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   Sperone W Corno Miller, 22/08/2017
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Onicer  cri   
Regione  Lombardia
Partenza  Pont del Guat (1550) (1550m)
Quota attacco  2500 m
Quota arrivo  3372 m
Dislivello  800 m
Difficoltà  D / IV+ ( IV obbl. )
Esposizione  Ovest
Rifugio di appoggio  rig. gnutti
Attrezzatura consigliata  Corda da 30 m, friend di varie misure, cordini e fettucce (via non chiodata); ramponi per la discesa su ghiacciaio.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Era luglio 2015 quando Ermes e Marcello tornavano a valle un po’ amareggiati per un'intensa giornata trascora in val Miller, in quella occasione il tentativo allo sperone W del Corno Miller fallì a causa di un canale trovato ghiacciato e con neve, mancavano solo 200 m alla cima ma la fatica spesa costò loro una ritirata! Una ritirata poco digerita tanto che in questi ultimi due mesi, nelle recenti frequentazioni della valle Salarno, Adamé e Miller quel racconto è stato citato più e più volte!
Ho come percepito che quello spino nei piedi era un po’ fastidioso ed andava levato il prima possibile e cosi io, non potevo perdere questa occasione amando parecchio queste zone, ho chiesto loro se potevamo tentarlo insieme!
Avevamo tra le mani due relazioni quella di Simon (che ringrazio per le ultime soffiate inviatemi lunedi pomeriggio) e quella recente di Edo, che l’aveva percorsa a luglio, fornendomi anche lui ottimi dettagli per evitare di perderci anche se in questi ambienti è facile comunque perdere la via non essendo per nulla chiodate.
Diverse sono state le occasioni per poterlo attaccare ma per un motivo e per l’altro mancava sempre qualcuno, finché benedette ste ferie e sta alta pressione tornata organizziamo la missione: una tenda in tre, tre zaini che la bilancia ha rifiutato di pesare ma credo che il più pesante sia arrivato a 20 kg e tanta adrenalina per quello che ci avrebbe atteso.
Dovevano essere due giorni stupendi dove avremmo potuto godere di un tramonto e di un’alba eccezionali da togliere il fiato aihmé non è stato proprio cosi a causa della forte nebbia che ha caratterizzato entrambe le giornate ma questo dettaglio irrilevante non poteva compromettere la voglia di arrivare in cima al Corno Miller.
La salita dal Put del Guat (1.550 m ) al campo base a quota 2.425 m avviene di lunedi tardo pomeriggio giusto per arrivare ancora con un po’ di luce per montare la nostra casetta e gustarci una prelibata cena a base di salumi dai sapori più svariati, diversi tipi di formaggio e persino un brodo caldo per conciliare il sonno.
Siamo stanchi, l’aria all’esterno è frizzante e tira vento per cui non ci resta che “accucciarci” nel nostro caldo sacco a pelo e cercare di dormire il più possibile vista la giornata che ci attenderà; qualcuno non riesce nemmeno ad infilarsi sotto le coperte che già russa…ed io che mi immaginavo di ascoltare barzellette a tutto spiano o racconti di salite epiche! Insomma io e Marci ci rassegnano ed assecondiamo l’unico nonno della compagnia che vuole dormire.
La sveglia alle 05:30 suona ma fuori solo nebbia ed umidità, non si vede a distanza di 20 m e i presupposti di studiare la via salendo svaniscono, vista la situazione ce la prendiamo con calma e ci avviciniamo all’attacco sperando in un diradarsi delle nebbie.
Saliamo un po’ a caso consultando ogni tanto il gps e sperando, nei pochi sprazzi di sereno, di individuare il percorso corretto che non è stato sicuramente dei più facili con la nebbia fitta, essa infatti ci ha fatto perdere tempo prezioso sulla tabella di marcia (abbandonare il sentiero più o meno a quota 2.500 m).
Arrivati all’attacco a quota 2.700 m circa iniziamo un vero e proprio scrambling su placconate di ottimo granito, ci si diverte come bambini a rimontare queste placche scegliendo i passaggi più simpatici (grado max II°).
Segue poi una parte meno simpatica per via del parecchio materiale detritico (forse dovuto alla recente perdita del nevaio) dove abbiamo dovuto fare qualche tiro di corda per salire in modo più sicuro ed infine l’ultima parte, da quota circa 3.100 m, dove abbiamo iniziato a stare più o meno vicino alla cresta. Il nostro errore è stato quello di stare sul lato destro del versante, abbandonando il versante sx che si affaccia sulla Terzulli; questo dettaglio ci ha portato ad arrampicare su blocchi veramente stratosferici (qualche passo di IV°) ma forse più difficili e compiere traversi molto strapiombanti dove Ermes ha dato il meglio di sé.
Alla fine usciti dai passi chiave la meta è davanti a noi eccolo il Corno Miller con i suoi irraggiungibili 3.372 m sudati fino alla fine, fino all’ultimo metro con la solita nebbia sempre alle costole e con il vento gelido che ci hanno tenuti compagnia!
La discesa dal ghiacciaio verso il passo dell’Adamello, da compiersi solo con ramponi visto lo stato in cui si trova il ghiacciaio, è da fare cautamente ed attentamente, ogni passo va pesato e controllato bene….ma alla fine per fortuna la discesa è stata solo un sospiro di sollievo di un lungo viaggio, per alcuni iniziato due anni fa e terminato ieri e per me una stupenda esperienza nata per caso, da un racconto che pareva una barzelletta e conclusasi con una via strepitosa, selvaggia, fuori dalle consuete e famose vione, condivisa con soci speciali.
GRAZIE a Ermes e Marci!

PS ho classificato questa salita D in quanto la via percorsa dai soci , come giustamente da loro consigliata, forse un po' più facile (?) si sviluppa sul lato adiacente al passo Adamello, noi erroneamente ma con grande soddisfazione intraprenderemo invece la salita sul versante dx (guardare il filo di cresta) dove i passi sono molto esposti, e forse un pochino più difficili (sempre secondo il nostro blando nostro parere).
Entrambi i lati non tolgono nulla all'unicità di una via molto selvaggia ed assolutamente poco frequentata.
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