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   Diedro Bramani e Gasparotto allo Zucco Pesciola, 16/10/2007
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  ceresole (1340m)
Quota attacco  1900 m
Quota arrivo  2100 m
Dislivello  400 m
Difficoltà  D / 5a ( 4c obbl. )
Esposizione  Nord
Rifugio di appoggio  Lecco 1700 mt
Attrezzatura consigliata  nda, vie ben protette e sicure a fittoni resinati e soste a prova di bomba
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Questo 2007, volge al termine. Anno segnato alpinisticamente da una drastica riduzione delle mie uscite alpine a causa dei problemi familiari insorti con la nascita di Jari il mio quarto figlio ma soprattutto da un quasi abbandono dell’ars arrampicandi che mi aveva fino agli ultimi anni visto in costante progresso. Costretto a scegliere fra montagna o arrampicare ho scelto la prima come sposa e la seconda per amante occasionale. Sarà anche questa l’ultima uscita dell’anno e anche il segno di un rapporto che si sta consumando. Accetto comunque l’invito di Ale di andare ad arrampicare allo Zucco Pesciola e il 16/10 partiamo vs la Val Torta e parcheggiamo agli impianti di Ceresola,1340 mt. poco prima delle 8, dopo un oretta di salita su per le piste da sci, passiamo dal rifugio Lecco. Si risale il bel vallone dei Camosci, che mi piace immaginare scevro dagli impianti che lo segnano come una cicatrice sul volto di una bella donna, seguendo il sentiero più basso. Si prosegue circa fino all'ultimo impianto di risalita presente. Guardando la parete opposta all'impianto, si nota un grosso masso con un lato triangolare. Si risale il ghiaione puntando a questo grosso masso, e una volta raggiunto, ci si sposta verso sinistra salendo a ridosso della parete. La si costeggia fino ad incontrare l'attacco presso cui vi è una freccia sbiadita ed un cerchio rosso. C’è anche la scritta “via comune”. La via parte dalla grande terrazza che divide la parete. Per risalire il primo salto roccioso ci sono tre possibilità. 1: la via Comune,che abbiamo scelto noi 2: la variante Diretta delle Guide 3: la variante dei Bergamaschi. Alle 8.20 raggiungiamo l’attacco e ci prepariamo. Ale parte per il primo tiro, 20 minuti dopo. 1° tiro - "via Comune": risalire lo spigolo verticalmente fino a giungere alla sosta che è situata su di un terrazzino in corrispondenza di un muretto verticale. 20 Mt., III. Poi parto io per il secondo. 2° tiro: superare il muretto, leggermente in strapiombo ma ben appigliato, appena a destra della sosta. Poi proseguire lungo un canalino che sale in obliquo verso sinistra. Raggiunto un terrazzino con la vecchia sosta superare la fessura a sinistra che porta al pulpito dove si sosta comodamente. 30 Mt., IV, III+, IV. Ricordo che da freddo ho dovuto sforzarmi per afferrare la bella lame che aiuta a sollevarsi. 3° tiro: salgo verticalmente le facili rocce e poi il canalino a sinistra. Superato un muretto verticale esco sulla terrazza detritica alle 10.20 e recupero Ale . Puntiamo allora alla base del canale/camino che sale obliquo verso destra. All'attacco c'è un bollo rosso ed una scritta nera "via Gasparotto" ben visibile. Poco più a sinistra c'è l'attacco della via Bramani e più a destra quello della via Casari/Zecca. 20 Mt., IV-, I, 1 fittone. Ale attacca il diedro poco dopo le 10.30. 4° tiro - "via Bramani": rimontare le rocce a destra della sosta per poi portarsi nell'evidente diedro. Risalirlo con passi atletici in spaccata sino a raggiungere la sosta (2 fittoni+catena con anello) situata su di un piccolo terrazzino a sinistra del diedro. 35 Mt., IV+, 6 fittoni. Soffro questo tiro, dove la tecnica di piede è essenziale ed è parecchio che non la alleno più. Riparto io per il secondo tiro della Bramani. 