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   Antelao 3263 il Re delle Dolomiti, 22/08/2006
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Veneto
Partenza  San Vito di Cadore (1150m)
Quota attacco  2100 m
Quota arrivo  3263 m
Dislivello  1100 m
Difficoltà  PD- / II ( II obbl. )
Esposizione  Nord
Rifugio di appoggio  galassi san marco
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Si tratta della più alta cima del Cadore, da cui il soprannome di Re delle Dolomiti, seconda vetta dolomitica per altezza dopo la Punta Penìa in Marmolada. Raggiungo San Vito di Cadore il 22/08/2006e poi la partenza dalla stazione a valle degli impianti di san Vito, a quota 1120 m, dove parcheggio. La Tofana di Rosez si colora di rosa mentre Re Antelao dormicchia ancora all’ombra avvolto da qualche nube che gli fa da coperta. Ma si preannuncia una bellissima giornata. Scatto una foto in cui sulla sua cima c’è un pennacchio di nube incagliato: sembra l’Everest da questa prospettiva. Mezz’ora dopo passo ai 1580 mt del Rif. Scoter e alle 7.40 sono ai 2100 mt della Forcella Piccola dove incrocio il sentiero che arriva dal Rif. Galassi e quello dal Rifugio San Marco. Ma abbandono subito l’ampia traccia per scartare a dx e risalire il sentiero segnato per pendio erboso e poi per l´ampio vallone ghiaioso che con percorso ad arco da sinistra a destra porta ad una placca bianca che segna l’inizio delle rocce e su cui è posta una targa in memoria. Inizio alle 8.10 questo scenografico tratto del percorso fra immense gradonate rocciose e cenge bellisiime da percorrere con direzione vs sx. Il paesaggio è lunare e fantastico: la roccia chiara nella tenue luce del mattino mi ricorda che siamo nel regno dei Monti Pallidi. Si cammina bene in salita su cenge raramente strette ed esposte. Sono completamente solo e avvolto dal silenzio quando comincia a giungermi da sotto eco di sassi smossi e vedo una figura che risale. Salgo di buon passo ma la sento avvicinarsi..vien su di corsa questo, penso. Alle 8.20 lo vedo dall’alto della cengia fortemente ascendente che ho appena percorso e che termina ad una specie di selletta che rappresenta l’accesso alle Laste Superiori. Mi raggiunge, ci salutiamo, sale in pantaloncini e scarpette, fila veloce, accelero, gli chiedo se posso provare a tenere il suo ritmo. Ci riesco e dopo un poco cominciamo a chiacchierare e mi spiega che più che un alpinista è un runner che partecipa a corse in salita. Stiamo già salendo l´inizio della lastronata inferiore, sulla larga cresta N dove non si cammina su un sentiero o una traccia ma su queste incredibili placche inclinate tenendo la direzione segnata da qualche ometto. Il paesaggio è surreale perché saliamo nel blu su croste dorate fra sbuffi di vapore. Sembra di stare in un quadro in movimento. Danilo spinge come probabilmente è abituato a fare e io dopo aver sofferto il repentino cambio di ritmo, mi sono adeguato al passo sostenuto. Dopo un intaglio e un breve camino con passi di II°, arriviamo all´inizio della seconda lastronata con pendenza maggiore (fino a 35-40°) e ricoperta di ghiaino, passando dietro ad un enorme blocco staccato. Questa seconda sezione,un autentica scala vs il cielo,segue il filo di cresta a sinistra, fino a raggiungere il Biv. Cosi (q. 3111 m), che non degniamo di uno sguardo. La vetta appare irrealmente vicina nel cielo blu alpino e il pennacchio di nubi che vi s’impiglia continua a ricordarci la quota a cui arriveremo. Alle 9 saliamo in un canale naturale che solca le lastre come una cicatrice naturale e mezz’ora dopo il nostro dual express si arresta sugli ultimi blocchi: oltre solo cielo. Danilo un poco di più ma io ho fatto 2100 mt di dislivello in sole 3h: wow. Ma ora è il tempo di concedersi all’infinito blu della montagna, di fondersi nell’azzurro profondo del cielo, di respirare a pieni polmoni l’aria frizzante dei 3000 mt, di sentire il rimbombante suono del cuore che batte nella gran cassa dell’universo, di ascoltare il “sound of silence”. Appagante panorama a 365° su Dolomiti, fino ai ghiacciai dell'Austria (Grossglockner) e a sud fino a vedere la laguna veneta, con visuale un poco disturbata da banchi di nubi. Fa a un freddo notevole e Danilo in braghini congela per cui fatta qualche fotografia caliamo con l’idea di andare a ripararci al Bivacco dove sostiamo per mezz’oretta e mangiamo qual cosina. Alle 10.45 riprendiamo di corsa la discesa saltellando sulle laste e sulle lastre. Alle 12.30 sono alla macchina, esattamente 6 ore dopo la partenza. Antelao in 6 h,niente male. Ci salutiamo con Danilo, ripromettendoci di sentirci per i prossimi giorni della mia vacanza.
Foto1 Laste e vetta Foto 2 Danilo e il canale fra le Laste Foto 3 io in cima

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