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Zucco Pesciola, Diedro Bramani, 13/09/2017 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Fedora |
Regione | Lombardia |
Partenza | Valtorta (1350m) |
Quota attacco | 1900 m |
Quota arrivo | 2092 m |
Dislivello | 200 m |
Difficoltà | AD / V ( V obbl. ) |
Esposizione | Nord |
Rifugio di appoggio | rifugio lecco eventuale |
Attrezzatura consigliata | rinvii e cordini. via attrezzata a resinati. |
Itinerari collegati | Zucco Pesciola (2092m), Diedro Bramani |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Prima volta per me su una via allo Zucco Pesciola. E così decido di sfruttare il pomeriggio libero per provare qualcosa in zona. Come sempre Lidia accoglie l’idea con entusiasmo. Partenza alle 13,20 da Valtorta, all’attacco in 1h e 30’. Roccia asciuttissima, e sempre ottima tranne qualche brevissimo tratto detritico, ma solo nel passaggio tra la Via Comune e la via vera e propria. Caratteristica principale di ogni tiro è la partenza: sempre atletica e dura anche se magari solo per 2 o 3 metri; ma ovviamente, essendo appena sopra la sosta, la caduta sarebbe dannosa! Ad es. il 2° e 3° tiro presentano subito una partenza aggettante e verticale nei primi 2-3 metri (in particolare al 3° tiro, veramente faticoso per me!). Superata la cengia mediana, attacchiamo la via vera e propria. Dopo i primissimi metri del 4° tiro, si supera una placca quasi verticale delicata (qui niente chiodi); solo dopo averla risalita spostandosi leggermente a dx si può rinviare nel chiodo sulla parete opposta. Da qui si vede l’intero lungo diedro da risalire, veramente spettacolare e ben protetto (per fortuna!), da fare quasi tutto in spaccata sfruttando dei gradini formati dal lato sx del diedro stesso (come una lama).Il 6° tiro è stato il più duro per me, con qualche passaggio di V su una parete che da sotto sembrava un po’ meno verticale e impegnativa di quanto invece si è rivelata. Il passaggio chiave è un breve traversino di un paio di metri a sx (verso il diedro), che ho preso troppo “di braccia” e mi ha veramente sfiancata. Superato questo, poco dopo se ne presenta un altro, ma a mio parere meno fisico e quindi leggermente più “abbordabile”. L’uscita da questo tiro è comunque una liberazione! Il successivo diedro canale da salire con spaccata molto ampia è cmq più “arioso” e breve, e ci porta a pochi metri dalla Madonnina di vetta che raggiungiamo in pochi minuti dall’ultima sosta. Sono quasi le 18, dopo 2h e 45 dall’attacco. Purtroppo le nubi basse e un po’ di nebbia non ci permettono di gustare i magnifici colori che speravamo di vedere, ma la gioia è tanta e quindi poco ci importa! Scendiamo dal disagevole canalone detritico che in poco tempo ci porta in fondo al vallone dei camosci. Alle 19.50 siamo alla macchina, puntuali con l’imbrunire… Partecipanti: Fedora e Lidia.
FOTO 1: Lidia verso l'uscita dallo spettacolare diedro del 4° tiro. FOTO 2: Sulla lunga placca del 6° tiro, la più dura della via. FOTO 3: Il bel diedrino che porta all'ultima sosta. |
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