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   Punta di Scais, cresta Corti, 13/08/2017
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Onicer  antonioreali   
Regione  Lombardia
Partenza  Agneda (SO) (1220m)
Quota attacco  2450 m
Quota arrivo  3038 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  AD+ / IV+ ( IV obbl. )
Esposizione  Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Rif. Capt. Luigi Mambretti
Attrezzatura consigliata  N.d.A. in ambiente severo, selvaggio e assolutamente fuori mano e pochissimo frequentato. Occorre una buona dose di esperienza su questo tipo di terreno. (portarsi martello e chiodi - potrebbero essere utili)
Itinerari collegati  Punta di Scais (3038m), cresta Corti
Condizioni  Accettabili
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Gita fatta il 13/08 partiti alle 4.30 dal Rif. Mambretti, per essere alle 5.15 vestiti all'attacco della via il più presto possibile, primo tiro salito con la frontale.
L'Itinerario è senza dubbio eccezionale, e portarlo a termine non è una passeggiata. La via presenta numerosi saliscendi, brevi doppie o disarrampicamenti vari, comunque delicati.
La relazione migliore credo sia quella fatta dal BENO delle montagne divertenti, la via è sempre in cresta, anche quando non sembra possibile, si passa in cresta. prima o poi il passaggio si trova.
Ci abbiamo messo oltre tredici ore, appena in tempo per le calate in doppia con la luce. Consiglio le scarpette di arrampicata se si arrampica vicino al proprio limite(da usare esclusivamente sulle lisce placche finali). Noi abbiamo portato anche martello e chiodi che ci sono tornati utili per proteggere alcuni passaggini altrimenti poco proteggibili con friend e nut. (nel caso non si riuscisse a finire la via con luce i chiodi sono grosso aiuto).
La roccia è a tratti buona e a tratti marcia e non sono infrequenti pezzi di roccia rimasti in mano. Ovvio dire che le soste sono tutte su spuntone, e di chiodi se ne incontrano due o tre in tutta la via. Quindi è utile portare materiale da abbandono. Disarrampicare è sempre possibile, comunque delicato. La copertura cellulare è pressoché inesistente se non in vetta, si è totalmente isolati da Agneda alla Punta Scais.
La via è veramente lunga, e porta spesso a perdere l’orientamento, anche perché non si capisce esattamente su quale torrione ci si trovi, ci sono pochi riferimenti essendo i tiri non delimitati da soste “fisiche”. Avere più relazioni è utile ma non sufficiente, perché non sono dettagliate, specialmente nella parte finale. Comunque la via è sempre in cresta, che a volte ha dell’incredibile ma è sempre in cresta (tenerselo bene in testa). Il panorama è selvaggio ma dopo 13 ore diventa quasi monotono, e non si vede l’ora di tirarsi fuori dalla cacca.
La discesa l’abbiamo fatta dalla normale “bergamasca” che avevo fatto anni prima. Sono 2 doppie fino al primo grosso intaglio, e altre 3 dopo nel canale tutte con doppio spit. Non siamo scesi dal canale Bonomi perché non potevamo permetterci di sbagliare. (per la normale bergamasca puntare la crestina che va verso il Redorta).
Dopo le 5 doppie ci sono oltre 3 ore di esausto ritorno tra gli sfasciumi e per arrivare alla Mambretti. Inutile dire che alla Mambretti siamo tornati con il buio pesto.
Che dire . . . . . . sulla Corti basta andarci una volta nella vita, ma solo una….poi capirete il perché 
La gioia????? INFINITA !!!!
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