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   Climbing in Pillori, 24/07/2006
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Emilia Romagna
Partenza  Pillori di Travo (300m)
Quota attacco  300 m
Quota arrivo  320 m
Dislivello  20 m
Difficoltà  AD+ / 6b ( 6a+ obbl. )
Esposizione  Sud-Ovest
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  da falesia
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Il 14 gennaio del 2006 come ogni tanto mi capitava in quel periodo, scappo dagli impegni della casa-famiglia e mi rifugio sopra Perino a Pillori di Travo dove una bella falesia di arenaria esposta a sud, permette di arrampicare tutto l’anno dando il meglio di sé nelle stagioni invernali e fredde. Mi è capitato di arrampicarci anche con la neve alla base delle vie! Da Piacenza si prende per Bobbio lungo la S.S. 45 della Val Trebbia. Prima di entrare nel paese di Perino (località Due Bandiere), svoltare a sinistra con direzione Pillori. Si sale lungo la stretta strada asfaltata per circa 3 km superando un breve tratto in frana e il piccolo abitato di Sabbadini. Si continua lungo la strada e poco prima di raggiungere il paesino di Margherita si parcheggia l’auto in uno slargo in corrispondenza di un tornante a destra. Si segue la mulattiera in discesa e poi una traccia di sentiero sulla sinistra che in pochi minuti porta alla base della falesia (2’ dall’auto). Oggi, esco da un 2005 che mi ha visto arrampicare quanto mai prima e quindi sono al top dei gradi che mi posso permettere. La cima della falesia si può raggiungere anche dall’alto tramite un sentierino e quindi consente la calata alla base delle vie e nel mio caso fatto un nodo in cima alla via scelta, di arrampicare in autoassicurazione col basic. Comincio con El Pube 6a+ che inizia con una delicata arrampicata in placca ma un poco appigliata e che dopo una sezione un poco più semplice costringe ad affrontare la placca decisiva con tacchette e smussi molto piccoli sia per i piedi che per le mani: sono tre metri veramente duri e quando esci dai quei movimenti alzarsi sulla fessura orizzontale non è più banale come può sembrare perché hai le braccia ghisate. Spesso mi è capitato di volare quando ormai stavo per esultare. Ma oggi sbuffando mi isso e vado in catena. Mi calo e mi sposto su Sole Ingannatore 6b tipico tiro dell’arrampicata di questa falesia, con l’aggravante della continuità più che della difficoltà dei singoli passi e che propone una sezione su piccole tacche,decisiva. Se si entra in sintonia con la dimensione degli appoggi e le braccia non si ghisano prima, si arriva in catena 20 metri più sopra. Oggi sarà l’unica volta in cui ci riuscirò. Poi non ci si può allontanare da Pillori senza aver provato Giovanni la Apre 6a secondo me sottogradato che propone un ‘ascesa entusiasmante anche per le differenti tipologie di movimento a cui costringe. Le difficoltà iniziano subito in maniera illogica perché una bellissima fessura inclinata a dx costringe ad una bellissima ma faticosa dulfer con difficile passo di ristabilimento prima di arrivare a moschettonare il primo spit: quanta paura prima di riuscire a fare il movimento che va concluso prima di potersi assicurare. Solo che sei già alto tre metri e volare giù sarebbe poco simpatico. Fortuna che a furia di farlo ormai quel passo, viene quasi automatico. Poi si prosegue andando a seguire un’esile fessurina spesso intasata e sporca che conduce verso l’alto e in cui è veramente difficile poggiare i piedi o inserire le dita e che quindi cercano vanamente appoggi o appigli sul liscio circostante. Ma qualcosa si trova e si esce poi in alto un poco più facilmente. Per me è la via più bella del posto: sicuramente quella che mi ha regalato più emozioni e soddisfazioni. Infine per concludere questa giornata trionfale, Me la dia 6° che seleziona subito gli aspiranti salitori con la selvaggia placca iniziale che richiede movimenti decisi e precisi in scarso equilibrio per salirci sopra e poi un allungo fondamentale per andare a prendere una grossa tacca che sancisce la fine delle difficoltà che si abbassano fino a tornare nel delicato passo per arrivare in catena in cui bisogna per forza affidarsi alla scarpetta spalmata per alzarsi e arivare alla fine. Quante esercitazioni all’inizio e alla fine di questa via. Ma oggi vado bene, conosco e supero tutti i passaggi. Ora sono stanco, braccia ghisate, ma soddisfatto prendo la via di casa mentre cala il sipario su una giornata che mi piacerebbe si potesse replicare all’infinito. Confido ai freddi venti che mi carezzano le gioie dei miei occhi che scivolano nei colori della sera. Alla prossima.
Foto1 El pube 6a+ la placca dura Foto2 in uscita su Giovanni la apre 6a Foto3 placca iniziale mela dia 6a
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