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   Pizzo Varrone dalla via del Lastrone (o dell'Inglese), 14/10/2019
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Onicer  fabiomaz   
Regione  Lombardia
Partenza  Laveggiolo (Gerola) (1440m)
Quota attacco  2220 m
Quota arrivo  2325 m
Dislivello  100 m
Difficoltà  PD / III+ ( III+ obbl. )
Esposizione  Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Rif. Fallk, Rif. Trona Soliva
Attrezzatura consigliata  Se si fa la traversata basta una mezza da 60 m e un lungo cordone da abbandono se fosse stato tolto quello lasciato (almeno 4 m). Eventualmente 2 friend medi.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Segnalo l'itinerario perchè il Varrone, pur essendo una bella montagna, da tutti i versanti scoscesa e impervia, è negletta per la qualità della roccia della via normale , di cui si raccontano cose orrende, soprattutto a seguito della frana che ha spazzato via la ferrata.
La traversata, che richiede un approccio alpinistico, seppur semplice, consente invece di salire su ottima roccia e di scendere, con tutte le attenzioni che richiede un'ambiente molto franoso e delicato, con un'unica doppia da 30 m abbastanza sicura, fino all'intaglio da cui per tracce di sentiero si raggiunge la cima del Varrone delle Vacche e la "salvezza".
L'avvicinamento è fattibile da diverse parti (Ornica, Premana, Gerola Alta), noi siamo partiti da Laveggiolo, perchè mi interessava passare da quel tratto della GVO e tenere per un'altra occasione (vero Oscar?) la salita da Premana, magari in mtb.
In ogni caso si raggiunge il rif. Falk e da quì, per pietraia, ci si porta verso il dente principale e il lastrone che ne caratterizza la parete nord ovest. Si risale il canale che porta alla base del lastrone avendo cura di prendere la diramazione di salita ben segnalata da un grande bollo bianco ben visibile dal basso. Il canale, con passi di II, è molto sfasciumato e occorre muoversi con attenzione per non far cadere roba su chi segue. E' forse il tratto più "rischioso" della travrsata.
Dall'intaglio si sale seguendo la evidente fessura con tre tiri di 35, 30 e 35 metri, difficoltà max di III+, soste attrezzate con anelli di calata e un chiodo di passaggio sul passo "chiave".
In uscita abbiamo fatto una leggera variante per uscire diretti sulla croce ma la sconsiglio, per il rischio di far cadere sassi.
Invece di scendere in doppia noi abbiamo optato per traversare al Varrone delle vacche. Per farlo abbiamo seguito la cresta per una 20na di metri (roccia delicata ma niente di terribile, comunque siamo rimasti legati per sicurezza) per poi abbassarci a una bocchetta ben evidente sulla destra (lato ovest) della cresta, dalla parte opposta della vecchia "normale" crollata.
Alla bocchetta è presente un grosso masso attorno a cui ho lasciato un cordone giallo. Oltre alla bocchetta c'è un canale franoso interrotto da due salti verticali. Tenendosi sulla sinistra (faccia a valle) a ridosso della parete, la doppia si svolge su roccia buona e con solo un po' di detrito.
Usciti dalla doppia si traversa per una decina di metri fino all'intaglio da cui passa anche la vecchia normale e per tracce di sentiero, non visibili finchè non si arriva all'intaglio si arriva al Varrone delle Vacche.
Da lì, senza più difficoltà, si torna al sentiero.

foto 1: Il varrone con il caratteristico dente e, sul lato destro, ben visibile il lastrone e la fessura di salita.
foto 2: la via di salita
foto 3: il tratto repulsivo che divide i due denti. La calata da noi effettuata si volge nel canale a sinistra (visibile Marco più o meno nel punto in cui finisce la calata)

A seguire un video trovato in Youtube fatto con un drone che ben rende la severità del Varrone.

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