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   Pizzo Coca mt.3050 - Cresta Nord, 07/08/2017
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Onicer  piccolo giò   
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione (BG) fraz. Grumetti (950m)
Quota attacco  2600 m
Quota arrivo  3050 m
Dislivello  450 m
Difficoltà  AD / IV ( IV- obbl. )
Esposizione  Nord
Rifugio di appoggio  Rifugio Curò - Rifugio Coca
Attrezzatura consigliata  normale dotazione alpinistica
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento In un paio di giorni allestiamo questo itinerario con poche relazioni disponibili in internet, ma per fortuna negli ‘itinerari’ di On- Ice se ne trova giusto uno abbastanza preciso, per questa grandiosa cavalcata in cresta che ci resterà infissa nella mente ‘ad perpetuam rei memoriam’.

Raggiungo il ‘socio’ a Urgnano e alle 23 partiamo in direzione di Valbondione dove parcheggeremo in località Grumetti, risaliamo con le frontali fino al Rifugio invernale lasciatoci aperto per l’occasione e alle 02,40 finalmente spegnaimo la luce, alè.

Dopo la colazione alle 07,00 siamo in cammino per raggiungere la Valmorta con annesso laghetto omonimo, proseguiamo nella piana fino a giungere nei pressi di una cascata, qui stando a sinistra saliamo seguendo degli ometti il greto di un ruscello in secca fino alla sommità, dove nel pianoro sovrastante fa bella mostra di sé il lago di mezzo, altro gradone sfasciumoso e siamo al lago superiore di Valmorta, in breve ma non senza fatica giungiamo al passo del Diavolo punto di partenza della lunga cresta nord.

Ora il ricordo si fa emozionale e potrei descrivere passo dopo passo, ogni metro di questa ‘grandiosa’ avventura ma rischierei di risultare troppo prolisso e di conseguenza noioso, perciò solo un breve riassunto di quanto successo.

Il primo tratto e abbastanza agevole e divertente fino alla prima grossa torre, poi tutto diventa più impegnativo, con numerose salite e relative disarrampicate su ‘zampellotti’ di roccia molto friabile, dove le movenze e i cambi di direzione non si contano ormai più.

C’è anche da dire, per fortuna, che la parte tecnica più impegnativa (due torri/pareti maestose da superare) si svolge costantemente su roccia buona/ottima, non ci sono protezione lungo tutta la cresta ma solo alcuni vecchi cordini sulle due calate.

La nebbia che ci ha raggiunti a metà percorso coprendo e scoprendo la direzione di salita, ha dato quel tocco di ‘ingaggio’ in più ad un ambiente che è già di per sé severo e alquanto selvaggio.… forse un po’ come lo siamo noi.

L’arrivo sulla cresta sommitale, che è anche parte integrante della traversata Dente/ Cima d’Arigna/ Pizzo Coca, segna la ‘fine dei lavori’ e la fine del nostro ‘sogno’ divenuto realtà.

Dopo quindici ore dalla partenza e con le frontali arriveremo esausti alla macchina, ma avremo ancora tempo per ‘guardarci’ lungamente negli occhi …….…ricolmi di felicità.






P.S. la seconda sosta a nostro parere è fortemente a rischio di ‘collasso’, siamo stati lungamente indecisi e dubbiosi nell’usarla, ma avendo solo una corda da 60mt. non avevamo al momento altre soluzioni, è stato un salto nel buio da non ripetere!
Perciò sentito casualmente il ‘buon’ Ares (che salutiamo) di stanza al Rifugio Coca, consigliamo alla fine della prima doppia, che è a poca distanza dalla seconda, di far scendere la corda nel canale attiguo (a destra) e calarsi fino alla sua fine, per poi risalire qualche metro, evitando così la suddetta e pericolosissima seconda sosta, in questo caso però servono due corde da 60mt.


Partecipanti: giovanni (piccolo giò) alberto (albertino A1).


Foto 1 – primo e maestoso torrione
Foto 2 – avvolto nelle nebbie
Foto 3 – roccia super

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