5° tiro: ritorno nel diedro e lo risalgo per qualche metro. Mi Sposto a sinistra sulla paretina verticale ma ben appigliata fino a raggiungere la sosta (2 fittoni+catena con anello) in corrispondenza di un terrazzino a sinistra del diedro. 20 Mt., III, IV, 3 fittoni. 6° tiro: salire la parete verticale a destra del diedro al termine della quale si sosta comodamente (2 fittoni+catena con anello). 30 Mt., IV+, qualche passo di V, 5 fittoni. Tiro di Ale cui faccio i complimenti perché la sezione centrale è bella impegnativa e poi affronto il tiro finale. 7° tiro: ritornare nel diedro e salirlo sino al suo termine dov'è situata l'ultima sosta (2 fittoni+catena con anello). 20 Mt., IV, III, 3 fittoni. Per facili gradoni erbosi raggiungiamo la vetta, alle 13. 20 Mt., I. Un bel cielo azzurro e un sole caldo ci accolgono e oltre la foschia delle valli s’alzano massicce i verdi pendii delle Grigne. Bella anche vista dall’alto la piana del Rif. Lecco anche se troppi edifici ne segnano i bei prati. Le Torri dello Zuccone Campelli brillano fra il sole e l’azzurro e mi viene in mente Comici che su quel calcare fessurato ha messo le sue mani magiche e ha suonato per noi una delle sue sinfo-vie. Rendiamo poi omaggio alla madonnina di vetta e dopo aver pranzato e discusso su quando andare a fare la Cassin in Medale senza trovare una posizione comune fra il suo desiderio di farla il primo possibile e il mio di chiedergli di aspettare che io possa esser libero dagli impegni familiari. Capisco che non sto parlando con un amico e la cosa mi ferisce ma evito di esasperare il conflitto. Poi, ci caliamo in doppia alla terrazza di mezza parete per rifare poi la Via Gasparotto dove ci presentiamo all’inizio del primo tiro poco dopo le 14.30.
1° tiro Ale risale l'evidente canale/camino che sale obliquamente verso destra. 25 Mt., III, 5 fittoni. Mi cade uno dei moschettoni che recupero e la “solfa” che mi tira Ale sull’essere più attento, che in parete certi errori si pagano ecc. ecc. non fa che confermarmi il sospetto che ormai è avviato verso una forma di alpinismo troppo serio e competitivo per i miei parametri. Togliere l’anima alla scalata, è come toglierla alle montagne. Non è la mia scelta. Lo raggiungo e riparte ancora lui. 2° tiro: salire una spaccatura ed entrare nel camino verticale (parete ed un pilastro staccato). Ad un certo punto ci si trova sopra una specie di terrazzino molto umido con roccia bagnata. Risalire il camino (all'inizio vi è un piccolo strapiombo). Al termine del camino proseguire per alcuni metri in un canale fino a raggiungere la sosta. 35 Mt., IV+, 5 fittoni. Affronto io il 3° tiro: affronto un diedro aperto ma molto umido (IV, 4 fittoni) e successivamente per terreno più semplice raggiungo la sosta. 30 Mt., IV. Qua ho arrampicato bene, tocca ad Ale concludere. 4° tiro: si prosegu a destra della sosta per semplici roccette fino a raggiungere uno spigolo che sale sempre più esposto ed affilato. Al termine dello spigolo c'è la sosta. 30 Mt., III, 4 fittoni. Infine, Risaliamo i gradoni verso destra per circa 20 metri sino alla vetta che raggiungiamo per la seconda volta alle 16. La bellezza dell’ambiente circostante ci fa dimenticare i dissapori e ci abbracciamo felici attorno alla madonnina. Sopra un cielo azzurro intensissimo mentre un candido mare di nubi bianche ondeggia placido sopra la Val Padana. Emerge solo la cresta del Resegone che taglia letteralmente il mare bianco con la sua lama orizzontale e dentellata. Ci rilassiamo mangiamo qual cosina e poi fatte su le corde, imbocchiamo il sentiero di discesa (ben visibile, in direzione opposta rispetto al rif. Lecco) che conduce alla Bocchetta di Pesciola dalla quale si scende nel canalone a sinistra . In poco tempo arriviamo alla base della parete, e poi giù fino all’auto.
foto 1 io tiro 3 via comune Foto 2 2° tiro Bramani Foto 3 Tiro 3 bramani
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