerario che diventa molto impegnativo dal punto di vista della resistenza fisica e della concentrazione. Però mi spiace dirlo la via normale è veramente stancante e snervante. Contento di essser tornato in montagna con Walter e della bella amicizia con Nico che promette interessanti sviluppi futuri.
Foto1 ecco il Monviso Foto2 io e walter in cima foto 3 la Cresta est e la cima
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