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   Punta di Scais, Cresta Corti, 04/07/2019
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Onicer  Zeno   
Regione  Lombardia
Partenza  Agneda (SO) (1220m)
Quota attacco  2450 m
Quota arrivo  3038 m
Dislivello  700 m
Difficoltà  AD+ / IV+ ( IV obbl. )
Esposizione  Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Rif. Capt. Luigi Mambretti
Attrezzatura consigliata  Normale dotazione da arrampicata su roccia, utile uno straccio con connesso un cordino di 6/7 metri per appoggiare le corde su una lama senza danneggiarle nell'ultima calata.
Itinerari collegati  Punta di Scais (3038m), cresta Corti
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento La cresta Nord-Ovest della Punta di Scais, meglio nota come Cresta Corti per via della prima salita integrale ad opera di Afredo Corti e Augusto Bonola nel 22 luglio 1926, è tra gli itinerari di cresta più noti delle Alpi Orobie per lunghezza, difficoltà e severità dell’ambiente in cui si svolge.
Nell’ottobre 2015 la percorsi insieme a Luca ma fummo colti a metà itinerario da una bufera di neve che rese la seconda parte della salita e la discesa alquanto impegnative con rientro a casa notturno che preoccupò non poco i genitori.
Per questo motivo non avevo mai inserito il report e mi era anche rimasto il desiderio di ripercorrere questa cresta in condizioni più favorevoli.
Dopo tre giorni di studio passati con Maria all’amabile Capanna Mambretti partiamo da lì all’alba e, raggiunto il piede della cresta, saliamo slegati fino al Torrione Occidentale; nel seguito proseguiamo in conserva protetta con qualche tiro e corde doppie nei tratti più ripidi.
Il contesto su cui si svolge la via è davvero splendido e man mano che ci si alza si svelano le austere cime del gruppo centrale delle Alpi Orobie. Purtroppo verso l’ora di pranzo il tempo comincia a peggiorare e quando, giunti in vetta, ci prepariamo per la discesa ci accorgiamo dei cappelli di Maria elettrizzati e sentiamo la croce sfrigolare per l’elettricità nell’aria. Senza indugio ci caliamo per la piodessa ed il camino Baroni dove quattro doppie effettuate sotto l’acqua ci depositano sul fianco occidentale dello Scais e sulla vedretta omonima.
Nonostante le premesse piuttosto inquietanti la tempesta ci grazia e quindi rientriamo alla Capanna Mabretti senza troppa fretta. Da qui, fatta qualche pulizia e preparati i bagagli, scendiamo a valle.
Resta la gioia di una magnifica salita che non ricordavo così impegnativa ma che ho ripercorso con grande soddisfazione anche come coronamento di splendidi giorni passati con Maria nella selvaggia natura delle Orobie Valtellinesi.

Mòla mia, leù!
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