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   Zucco di Pesciola, Spigolo dei Bergamaschi, 19/07/2018
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Onicer  Zeno   
Regione  Lombardia
Partenza  Barzio, Parcheggio Ovovia (800m)
Quota attacco  1950 m
Quota arrivo  2092 m
Dislivello  140 m
Difficoltà  AD / IV+ ( IV obbl. )
Esposizione  Nord
Rifugio di appoggio  Rifugio Lecco
Attrezzatura consigliata  Normale attrezzatura da arrampicata su roccia, 8 rinvii. Protezioni veloci non indispensabili data la riattrezzatura a fittoni delle Guide Alpine della Valsassina del 2008
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Decidiamo con Marta e Maria di passare due giorni ad arrampicare nella bella e solare conca, nei pressi del rifugio Lecco, creata dallo Zucco Barbisino, Zuccone Campelli e Zucco di Pesciola. Sulle pareti di queste montagne ci sono diversi itinerari di difficoltà contenute, ben attrezzati e vicini tra loro.
Da bravi sfaticati saliamo con l’ovovia che parte alle 11.45 da Barzio ed attraverso le piste di sci arriviamo sotto le pareti nella testata del Vallone dei Camosci. Mentre allestiamo il nostro “campo base” ci raggiungono gli amici Tino, Andrea, Carlotta e Paolo che hanno ripetuto in mattinata le vie Casari-Zecca e Gasparotto. Mangiamo insieme ed in seguito loro si apprestano a scendere verso Valtora mentre noi ci portiamo all’attacco dello Spigolo dei Bergamaschi alla Terza Torre dello Zucco di Pesciola. La via è davvero un gioiellino con arrampicata molto divertente su roccia ottima. Usciti sulla Cresta Ongania raggiungiamo la vetta attraverso alcune varianti per arrampicare ancora un po’. Molto bello essere lassù nella luce, solitudine e pace che solo la montagna serale sa regalare. Ritornati alle tende attraverso il Canalone dei Camosci ci prepariamo la cena e, vista la bellissima stellata che ci sovrasta, decidiamo di dormire fuori dalla tenda ammirando le numerose stelle cadenti.

Il giorno successivo partiamo prestissimo per ripetere la Fessura Comici sullo Zuccone Campelli sperando di vedere l’alba dalla cima. Alla fine arriviamo in vetta quando il sole è già alto nel cielo e non ci resta che tornare alle tende godendoci, prima di scendere a valle, un meritato riposo cullati dalle voci delle cordate che impegnano le varie vie sulle pareti circostanti.

Mòla mia, leù!
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